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giovedì 13 gennaio 2011

Cosenza-13/01/2011:SCOPELLITI MENTE SUGLI OSPEDALI DI MONTAGNA!

SCOPELLITI MENTE SUGLI OSPEDALI DI MONTAGNA!


LARATTA, OLIVERIO, MARINI, LAGANA' CHIAMANO IN CAUSA IL GOVERNO: "In Calabria decine di migliaia di cittadini rimarranno senza assistenza sanitaria e senza cure. Violando così la Costituzione"



Per il parlamentari calabresi: "Nel Piano di Rientro del presidente Scopelliti , gli ospedali delle aree interne vengono fortemente ridimensionati e ridotti a poco più di un vuoto 'Ricovero diurno'"!

L'interpellanza dell' on. Laratta - sottoscritta dai deputati Nicodemo Oliverio, Cesare Marini e Maria Grazia Laganà Fortugno- così recita:

- Attuare così com'è, il Piano di Rientro dal deficit sanitario, significherebbe una sciagura per le zone interne della Calabria. Immaginare che possano esistere i cosiddetti ‘Ospedali di montagna’ con un solo reparto (Medicina) con 20 posti letto, è pura propaganda.


GLI OSPEDALI DI MONTAGNA POSSONO CONTINUARE AD ESISTERE SOLO SE SVOLGERANNO LE FUNZIONI DI OSPEDALI GENERALI.

Tutto il resto è solo una pura invenzione ed una grande bugia di Scopelliti e dei suoi sindaci che non hanno fatto nulla per difendere gli interessi delle comunità amministrate!


Nel piano di Scopelliti, gli ospedali di Acri, San Giovanni in Fiore, Soveria Mannelli, Serra San Bruno, saranno, dopo 30 anni di vita, DA SUBITO FORTEMENTE RIDIMENSIONATI, per poi essere costretti alla chiusura.

Intere e ampie zone di montagna saranno così abbandonate al loro destino. La popolazione diminuirà rapidamente, molti centri saranno ridotti in pochi anni a sperduti villaggi di montagna.

Chiudere di fatto questi ospedali significa lasciare decine di migliaia di persone senza assistenza e senza cura.



PER QUESTI MOTIVI CHIEDIAMO AL GOVERNO:



- di valutare se il Piano del presidente Scopelliti non rappresenti una violazione ai principi stabiliti dalla Costituzione;

- di impedire che si svuotino intere zone abitate della Calabria;

- di evitare un danno enorme alle popolazioni di montagna che sono già costrette ed enormi sacrifici per vivere in aree a forte disagio sociale ed economico.

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