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domenica 31 ottobre 2010

Trebisacce-31/10/2010:domani 1 Novembre ricorre 1 anno dalla morte di Natuzza Evolo:

Scusate se vi disturbo di nuovo, ma volevo segnalarvi che domani 1 Novembre ricorre 1 anno dalla morte di Natuzza Evolo: quella che il Tg5 ha definito "la più grande mistica cattolica dei nostri tempi !".

Mi hanno segnalato che per l'occasione, domani 1 NOVEMBRE (che tral'altro è pure la festa di Tutti i Santi), SI PARLERA' DI NATUZZA in queste 3 trasmissioni televisive della Rai :

1) "A SUA IMMAGINE" ore 10.30 su Rai 1 (quasi interamente dedicata a lei)

2) "I FATTI VOSTRI" alle 12.40 su Rai 2 (ci sarà anche un collegamento da

Paravati)

3) "PORTA A PORTA" alle 23.30 su Rai 1

Se vuoi approfondire la figura di Natuzza vedendo i video delle sue interviste, ecc., vai su questa pagina del mio sito:


http://www.bellanotizia.it/natuzza.htm

Un saluto a tutti.

Antonio Di Lieto


www.bellanotizia.it

Trebisacce-31/10/2010:Il Paese delle Meraviglie (negative) !


Giuseppe Carbonara


Il Paese delle Meraviglie (negative) !

L’Italia da Bel Paese è divenuta il Paese delle Meraviglie. Nulla di sorprendente, nulla di inaspettato. Partiamo dal Presidente del Consiglio, un aidone della terza età, pardon della seconda età, giusto per assecondare il vecchietto che ci dovrebbe guidare. Un ennesimo caso di presunta carità lo stringe nella morsa dei media di opposizione, sempre alla ricerca di disfattismi. Un caso che accomunerebbe tutti i passati: la virtus non è mai nel mezzo. Si passa o dalla presunta pedofilia, spacciata sempre dai soliti media ed accennata anche dalla già moglie Veronica Lario, od al troppo eccessivo amore, chissà perché?, nei confronti di ragazzine al limite della maggiore età, nei confronti delle quali il nostro vecchietto si esibisce sempre come papy girl con il collier nel taschino delle sue giacche perennemente con sfumature blu. E’ archiviato il caso Noemi; possiamo aprire il caso Ruby. E chissà se a tal proposito tra la stampa disfattista è da menzionare anche il settimanale dei paolini “Famiglia Cristiana” che definisce il premier privo del necessario autocontrollo ed in preda ad “uno stato di malattia incontrollabile, consentito ed incoraggiato da potere e denaro”. Un settimanale sempre al di sopra delle righe, insospettabile che non esita a varcare il Tevere intervenendo, a giusta ragione, sul palcoscenico, sempre più di terzo ordine, della politica italiana. Ma chi è costei? Ella è una ragazzina marocchina, ribelle o forse egoista che si allontana volontariamente dalla casa naturale per evitare un matrimonio concordato con un uomo di ben quarantanove anni. Cronache di altri tempi, lontane anni luce, simbolo di barbarie ancora perpetrate in ambienti ove l’ignoranza la fa da padrona ed impera assolutamente su figli di quegli Arabi che, secoli or sono, primeggiavano nel campo della matematica, della filosofia, della medicina e che tolleravano una libertà di culto non eccessiva ma pure sempre consentita dietro il versamento di un apposito obolo. Quindi la via della salvezza da percorrere stranamente si intreccia con la via di Arcore. Racconta di essere entrata nella tribù dell’agente televisivo Lele Mora, del suo incontro con il “Fede(le)” Emilio durante un concorso di bellezza: le porte del Paradiso terrestre sono aperte, Arcore non è più un lontano miraggio e la prova della sua esistenza sono i festini a luci rosse, come in uno strano contrapasso dantesco in virtù del quale le ragazze più affascinanti, ribelli, prosperose, disinvolte, desiderose di riscaldare uno scranno in Parlamento e, perché no?!, di giurare fedeltà alla Repubblica (oramai delle banane?!) come ministro, entrano a pieno titolo a fare parte di un harem, con “bunga bunga” incluso.
Ma il Paese delle Meraviglie, con le iniziali volutamente maiuscole constatato che oramai il riconoscimento del cambio di denominazione volge da una situazione de facto ad una de jure anche in seno all’O.N.U., non può finire di sorprenderci, non può lasciarci a bocca chiusa. Lo stupore è tanto, immenso di fronte alle dichiarazioni diramate dal titolare di Viale Trastevere. La nostra ministro (il minuscolo è voluto) esordisce, con l’estate oramai al tramonto, con l’annunzio di una riforma epocale, gravida evidentemente, per definizione, di conseguenze: il diventare insegnante significherà ricoprire il ruolo di super mega direttore, e tralascio gli altri titoli sicuramente offensivi per chi con passione e dedizione ricopre il ruolo di professionista in oggetto, di memoria fantozziana. Il corpo docente dovrà essere preparato su di ogni campo del sapere, non tenendo conto della classe di concorso di appartenenza, dovrà essere in grado di interloquire come un Lord di Sua Maestà sfoggiando il suo inglese certificato livello B2. Per aspirare a sedere in cattedra, il candidato dovrà conseguire una laurea triennale, al termine della quale gli si aprono le porte, anzi i portoni, dei test selettivi. Il primo test per l’iscrizione alla laurea magistrale, già specialistica, di riferimento della durata biennale. Quindi il Ministero di concerto con le Università e gli apparati scolastici provvederà a determinare il fabbisogno del corpo docente, con un aumento percentuale da determinarsi, per ogni classe di concorso. Ed ecco che i portoni dei test selettivi si aprono nuovamente. Per l’abilitazione occorre sostenere e superare con esito positivo il T.F.A.: acronimo oscuro, indicante il tirocinio formativo attivo, della durata annuale, al quale si accede superando una prova selettiva nazionale, un test scritto ed una prova orale. E’ colla prova selettiva nazionale che l’aspirante prof. deve riuscire a dimostrare il suo universalismo alla Giovanni Pico della Mirandola, il suo enciclopedismo settecentesco: dovrà cimentarsi con una analisi del testo, deputata a dimostrare le sue capacità linguistiche italiane, con connessa evidenziazione di figure retoriche. Orbene, il mio intelletto ha un sussulto di ribellione. Cosa c’azzecca, come direbbe il nostro Tonino Di Pietro, la prova volta a valutare le conoscenze in una materia scientifica con l’analisi del testo? I nostri prof. provengono forse dal continente africano e di conseguenza sono veicolatori attivi di un dialetto beduino stretto? Evidentemente si, almeno per il ministro-marionetta nelle mani di un presidente soggiogato dalla seconda gamba della maggioranza di governo, la verde gamba leghista che, per non essere spergiura, non può fare a meno di denigrare la forza intellettuale del Sud d’Italia o Nord Africa o Calafrica; denominazioni ulteriori aggiunte giusto per non essere tacciato (sigh!) di partigianeria. Finalmente i nostri potranno salire in cattedra? Ma nemmeno nei migliori sogni di oro, tanto ottimismo può rivelarsi. Per entrare di ruolo ecco aprirsi i portoni, questa volta con battenti pesantissimi, dei concorsi, banditi non si sa quando non si sa con quali modalità. Siamo giunti al punto: la riforma diviene epocale stridendo con la novità dei metodi di reclutamento del personale docente ed i tagli al comparto della scuola. Come è possibile coniugare nuove assunzioni se allo stesso tempo si procede a licenziamenti in massa? Le nostre classi sono stracolme di alunni, si sfiorano i trenta per classe, con evidenti ripercussioni sulla didattica e sull’apprendimento. Sembrerebbe che la questione scuola non interessi nessuno; eppure è la tragica constatazione di una realtà. Vogliamo privare i nostri ragazzi del futuro? della sete di conoscenza tale da rederli liberi? Non comprendo le ragioni della mancata sollevazione studentesca, della mancata sollevazione del corpo docente, della mancata sollevazione della intera società. Miei cari professori, dove eravate nei giorni di sciopero? I diritti, come quello fondamentale allo studio, si conservano anche a fronte di sacrifici. Voi che avete partecipato alla rivolta sessantottina, non rintanatevi nelle vostre posizioni di certezza, di comodità. Abbiamo bisogno soprattutto del vostro supporto, del vostro aiuto, della vostra saggezza. Non lasciateci allo sbando; non siamo e non saremo sottomessi a nessuno, perché continueremo ad avere dalla nostra la conoscenza, quella stessa conoscenza che ha fatto di noi Italiani un popolo di santi, navigatori e poeti. Non è retorica, non è auto commiserazione, non è auto referenzialità, è constatazione della dura, greve, soffocante, opprimente realtà in cui viviamo.
Usciamo da una situazione di stallo, volgiamo gli occhi alla nostra cultura e ricordiamoci di un tal Durante, meglio noto come Dante, conosciuto ed invidiato da tutto il mondo, prendendo a prestito i suo versi, in una sorta di profezia secolare:
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!


Giuseppe Carbonara

Trebisacce-31/10/2010:Furto sacrilego ad Albidona.




Furto sacrilego ad Albidona.

Un furto sacrilego fu commesso ad Albidona il 7/5/1931. Io ricordo che ero ragazzino e stavo rientrando a casa, insieme con i miei compagni, ma verso la mezzanotte ci sorprese un terribile temporale. Tuoni e lampi a non finire, sembrava la fine del mondo! Senza luce ci siamo abbracciati gli uno con gli altri e facendoci coraggio abbiamo raggiunto la casa più vicina di un compagno del gruppo. La madre accese il fuoco e così trascorremmo la notte vicino al focolare. La mattina apprendemmo tutti la triste notizia:”Hanno rubato la spada a San Michele Arcangelo nella Chiesa Madre!”.
Proprio durante quel temporale che faceva pensare alla fine del mondo, avveniva il furto.
I Santi non si vendicano..ma San Michele ha dimostrato che la spada non la voleva toccata.
Difatti fu poi ritrovata ad Amendolara ridotta in quattro pezzi e fabbricata nel muro.
Durante il giorno uno dei tre ladri si nascose all’interno del campanile della chiesa, e di notte aprì la porta della chiesa ed entrarono altri due complici e rubarono la spada a San Michele e
gli orecchini di brillanti alla Madonna del Rosario, mai più ritrovati, che vennero offerti per devozione nell’800 dalla moglie del Duca di Campochiaro. A quei tempi comandavano i Duchi. La Famiglia dei “Chidichimo” vennero da Napoli come amministratori del Duca, che fu poi assassinato dal nipote e tutte le sue ricchezze rimasero ai “Chidichimo”, compreso il palazzo del Duca e poi il palazzo dei Chidichimo. Il nonno di Luigi Chidichimo, due volte deputato, fece costruire la strada per albidona nel 1872 quando si costruì anche la ferrovia. La spada sacra dicevo che fu ritrovata.
E fu proprio mio nonno, Antonio Rescia, che vide all’alba passare tre individui dalla masseria di ‘cozzaro’ vicino ad Amendolara e uno dei tre con un sacco addosso. Riconobbe, in particolare l’amendolarese, perchè gli portava sempre la legna. L’Antonio Rescia disse ai tre passanti:” Cercate lavoro? Io ho tanto bisogno!”. Risposero:”Il lavoro lo fanno i fessi!”. Quando più tardi si diffuse la triste notizia del furto della spada, Antonio Rescia smise immediatamente di lavorare e si recò presso la caserma dei Carabinieri di Trebisacce e raccontò al Maresciallo tutto quanto accadde quella mattina di buon ora. Sulla base di questa segnalazione i Carabinieri si recarono ad Amendolara a casa di questo individuo e perquisirono tutta la casa, ma
non trovarono niente. Quando stavano per andar via il Maresciallo guardò per caso dietro un quadro e vide del bagnato, tornò indietro e disse ai Carabinieri:” Scavate, scavate! che qui nel muro di sicuro c’è la spada!”. I Carabinieri iniziarono a scavare e immediatamente gridarono: “Abbiamo trovato la spada!”. Il Maresciallo esultò di felicità e disse:” Ecco il miracolo di San Michele! La spada abbiamo trovato!””Ma guarda che disprezzo!,ma guarda che disprezzo! Hanno fatto la spada in quattro pezzi!”. Il Maresciallo dopo il rinvenimento della refurtiva chiese al ladro:” Come avete fatto a rubare la spada ad un Santo?”- Risposero:”Sì, è vero noi ci siamo pentiti. Quando giungemmo alla Cappella del ‘Cafaro’ avvenne che per ben tre volte anziché andare avanti tornammo indietro e ci siamo detti- peccato!, peccato! ecco perchè tre volte indietro siamo tornati!”-Uno dei tre ladri vive ancora nel Comune di Amendolara ed ha 92 anni. Voi che avete letto questa storia così dolente vorrei che la terreste sempre presente.


Michele Lofrano
Presidente Associazione Combattenti e Reduci
Trebisacce

Trebisacce-31/10/2010::”Bianca come il latte,rossa come il sangue”

L’ultimo libro che ho letto è stato:”Bianca come il latte,rossa come il sangue” ovvero l’esordio di Alessandro D’Avenia,un insegnante. Il modo in cui è stato scritto mi ha fatta entrare subito nella storia,tanto che non riuscivo più a staccarmene. Il protagonista è Leo un normalissimo adolescente che prende parte alle partite di calcetto, va spesso in motorino , ma che non ha un buon rapporto con la scuola,la religione e la famiglia. Siccome per lui le ore di scuola erano uno strazio,quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia lui è pronto ad accoglierlo con cinismo, ma“il Sognatore”(questo era il suo soprannome) parla di speranza e di cercare un sogno e riaccenderà in lui la voglia di avere un obbiettivo nella vita. Leo detesta il bianco che significa silenzio,riflessione,assenza,nulla,male ed ama il rosso perché indica passione,suoni,rumori,vita. La sua vita cioè il suo rosso,il suo sogno era Beatrice. Quest’ultima era una ragazza, un anno più grande di lui,con i capelli rossi di cui si era innamorato, che un giorno si ammalò di leucemia. Il colore rosso del sangue che lui tanto amava sparì come sparirono anche i capelli della ragazza;il bianco che lui tanto odiava stava vincendo. Andrà a trovarla ogni giorno a casa per parlare o anche solo per vederla,era molto cameratesco. Leo iniziava a non credere più nei sogni siccome l’unico che aveva stava morendo. Così inizierà il suo percorso di crescita e di cambiamento,riflettendo sempre su qualcosa di nuovo grazie al suo professore,alla sua amica Silvia e al padre che conosceva da quando era nato ma che scoprì bene solo in quel periodo. Donerà addirittura il sangue pur di salvare il suo sogno ma alla fine la sua amata muore. Capì che non era giusto sprecare i suoi giorni di vita solo perché fisicamente Beatrice non c’era più,scelse di vivere anche per lei e quindi di non perdersi nulla,come avrebbe fatto se fosse stata viva! Lui e Silvia, la sua amica,si fidanzarono come aveva consigliato Beatrice da viva e Leo riscoprì la felicità. È un libro che tocca nel profondo partecipando al dolore e alla felicità finale del protagonista. Vi consiglio di leggerlo perché è un libro formativo,che si legge in un solo boccone e che fa riflettere molto! Soprattutto fa capire cosa pensa un adolescente ma non delle solite cose ma dei sentimenti e della morte!
Raffaella Lofrano
Classe 3 sez.D scuola media”Corrado Alvaro” Trebisacce (Cs)

Trebisacce-31/10/2010: Nuovi reperti al museo di Amendolara


Calabria Ora-pag-27- del 31/10/2010

Trebisacce-31/10/2010: Riaprire il dialogo sull'aeroporto


Calabria Ora -pag.27- del 31/10/2010

sabato 30 ottobre 2010

Trebisacce-30/10/2010: Comune, incontri per la stesura del Piano Strutturale...

Trebisacce-30/10/2010: Per il Consigliere Provinciale Franco Mundo è necessario riaprire il dibattito politico sull'aeroporto



Avv.Francesco Mundo
Consigliere provinciale
Via Vivaldi,5
Trebisacce
Tel.0981500789;3493626225

Sig.
Sindaco del comune di
Cassano Ionio
Sig.
Sindaco del comune di
Trebisacce
Sig.
Sindaco del comune di
Corigliano C.
Sig.
Sindaco del comune di
Rossano
On.li
Mario Franchino
Montegiordano
On.le
Gianluca Gallo
Cassano Ionio
On.le
Giuseppe Caputo
Rossano

Oggetto. aereoporto di Sibari

Facendo seguito all’iniziativa del Presidente della Provincia,on.Mario Oliverio, di chiedere al Presidente della Regione Calabria di riprendere il percorso amministrativo per la realizzazione dell’aereoporto di Sibari, ho ritenuto opportuno, lo scorso 4 settembre u.s.,presentare in Consiglio provinciale un ordine del giorno per discutere dell’iniziativa, ma soprattutto per sensibilizzare le forze politiche e istituzionali ad avviare con urgenza un nuovo percorso politico al fine di ottenere le necessarie autorizzazioni e in particolare quello dell’ENAC.
In un momento di grande difficoltà per la Sibaritide l’Alto Ionio Cosentino a causa di scelte politiche regionali fortemente penalizzanti,tanto da indurre molti cittadini a costituire comitati per promuovere il passaggio nella vicina Basilicata, ho ritenuto opportuno sollecitare interventi delle SS.LL.,anche per riaprire il dibattito politico su una struttura necessaria per lo sviluppo dell’intera fascia ionica e di tutta la parte nord della provincia.
Sicuro della massima attenzione,porgo cordiali saluti.
Trebisacce lì 29.10.2010
F.to Avv. Francesco Mundo

Avv.Francesco Mundo
Consigliere provinciale
Via Vivaldi,5
Trebisacce
Tel.0981500789;3493626225
On.le
Mario Oliverio
Presidente provincia
Cosenza
Sig.
Assessore ai Trasporti
Provincia di
Cosenza
Sig.
Presidente del Consiglio
Provincia di
Cosenza
Oggetto: richiesta ex art. 72 Regolamento Consiglio Provinciale di ordine giorno sui lavori per la costruzione del nuovo aeroporto di Sibari.

Il sottoscritto consigliere provinciale avv. Francesco Mundo, chiede ai sensi dell’art. 73 Reg. Che venga discusso con urgenza al prossimo consiglio provinciale il seguente ordine del giorno:
IL CONSIGLIO PROVINCIALE

Premesso
- Che, ormai da più anni è stata costituita una società mista tra i Comuni per la realizzazione dell’aeroporto di Sibari;
- Che, è stato redatto anche il relativo progetto e il comune di Cassano allo Ionio ha già individuato il sito sul quale costruire l’importante infrastruttura;
- Che, la Provincia di Cosenza ha già posto a disposizione un cospicuo finanziamento;
- Che, la Regione Calabria ha già espresso il proprio parere favorevole e anche destinate somme cospicue per l’aeroporto di Sibari;
- Che, per la realizzazione sono impegnati e interessati tutti i comuni della fascia jonica della provincia di Cosenza, della pre-sila e del pollino, con una popolazione di circa 400.000 abitanti;
- Che, l’aeroporto costituisce una importante infrastruttura per il decollo turistico ed economico dell’intero territorio della parte nord della provincia di Cosenza, in un comprensorio in cui tutte le altre strutture di trasporto sono fatiscenti e carenti;
- Che, tutti i partiti, le associazioni e i comuni sono fortemente impegnati nella rivendicazione di tale importante infrastruttura, oltre che costituire una grande battaglia politica di sviluppo e di progresso;
- Che già il Presidente Oliverio più volte ha sollecitato la Regione,non ultimo nel giugno 2010 a riavviare l’iter procedurale con la richiesta dei pareri necessari al Ministero ed all’ENAC;
Considerato
- Che l’aeroporto di Sibari, unitamente ad altre infrastrutture, costituisce una vera e propria priorità per lo sviluppo economico,turistico e sociale della Calabria, e in particolare di tutta la Provincia di Cosenza, quale elemento vitale per l’economia di tutta la fascia ionica e come asse strategico per tutto il sistema dei trasporti, del turismo e del lavoro;
- Che, l’importante infrastruttura di fatto coinvolgerebbe anche interessi della vicina Basilicata ed in particolare della provincia di Matera, sicuramente più interessati e più vicini alla piana di Sibari che all’aeroporto di Bari, con i cui rappresentanti sarebbe opportuno avviare consultazioni e opera di coinvolgimento nella realizzazione dell’opera.
Tanto Premesso e considerato
Si chiede al Presidente del Consiglio, di convocare il Consiglio Provinciale per discutere dell’importante problema, invitando ai lavori anche il Presidente della Regione, i sindaci dei comuni di Cosenza, Corigliano,Rossano , Acri, Castrovillari, Trebisacce, Spezzano e Terranova, nonché di tutti i comuni interessati, e a tal fine :
IMPEGNA
previo coordinamento con gli amministratori locali, la Giunta Provinciale e in particolare il Presidente ,per attivare ogni più utile ed opportuna iniziativa, anche di concerto anche con il Presidente della provincia di Matera e del presidente della regione Basilicata, e contestualmente
CHIEDA
un incontro urgente al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nonché al Presidente della Regione Calabria, per la realizzazione dell’aeroporto della Sibaritide .
Trebisacce- Cosenza lì 04.09.2010
Avv. Francesco Mundo

Rocca Imperiale-30/10/2010: Dal prossimo 4 dicembre la settimana della poesia "Il Federiciano"

II CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA INEDITA

IL FEDERICIANO
manifestazione ideata e organizzata dall'editore Giuseppe Aletti

Settimana della Poesia
Rocca Imperiale 4-12 dicembre 2010


4 DICEMBRE 2010
I Giornata di premiazione del Concorso Internazionale
di Poesia Inedita “Il Federiciano”

La cerimonia conclusiva sarà suddivisa in 3 parti:

Prima parte, ingresso libero inizio ore 16,00
Comprenderà la presentazione dei volumi, degli autori e la declamazione pubblica delle poesie, oltre al ritiro della pergamena di partecipazione, presso la sala ricevimenti “Parsifal”, Via dell'Artigianato 1 – Rocca Imperiale Marina.
Per permettere un'adeguata organizzazione della sala è gradito l'invio di una e-mail, all'indirizzo aletti@rivistaorizzonti.net, per confermare il nome dell'autore e il numero delle persone che lo seguiranno.

Parte seconda Ore 19,30/20,00
Raggiungimento del centro storico di Rocca Imperiale, per scoprire le stele con i testi poetici prescelti, nel suggestivo borgo medioevale che diventerà, man mano che le edizioni si susseguiranno, una sorta di ideale paese della poesia. L'AUTORE/AUTRICE PRESCELTO NON SARA' IN ALCUN MODO AVVISATO PREVENTIVAMENTE.
Svelamento della stele poetica di Alda Merini, anche in questo caso il testo prescelto si scoprirà solo durante la cerimonia di svelamento.

Terza parte Ore 21,00
Comprenderà la cena presso la sala di ricevimenti “Parsifal”, durante la quale si svolgerà il “verso libero”, in cui gli autori potranno continuare, tra una portata e l'altra, a declamare i propri versi anche se non inclusi nei libri.
La cena avrà un costo di 35 euro a persona ed è obbligatoria la prenotazione, da effettuare con versamento in acconto del 50% (17,50 euro a persona).
E' stato realizzato un duplice menù, uno a base di pesce e uno di carne. Il costo di 35 euro è comprensivo di bibite, caffè e digestivi.

Vai a leggere il menù completo


5 DICEMBRE 2010
Estemporanea di Poesia
(Aperta a tutti gli autori) iscrizione gratuita.

Ore 11,00. Ritiro degli incipit presso uno stand nel centro storico di Rocca Imperiale (Piazza Monumento). Gli autori dovranno elaborare una poesia scegliendo tra le 3 tracce suggerite.
Ore 17,00. Consegna degli elaborati.
Ore 18.15. Declamazione delle poesie partecipanti con votazione della giuria popolare e proclamazione del vincitore assoluto.


8 DICEMBRE 2010
Giornata di premiazione sezione Germogli del Concorso Internazionale di Poesia Inedita “Il Federiciano”.

Comprenderà la presentazione del volume, degli autori e la declamazione pubblica delle poesie, oltre al ritiro della pergamena di partecipazione.


11 DICEMBRE 2010
II Giornata di premiazione del Concorso Internazionale
di Poesia Inedita “Il Federiciano”

La cerimonia conclusiva sarà suddivisa in 3 parti:

Prima parte, ingresso libero inizio ore 16,00
Comprenderà la presentazione dei volumi, degli autori e la declamazione pubblica delle poesie, oltre al ritiro della pergamena di partecipazione, presso la sala ricevimenti “Parsifal”, Via dell'Artigianato 1 – Rocca Imperiale Marina.
Per permettere un'adeguata organizzazione della sala è gradito l'invio di una e-mail, all'indirizzo aletti@rivistaorizzonti.net, per confermare il nome dell'autore e il numero delle persone che lo seguiranno.

Parte seconda Ore 19,30/20,00
Raggiungimento del centro storico di Rocca Imperiale, per scoprire le stele con i testi poetici prescelti, nel suggestivo borgo medioevale che diventerà, man mano che le edizioni si susseguiranno, una sorta di ideale paese della poesia. L'AUTORE/AUTRICE PRESCELTO NON SARA' IN ALCUN MODO AVVISATO PREVENTIVAMENTE.
Svelamento della stele poetica di Dacia Maraini, anche in questo caso il testo prescelto si scoprirà solo durante la cerimonia di svelamento.

Terza parte Ore 21,00
Comprenderà la cena presso la sala di ricevimenti “Parsifal”, durante la quale si svolgerà il “verso libero”, in cui gli autori potranno continuare, tra una portata e l'altra, a declamare i propri versi anche se non inclusi nei libri.
La cena avrà un costo di 35 euro a persona ed è obbligatoria la prenotazione, da effettuare con versamento in acconto del 50% (17,50 euro a persona).
E' stato realizzato un duplice menù, uno a base di pesce e uno di carne. Il costo di 35 euro è comprensivo di bibite, caffè e digestivi.

Vai a leggere il menù completo

12 DICEMBRE 2010
Estemporanea di Poesia
(Aperta a tutti gli autori) iscrizione gratuita.

Ore 11,00. Ritiro degli incipit presso uno stand nel centro storico di Rocca Imperiale (Piazza Monumento). Gli autori dovranno elaborare una poesia scegliendo tra le 3 tracce suggerite.
Ore 17,00. Consegna degli elaborati.
Ore 18.15. Declamazione delle poesie partecipanti con votazione della giuria popolare e proclamazione del vincitore assoluto.


* * *

Prenotazione pernottamento

Abbiamo stipulato una convenzione, per i partecipanti alla manifestazione, con gli operatori turistici, che prevede le seguenti tariffe:
- 25 Euro camera singola
- 40 Euro camera doppia
- 10 Euro per ogni letto aggiuntivo

* Per l'Hotel Imperiale (Nova Siri)****
- 50 Euro camera doppia
- 15 Euro per ogni letto aggiuntivo

Le tariffe sono valide dal 3 al 12 dicembre 2010.

venerdì 29 ottobre 2010

Trebisacce-30/10/2010: U.S. Oriolo-A.S.D. Trapezakion

Trebisacce-29/10/2010: Grandi manovre per il nuovo Psc


Calabria Ora-pag.30- del 29/10/2010

Francavilla Marittima-29/10/2010: Il Francavilla e la fantasia di Samuel De Marco


Calabria Ora-pag.32- del 29/10/2010

Castrovillari-30/10/2010:Mirabile bruttezza





Evento de "Il Musagete"
nell'ambito della campagna nazionale per la promozione del libro e
della
lettura
OTTOBRE PIOVONO LIBRI


CASTROVILLARI(CS)
Teatro della Sirena
(Via Ripoli 10/F)
Sabato 30 ottobre 2010, ore 17,30

Libri
Compagni di vita
8

Presentazione del libro di Letizia Lanza
Mirabile bruttezza
(Studio Editoriale Gordini)



Introduce:
Bonifacio Vincenzi, pres. de Il Musagete

Intervengono:
Emilia Sirangelo
Oreste Bellini

Letture a cura di Filomena Bloise

Coordina:
Mariagrazia Scarnecchia

Sarà presente l’autrice

giovedì 28 ottobre 2010

Trebisacce-28/10/2010:Il peso da telaio di Amendolara



















Trebisacce:28/10/2010
“Il peso da telaio di Amendolara: il culto del sole e la religione degli Enotri”, è il tema affrontato nell’aula Magna del Liceo Scientifico “G. Galilei”,di cui è dirigente scolastico,Tullio Masneri,lo scorso giovedì 28 ottobre. Il peso da telaio su cui si sono intrattenuti i relatori,di forma tronco-piramidale,custodito nel Museo archeologico nazionale di Amendolara è ancora poco conosciuto e a coglierne l’importanza e a parlarne per la prima volta è stato il compianto archeologo Renato Peroni e fotografato, intorno al 1980, da Tullio Masneri. Sul reperto è in programma la stesura di un libro che cureranno Vanzetti e Masneri. Il Dirigente scolastico Tullio Masneri, anche studioso di archeologia, in un recente articolo sulla rivista “Apollinea”,ha reso noto che il reperto, il peso da telaio, è stato ritrovato da un collaboratore del dottor Vincenzo Laviola tra le località “Case cadute” e Santo cavalcatore” nel comune di Amendolara. Masneri si è soffermato sul significato mitologico degli uccelli che “trasportano le anime verso l’alto,il trapasso” come interpretazione religiosa. Il volo degli uccelli rappresenta un modo per lasciare la terra e salire al cielo, come anche un mezzo per scendere dal cielo e atterrare sulla Terra. Sono simboli della trascendenza, della elevazione della natura inferiore. Così l’albero è stato sempre espressione della vita,della luce e il suo culto è presente in tutte le civiltà. Ancora ha ricordato i tre elementi fondamentali: Cielo (Sole),terra (natura),sotterraneo (la morte). Gianni Mazzei,docente del Liceo,coglie un raccordo ideale tra il museo di Amendolara,con un salto nel tempo, con la tradizionale Festa da Pite di Alessandria del Carretto. L’albero di abete, in vista sulla facciata del reperto, ancora protagonista e simbolo della vita e come radicamento della società e “culto dell’albero”. Alessandro Vanzetti, archeologo e docente all’Università “La Sapienza” di Roma, ricorda che i telai servono per la tessitura e uno è stato rinvenuto nel sito archeologico di Francavilla marittima. Nell’800-750 a.c. gli uccelli triangolari,che richiamano il culto del sole, identificano l’età del ferro e le iconografie mostrano gli uccelli in sosta, in volo,con le piume ritte che sono dei veri codici e dei messaggi per gli studiosi e ben in vista sul reperto. Ha trattato ancora della comparsa delle barche solari,presenti in numero di quattro che formano una croce, nel 3000 a.c. e delle prime spade con l’elemento solare sempre presente. Giuseppe Delia, antropologo e presidente dell’associazione culturale “Rizoma” vede nell’abete,l’albero usato nella Festa da Pite,soprattutto quello bianco e sempre verde il simbolo del Padre sceso sulla terra,secondo un tradizionale pensiero storico diffuso e dove nell’albero sono presenti i tre elementi: Chioma (guarda il cielo),fusto ( vita),radici (sotterraneo). Ricorda ancora che l’Aps”Vacanzieri insieme..”,presieduta da Vincenzo Arvia, ha candidato la tradizionale festa alessandrina tra i beni culturali Unesco. Insomma tra voli pindarici,fantasie,filosofia,gli studiosi hanno creato un clima di curiosità e di verità ancora allo studio rendendole tangibili, fruibili,presenti nella nostra realtà. Un libro aperto dove tutto all’interno può trovare spazio. Mario Melfi,sindaco di Amendolara,non vorrebbe che anche questo reperto si trasferisse al Museo di Sibari,così come nel passato è successo per le monete antiche. Silvana Luppino (direttrice musei nazionali della Sibaritide e di Amendolara) annuncia che è in corso di redazione il libro di ricognizione su Amendolara e sottolinea, guardando Melfi, che la tutela del museo è compito suo e che la promozione del museo non rientra nelle sue funzioni,lasciando capire che spetta al comune e alla comunità. Esiste anche un problema di sicurezza e ha ricordato che nel passato sono stati rubati nel museo di Amendolara dei bronzi preziosi della collezione di Laviola. Simonetta Bonomi (Soprintendente archeologa per la Calabria) ha precisato che il museo è un organismo complesso e seppure piccoli lo sono sia Trebisacce che Amendolara.”I beni culturali vanno valorizzati con l’interveto di tutti per renderli appetibili “, ha chiosato la Bonomi e ha annunciato che il prossimo 3 novembre inizieranno i lavori di scavo in località “La Lista” di Amendolara.
Franco Lofrano

Trebisacce-27/10/2010: Petizione on line per l'aeroporto


Calabria Ora-pag.29- del 27/10/2010

Trebisacce-26/10/2010: Erosione,lo Jonio nella top ten


Calabria Ora-pag.29-del 26/10/2010

Trebisacce-28/10/2010: I pendolari sul piede di guerra


Calabria Ora -pag.33- del 28/10/2010

Trebisacce-06/11/2010: San Leonardo

Trebisacce-05/11/2010: Fidapa:"Carta dei diritti della bambina".


mercoledì 27 ottobre 2010

Albidona-27/10/2010: Intervista a Giuseppe Paladino (di Giuseppe Rizzo)


L'intervista continua ma il blog non accetta il Pdf (per continuare la lettura contattare Giuseppe Rizzo)

Roseto Capo Spulico:23/10/2010: Meeting su Filiera Corta e Agricoltura Sostenibile



Roseto C. Spulico - Si è svolto, lo scorso 23 ottobre, l’incontro dibattito “La Filiera Corta e Agricoltura Sostenibile”, meeting organizzato dall’Anpa (Associazione Nazionale Produttori Agricoli), che ha visto gli interventi di: Alfonso Perciaccante, Biagio Diana e Francesco Liguori, giovani imprenditori agricoli nei rispettivi settori della risicoltura, della vitivinicoltura e olivicoltura nelle tenute della Sibaritide, Pollino e Valle d’Esaro; Vincenzo Farina, responsabile Area Turismo della Confaesercenti e vice-presidente del Comitato di Distretto Rurale dell’Alto Ionio Cosentino; Giovanni Gentile, presidente dell’Associazione Terra, Storie e Sapori dell’Alto Jonio Cosentino; gli agronomi Pietro Brandi e Rocco Arcaro. l’on. Francesco Morelli, consigliere regionale, e presidente della II Commissione “Bilancio, Programmazione Economica ed Attività Produttive”. Ad introdurre i lavori, il prof. Antonio Farina, responsabile della Biblioteca Fondazione Roberto Farina, sede che ha ospitato la manifestazione. Ha moderato gli interventi Giuseppe Franco. Dall’incontro, seguito con attenzione dai tanti che hanno affollato il salone, sono emerse le diverse sfaccettature che rivestono oggi del mondo agricolo nella nostra regione. Aziende che sperimentano e vincono il difficile mercato agroalimentare, con prodotti di alta qualità come testimoniano i tre giovani imprenditori, od ancora terreni agricoli, lasciati in disuso e messi in svendita. La necessaria riqualificazione agricola, con l’ausilio delle nuove tecnologie ed il supporto costante dalle istituzioni (altra linfa vitale per le aziende, in termini di idee e spunti, potrebbe giungere dalla nascita, ormai prossima, del Distretto Rurale dell’Alto Jonio Cosentino). Agricoltura vista come interessante opportunità occupazionale e non un ripiego da svolgere con improvvisazione. La scommessa della Filiera Corta, un sistema per resistere ed affermarsi in un contesto globale, con i prodotti delle aziende agroalimentari sulle tavole dei consumatori in poche mosse, ed una rete di distribuzione retta dagli stessi produttori. Produzioni tipiche come fave e piselli che si inquadrano pienamente nella filiera corta, come affermazione sui mercati e richiamo turistico. E poi puntare sulla valorizzazione delle risorse presenti sul territorio. Si è analizzato il nuovo PSR (Programma di Sviluppo Rurale) 2007-2013, le priorità al vaglio dalla Regione Calabria in relazione anche nel contesto Alto Jonio. I lavori si sono chiusi con l’impegno di un prossimo immediato incontro affinchè si concretizzino le idee ed i progetti messi sul tavolo del dibattito, strumenti che mirano ad aumentare il reddito degli agricoltori e migliorare le produzioni aziendali.

Paride De Paola

Trebisacce-25/10/2010: 4 borse di studio-Fomazione della graduatoria

Trebisacce-05/11/2010: Piano strutturale comunale

Trebisacce-25/10/2010: Fornitura gratuita dei libri di testo

Trebisacce-27/10/2010:Cerchiamo di non mercanteggiare la Sanità (di Giuseppe Rizzo)


Giuseppe Rizzo


Cerchiamo di non mercanteggiare la Sanità
Ma volete fare proprio i nemici dell’Ospedale Chidichimo ?
gli intoccabili
Sento una grande pena per certi atteggiamenti alla Ponzio Pilato. Forse ho pure sbagliato a
difendere quelli che oggi si rivelano come travestiti da progressisti e democratici. Si continua a
buttare cenere negli occhi della gente che ha lottato da sola. Non credevo che certi “signori in
camice bianco” e certi “politici” in pantaloncini colorati posassero davanti alla televisione pubblica
e ai fotografi, quasi per una comparsa di Pulcinella sulla statale jonica. Purtroppo, vi siete fatti
vedere quando avete capito che la popolazione si era ribellata con forza, con coraggio, con cuore e
anche con rabbia: non poteva essere “educata e serena”, come ha erroneamente scritto qualcuno.
Questa volta, la gente era “incazzata” davvero. Ma la TV ha mostrato solo medici e politici
sorridenti e paffuti. I veri arrabbiati non hanno mangiato la bistecca; non hanno dormito per tre notti
intere.
Purtroppo, i nostri “rappresentanti del popolo” sono stati muti quando l’Ospedale “Chidichimo”
veniva quotidianamente “spoliato” dinanzi ai loro occhi. Non era il caso di “disturbare Loiero e
Petramala. I nostri, diffondevano solo i loro comodi comunicati stampa, annunciando che
sarebbero andati prima da Loiero, e poi da Scopelliti ! E voi credete che i sindaci si siano dimessi
davvero ?
Fate finta di non sentire la gente che non crede più ai proclami demagogici dei novelli
populisti. L’Ospedale è chiuso per sempre. L’ha ucciso il clientelismo di ieri e il piccolo affarismo
di oggi. Non vogliamo fare più processi, ma abbiamo almeno il coraggio di ammetterlo, tutti.
L’ultima vergogna è la guerra tra poveri che, da novelli “padrini”, state provocando tra i
dipendenti dello stesso ospedale: ci sono i superprotetti (dei camici bianchi e dei politici ceh
guardano solo al loro orticello) e i non garantiti, nemmeno dal diritto e dalla legge. C’è addirittura
chi fa promesse per le prossime elezioni di Trebisacce. Infine, si è pure scoperto che certi
“intoccabili” sono addirittura parenti, amici e “clienti”, costretti a svendere il voto e la coscienza.
Utilizzate gli eterni voltagabbana che passano da una barca all’altra. A voi non interessa il cittadino
politicamente e socialmente consapevole. Interessano ancora i disperati, i furbi e gli arrivisti usa e
getta. E’ veramente umiliante per chi vuole fare politica, utilizzando la povertà e il bisogno dei
soliti “lazzaroni”: i quali, dopo aver applaudito a Masaniello, lo mandarono al patibolo e si fecero
calpestare nuovamente dal re di Napoli: Evviva lu rrè ! ... e subito dopo: abbasso lu rrè ! Se li
“educati” in questo modo, faranno così anche per voi, “politici” del 2010 !
Non ci aspettavamo il basso mercato degli imboscati di questi giorni, i quali, grazie alla
protezione dall’alto, li avete abituati a non lavorare con coscienza e professionalità. Questi infelici
protetti non lavoravano né a Trebisacce e non vogliono andare a lavorare nemmeno a Corigliano,
dove ci sono altri imboscati.
La gente che ha capito non può chiamare “politici” quelli che chiedono il voto per “accontentare”
servi e lecchini. Non può chiamare medici del pubblico servizio quelli che durante lo sciopero
stavano affacciati alla finestra. E che dire di altri “protetti”, di altri “grandi elettori” che dirottavano
la gente nei loro studi privati ? Nemmeno questo si può dire ? E allora, arrestatici tutti !
Questi “salariati” del pubblico denaro non hanno mai creduto a un ospedale di tutto il territorio, non
hanno mai pensato alla salute dei malati che vivono nelle zone interne e più isolate dell’Alto Jonio.
Si è smarrito il vero senso della politica: che é servizio collettivo, e non come piccola scalata
personale. Anche voi avete contribuito a far chiudere le sezioni dei partiti, perché non vi conviene
ascoltare la base. Ormai, la gente parla di “sedicenti democratici” che non sono capaci di presentare
un progetto politico unitario, politicamente e socialmente impegnato. Si sono venduti anche certi
“compagni” della rivoluzione.
Fortuna che ci sono ancora giovani che credono alla RISCOSSA democratica. Suggeriscono una
grande azione di massa; fatta non con la violenza, ma non con i provocatori in pantaloncini
colorati e con quei “camici bianchi” seduti e sorridenti sulla 106. E se è vero che qualche povero
“imboscato” debba compiere anche il sacro dovere del prosciutto e della soppressata, siamo proprio
caduti in basso ! Ci farete morire con Berlusconi e Scopelliti; pure voi fate i poveri imboscati !
Ricordatevi che i briganti non erano delinquenti nati, ma li fecero diventare tali i “galantuomini”
del 1800 che da borbonici, passarono trasformisticamente con l’Unità d’Italia. Il gattopardismo c’è
pure oggi. Atro che 150° dell’Unità !
(firma Rizzo Giuseppe – Via S. Pietro, 17 – 87070 Albidona- CS - Italia del Sud; tel. 0981/500192)

martedì 26 ottobre 2010

Trebisacce-26/10/2010: Gli studenti pendolari protestano per gli orari inaccettabili dei pulman

Trebisacce:26/10/2010
Incalza la protesta degli studenti pendolari delle scuole superiori. I dirigenti scolastici si sono riuniti nella sede della Cmaj, nei giorni scorsi, alla presenza dei sindaci dei comuni interessati e del responsabile autolinee Saj,Rocco Carlomagno,ma nonostante la volontà espressa di lenire il disagio-trasporto in atto e una commissione costituita, il problema persiste. Gli studenti chiedono una rivisitazione e razionalizzazione del servizio trasporto. La Regione Calabria ha prodotto una sintetica nota che, semplicemente, impone una rimodulazione degli orari del trasporto pubblico che non risolve alcun che, bensì danneggia solo gli studenti e le famiglie, limita il diritto allo studio, penalizza le fasce sociali più deboli. La Regione Calabria si è trovata di fronte al problema di dover armonizzare il servizio di trasporto pubblico per gli studenti con le esigenze dei nuovi orari delle lezioni e, naturalmente ha scelto la via più facile e, senza pensare minimamente ai disagi che avrebbe potuto creare, si è limitata ad imporre orari insostenibili per gli studenti di tutta la regione, in particolare, per i tanti pendolari che raggiungono i centri in cui sono ubicate le scuole di secondo grado. Chiedono gli studenti pendolari dell’Alto Jonio, in una nota, il rispetto della dignità dei viaggiatori, anche se ragazzi e con la “speranza”,al momento che la loro voce venga ascoltata scrivono all’assessore ai Trasporti della Regione Calabria,al sindaco di San Lorenzo Bellizzi, di Villapiana, di Albidona, di Francavilla, di Trebisacce, alla Stazione della Polizia di Stato e alla stampa. Atteggiamento civile e democratico perché è vivo in loro il valore del ruolo delle istituzioni e a fondamento della protesta dimostrano in modo dettagliato la situazione del loro disagio:partenza da San Lorenzo Bellizzi alle ore 6,00 con arrivo alla stazione di Trebisacce alle ore 7,05 e qui gli studenti pendolari scendono perché lo stesso pulman viene impiegato nella la corsa per Amendolara Paese, quindi aspettano 60 minuti alla stazione,per fare cosa?-Dal comune di Francavilla la partenza è alle ore 6,50 con arrivo a Trebisacce alle ore 7,15; gli studenti scendono e il pulman prosegue per Amendolara Marina e rientra dopo 45 minuti per trasportare gli studenti a scuola. Si parte da Albidona alle ore 6,45 e si arriva a Trebisacce alle ore 7,15 e anche qui gli studenti aspettano 45 minuti perché il pulman deve raggiungere Villapiana Paese per poi rientrare.”Gli studenti ,si legge nella nota, si domandano se colui che ha concepito questo sistema per l’evidente ragione di abbattere i propri costi,farebbe viaggiare per 5 lunghi anni scolastici un proprio figlio a queste condizioni,svegliarsi alle 5,00 per poi aspettare un’ora alla stazione e rientrare poi alle 16,00”. Segnalano, infine, che il costo degli abbonamenti incide molto sui bilanci familiari e che il servizio che si riceve in cambio è molto scadente perché non tutti gli studenti hanno il posto a sedere (si sta in quattro in due sedili), il corridoio è affollato da ragazzi in piedi che ad ogni frenata rischiano di farsi male.
Franco Lofrano

lunedì 25 ottobre 2010

Mondo-25/10/2010: Salvato dal peperoncino

Montegiordano-25/10/2010::”Principi basilari per la vinificazione domestica delle uve nere”



Montegiordano:25/10/2010
Fresco di stampa e molto utile il libro di Antonio Farina:”Principi basilari per la vinificazione domestica delle uve nere”,edizioni Lepisma,con la prefazione di Dante Maffia. Utile per chi continua a prepararsi il vino in famiglia come la tradizione ci racconta e vuole ottenere un prodotto di qualità; da sconsigliare come lettura a chi ritiene che:” il vino si fa con i piedi e non con la testa”. Chi presuntuosamente ritiene che il vino che sa di ‘spunto’ o di aceto è colpa della luna o dell’invidia, per chi crede al caso fortuito,alla sorte è da sconsigliare. Per chi invece vuole apprendere le regole scientifiche che conducono verso un prodotto di qualità allora l’originale testo del biologo,medico chirurgo,enologo,micologo,sommelier e ambientalista Antonio Farina, di Montegiordano, è utile,anzi indispensabile,perché il pregio del libro è la chiarezza espositiva associata ad un linguaggio tecnicamente valido ma comprensibile ai più. “Ovviamente le sue affermazioni,le sue specificazioni,le sue dimostrazioni sorrette dal sapere specifico non verranno immediatamente prese in totale considerazione,molti faranno resistenza perché avranno il timore di rompere un’antica tradizione,ma se sapranno uscire dai pregiudizi,allora non avremo più una vinificazione guasta e disgustosa come a volte è avvenuto”,scrive il poeta ,scrittore e critico letterario Dante Maffia. Il libro –manuale-vede la luce proprio in un momento in cui c’è stato un ritorno massiccio alla vinificazione familiare,alla produzione familiare,come rimedio per contrastare la crisi.
Franco Lofrano

Trebisacce-25/10/2010:Denaro e paradiso “I cattolici e l’economia globale”


Luigi Fabiano


Denaro e paradiso “I cattolici e l’economia globale”
Un libro edito da Lindau di Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello IOR, economista di primo piano e Rino Cammilleri scrittore e Giornalista cattolico. Proponiamo in breve sintesi delle riflessioni proposte in questo libro.
Il capitalismo è una forma di organizzazione del mondo produttivo e del mercato, che si basa essenzialmente sulla libera concorrenza delle imprese. Esso nasce in ambito cattolico nel medioevo ,negli ambienti francescani ,grazie all’istituzione dei Monti di pietà e via delle casse rurali. Basta pensare che oggi le regioni europee più ricche sono la Catalogna, La Baviera, la Lombardia,terre a maggioranza cattolica. Per non parlare dell’Irlanda. Nei secoli bui i monasteri benedettini divennero quasi delle Silicon Walley orientate a Dio e agli uomini. Territori in cui si posero le premesse indispensabili allo stesso capitalismo, si svilupparono tecniche in siderurgia, energia,idraulica, tessitura e costruzioni.
Successivamente il capitalismo con l’inizio della rivoluzione industriale e del colonialismo si sviluppa, essenzialmente in ambito protestante, anche grazie al fatto che la chiesa di fronte a fenomeni ad essi legati quali il colonialismo , l’usura , lo sfruttamento dei lavoratori, si chiude a nuove frontiere, si ripiega in riflessione .La rivoluzione industriale, portò ad un aumento del benessere globale. La storia ci ricorda seppur con tutti i suoi limiti che il capitalismo abbia infine trionfato su pensiero e azione marxisti, creando meno poveri ,distribuendo più ricchezza e lasciando più libertà laddove è stato applicato.
Oggi a distanza di secoli l’uomo è costretto a fare i conti con un fenomeno nuovo: la Globalizzazione.Cioè il progressivo abbattimento di dazi doganali e di protezionismi locali in un mondo dove beni , uomini e tecnologia possano spostarsi liberamente. La Globalizzazione è oggi come l’economia un fattore neutro che comporta rischi ed opportunità. Costringe di fatto i paesi più ricchi del mondo sempre più a porsi il problema di come possano essere utilizzati al meglio gli aiuti al terzo mondo.La globalizzazione si potrà attuare pienamente solo attraverso un progressivo abbattimento delle dogane, cercando di ledere il meno possibile le lobbies internazionali. Le dogane si abbattono totalmente quando si trova un modo di non danneggiare quasi nessuno. E’ vero che la leaderschip della Globalizzazione e degli USA, all’inizio era fortemente legata all’americanizzazione, tuttavia non lo sarà a lunga scadenza. E comunque certo qualcosa di americaneggiante resterà in tutti ,come resto qualcosa di grecizzante restò dopo la magna Grecia.Qualcosa di rimaneggiante nell’impero romano o di francesizzante dopo Napoleone. Esistono valutazioni autorevoli discordanti fra loro riguardo la globalizzazione. Per la rivista missionaria Nigrizia la globalizzazione è un sistema di violenza inaudita e ben camuffata. Invece Pietro Gheddo, che è il decano dei missionari cattolici del mondo ,sostiene che grazie agli aiuti del mondo ricco e della globalizzazione il mondo più povero soffre meno la fame,le malattie,la morte e ha finalmente maggiori prospettive per gestire un futuro migliore.
I catastrofisti del club di Roma, nel famigerato rapporto degli anni ‘60 che predissero che il collasso e la catastrofe che si sarebbero abbatute nel mondo a causa ,dal boom demografico alla distruzione dell’ecosistema , hanno miseramente fallito la loro previsione .La causa maggiore della attuale crisi mondiale è da ascrivere alle politiche neomalthusiane che invitando esplicitamente a fare meno figli, hanno fatto si che si creasse una società occidentale sempre più avanzata di età con costi elevati per pensioni e sanità e un diminuire di contributi relativi alle fasce giovanili che si sono assottigliate. Sono crollati i risparmi perchè si sono formate meno famiglie con figli,obbligate a risparmiare. Si ricorda che l’impero Romano crollò anche a motivo del crollo della sua popolazione del 50% in due secoli.. La crescita della popolazione mondiale tra 1900 e il 2000 di 4 volte è dovuta ad un salto di qualità dell’igiene,del miglioramento dell’alimentazione e alla diminuzione della mortalità infantile.
E’ avvenuto dunque che la catastrofe annunziata dal club di Roma non c’e stata,anzi , il pianeta non è stato mai meglio,la bomba demografica non è esplosa a livello planetario .Le risorse non si sono esaurite, addirittura i prezzi delle materie prime sono crollati per eccesso di offerta e il reddito pro capite del terzo mondo si è moltiplicato da allora anche il divario con i paesi industrializzati sia cresciuto. Le foreste non sono scomparse .L’acqua è una risorsa rinnovabile ed abbondante.
Per quanto riguarda gli aiuti che provengono da tutto il mondo e in modo particolare dall’occidente, essi spesso finiscono nelle mani di organizzazioni o governanti che non li finalizzano allo sviluppo, ma creano ricchezze nelle mani di pochi che in alcuni casi addirittura li impiegano in banche svizzere.
Nasce dunque l’esigenza di collegare gli aiuti ai risultati, cosa di cui si parla da decenni.
John Kennedy fu il primo che sollevò il problema negli anni ’60. Attualmente molto finisce nelle mani di burocrati del fondo monetario internazionale e della banca mondiale che si accusano a vicenda del fallimento di turno.
Se si cerca di intervenire nella soluzione interna ai paesi, si è accusati di mire colonialiste.
Se s’impongono strutture di controllo dell’uso dei fondi , si immaginano gestioni opportunistiche degli investimenti stessi. Se si creano scuole di formazione e istruzione, si viene denunciati per aggressione culturale, oppure di voler imporre competenze e mestieri utili per successivi sfruttamenti.
Se si mandassero,missionari scortati dai caschi blu, si attaccherebbe subito l’imperialismo della chiesa cattolica.
Secondo gli autori del libro l’etica migliore per gestire l’economia capitalistica globale è quella cattolica essa è la più opportuna e non ostacola il processo di globalizzazione, è stata applicata con successo all’economia. ,anche se la globalizzazione stessa mira ad omogeneizzare le diverse etiche, per integrare meglio i popoli e quando incontra una morale forte cerca di depotenziarla trasformandola in etica sociale. L’etica cattolica quando è stata applicata integralmente come testimonia la storia ha prodotto ottimi risultati ,vedesi il monachesimo benedettino. Il problema è che pochi ,anche nel mondo cattolico sono disposti ad applicarla in tutti gli aspetti della loro vita. Nel modo protestante spesso si vedono politiche economiche e strategie industriali volte all’arricchimento personale con scarsa attenzione alle virtù praticate. L’etica buddista tende addirittura alla diminuzione dei desideri,al fine di arrivare alla perfetta insensibilità verso i bisogni e alla loro soddisfazione. Altre etiche come quella induista sono ispirate e regolate da leggi improntate ad una sorta di fatalismo ,nel quale si attende quasi la necessità si soddisfino da sole. Quelle laiche infine confidano troppo nella natura buona dell’uomo e nella sua razionalità scientifica,con le derive di grandi errori,abusi,eccessi che ne conseguono.
Allora ci si chiede se la morale cattolica è la migliore di tutte, non si capisce perchè non sia stata applicata in economia integralmente. Purtroppo la maggioranza degli uomini almeno in occidente non accettano il fatto che Dio esista e che conseguentemente la vita abbia un senso soprannaturale.
Inoltre da quando l’illuminismo ha dichiarato che l’uomo non è altro che un animale pensante,l ‘economia deve solo preoccuparsi di soddisfare ,i bisogni materiali , perchè quelli spirituali sono un illusione.
Ma la chiesa cattolica cosa suggerisce per affrontare i rischi della globalizzazione
Papa Ratzinger nella sua ultima enciclica Caritas in veritate indica la direzione verso la quale l’uomo e l’economia devono camminare.
“Senza la guida della carità nella verità, questa spinta planetaria può concorrere a creare rischi di danni sconosciuti finora e di nuove divisioni della famiglia umana”.
“l’economia integrata dei nostri giorni non elimina il ruolo degli stati, piuttosto ne impegna i governi ad una più forte collaborazione reciproca.Ragioni di saggezza e di prudenza suggeriscono di non proclamare troppo affrettatamente la fine dello stato. In relazione alla soluzione della crisi attuale, il suo ruolo sembra destinato a crescere, riacquistando molte delle sue competenze”.
“lo sviluppo integrale dei popoli e la collaborazione internazionale esigono che venga istituito , un grado superiore di ordinamento internazionale di tipo sussidiario per il governo della globalizzazione”
Infine l’enciclica dice sostanzialmente che considerare l’aumento della popolazione come causa prima del sottosviluppo è scorretto, anche da un punto di vista economico”
Cosa intende sostanzialmente il papa ?
L’aumento della popolazione nei paesi che vent’anni fa erano considerati “in via di sviluppo” ha loro portato oggi, grazie anche alla delocalizzazione produttiva,benessere e ricchezza, in misura tale da poter tenere in piedi i nostri paesi(ex ricchi e senza figli)
Questi paesi stanno investendo in zone che noi occidentali abbiamo considerato in povertà cronica.
Si stima che in Africa, in via di colonizzazione da parte dei cinesi, fra una decina di anni potranno esserci un paio di miliardi di abitanti. Su questo i cinesi stanno investendo e creando benessere.
Il problema semmai, sarà di quale cultura e quale visione della dignità dell’uomo questi “ nuovi colonizzatori” saranno portatori fra quelle popolazioni. Certo, non quelle cattoliche.

Luigi Fabiano

LUIGI FABIANO
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Torino-25/10/2010: Intervista esclusiva al direttore del Giro Angelo Zomegnan





Torino, Intervista esclusiva al direttore del Giro Angelo Zomegnan: La scelta su Tropea grazie ad un progetto importante presentato dalla provincia di Vibo. Giro 2012 in Usa? «E’ più che un’idea, stiamo avendo più incontri»
di Pasquale Golia

Sarà il Giro d’Italia più duro degli ultimi dieci anni, quello che legherà l’Italia tutta da un comune filo tricolore la prossima primavera. Sette arrivi in salita (24.000 metri di dislivello totale) cronoscalata, strade bianche, tappe trabocchetto, tutto in 3496 chilometri da percorrere attraverso 17 regioni, 62 province e 500 comuni. La corsa rosa che celebrerà i 150 anni dell’Unità d’Italia ha un percorso terribile. Un percorso nato dall’idea di Angelo Zomegnan, il direttore del Giro, erede di Carmine Castellano, che da sei anni oramai disegna la rotta dell’avventura rosa. Quello che abbiamo incontrato sabato scorso al termine della presentazione del Giro 2011 a Torino, è uno Zomegnan soddisfatto, il suo Giro è stato promosso a pieni voti dai prababili protagonisti: «Anche se l’avessero bocciato – ci spiega- io non mi sarei preoccupato. Io ho avuto un grande maestro, Bruno Raschi che diceva sempre Giro bocciato dai corridori, Giro promosso dalla strada, non vorrei accadesse ora il contrario!. A parte la battuta, creso che Rcs abbia fatto il massimo per disegnare un Giro spettacolare, duro chew premierà davvero il più forte corridore nelle tre settimane». Dopo tre anni il Giro torna il Calabria, il 14 maggio. L’ultima volta proprio il 14 maggio 2008 a Catanzaro Lido:«Si è vero, torniamo in Calabria e vi dirò anche che lo scorso anno Catanzaro è anche andata vicina ad avere la partenza del grande Giro, alla fine poi optammo per Amsterdam per ovvie ragioni di internazionalizzazione della Corsa, senza nulla togliere a Catanzaro. Vede la Calabria – spiega Zomegnan- è funzionale al Giro d’Italia 2011, con il passaggio in Calabria riusciremo a toccare 17 regioni su 20. La provincia di Vibo Valentia ha perorato una causa importante, noi l’abbiamo sposata e quindi il Giro tornerà a Tropea, dove nel 2005 si impose Bettini alla fine di un toboga molto interessante». Ma qual è il Giro a cui Zomegnan è più affezionato: «Il Giro più bello per me sarà il prossimo, tutti gli altri sono uguali». Affermazione che cela un grande progetto, far partire la corsa rosa dagli Usa, da Washington. «E’ il nostro progetto, è vero – rivela Zomegnan - c’è un lavoro, non so se proficuo o meno, comunque costante. C’è uno scambio di informazioni continuo. C’è stato un incontro attraverso una conference call lo scorso 21 ottobre, ne avremo un altro il 28 ottobre, incontri oramai a cadenza settimanale. Se ci saranno i presupposti partiremo da Washington, altrimenti, fortunatamente, ci sono altre località che vorrebbero la partenza del Giro, e sottolineo in più paesi del mondo».

Torino-25/10/2010:Giro durissimo. Una sola tappa in Calabria.




Torino, Giro durissimo. Una sola tappa in Calabria.
di Pasquale Golia

In una Torino già colorata di rosa,ed in particolare nella splendida cornice del teatro Carignano, è stato svelato ieri il percorso del Giro d’Italia 2011, quello che celebrerà i 150 anni dell’unità d’Italia. Un filo tricolore legherà, infatti, per tre settimane l’intera penisola con 17 regioni attraversate su 20. 3496 chilometri di un viaggio rosa che inizierà sabato 7 maggio da Torino. Una cronosquadre affascinante, si partirà dalla Reggia di Venaria e si arriverà nel cuore di Torino, la prima capitale d’Italia. Poi volatone da Alba a Parma, poi la Reggio Emilia-Rapallo, con Appennini in mezzo ad invogliare fughe, e quindi la Quarto-Livorno, per commemorare i 1000. Si riparte da Piombino e si arriverà nella magnifica Orvieto, negli ultimi chilometri a rendere eroiche le gesta dei corridori, così come lo scorso anno a Montalcino, le strade bianche. Il primo arrivo in salita sarà la Maddaloni-Montevergine di Mercogliano, sopra Avellino: il Giro ci ha sempre tenuto ad onorare le due anime di un’Italia garibaldina e cattolica, ed i santuari sono da sempre stati visitati dai Girini (Vicoforte, La Madonna della Guardia, Oropa... la Vergine di Mercogliano è ormai una tradizione per la corsa rosa). Sabato 14 maggio il Giro tornerà in Calabria. Da Sapri si viaggerà alla volta della splendida Tropea, 214 chilometri in tutto a cavallo del Tirreno, passando per Paia a Mare, Paola, Amantea, poi Pizzo sino a Tropea. Qui nel 2005 vinse Paolo Bettini. Appena il tempo di rifiatare, minitraghettata oltre Sciddi&Cariddi, e domenica 15 maggio ci sarà il primo tappone, con un arrivo all’Etna che sarà preceduto da altre salite: il vulcano nero sarà il giudice della prima settimana. Lunedì riposo, lungo trasferimento sino a Termoli,in Molise tutti in traghetto fino a Vasto, in Abruzzo, e da lì si ripartirà verso Teramo (forse la partenza sarà dal Molise, da Termoli). Poi si salirà fino a Castelfidardo (sempre per commemorare le battaglie risorgimentali) e giovedì ci sarà una tappaccia che è ormai d’obbligo, su e giù per i colli romagnoli, con la salita di Bertinoro (omaggio ad Pambianco) prima di arrivare a Ravenna. Venerdì 20 si ripartirà da Spilimbergo, si salirà verso il Grossglockner in Austria. Prima tappa dura di una tre giorni da inferno. Poi sabato la prima delle tappe regine di questo giro, la Lienz Monte Zoncolan, 210 km, 4 gran premi della Montagna, il Monte Crostis, lunghissimo, interminabile, con pendenze asfissianti, poi uno sterrato di 6 km, e infine lo Zoncolan preso da Ovaro, salita troppo celebre ormai per abbisognare d’ulteriori spiegazioni. Tappa meravigliosa, da non perdere. La tre giorni terribile il 22 maggio con la tappa da Conegliano veneto a Gardeccia, la tappa della Cima Coppi del Giro 2011, passo Giau, quota 2236. Il 23 maggio secondo ed ultimo giorno di riposo. Ritemprate le forze .torna una cronoscalata, 12,6 chilometri da Belluno sino al Nevegal, pendenza media all’8,3%. Penultimo arrivo in salita a a Macugnaga, un’inedito. La vera resa dei conti finale però ci sarà sabato 28 maggio. Da Verbania si viaggerà alla volta del Sestrière, cent’anni dopo la prima scalata da parte del Giro. Conclusione a Milano, il Giro torna nella sua sede naturale, o meglio nella sua casa. A regalare emozioni sarà una cronometro di 32 chilometri nel centro della città. Un Giro duro dunque ed anche per questo affascinante, da vivere d’un fiato. Sarà un Giro italiano con la sfida Nibali, Basso, a tenere tutti con il fiato sospeso. «Questo Giro mi piace molto – ha spiegato Vincenzo Nibali- mi ricorda molto la Vuelta che ho vinto quest’anno mi piacerebbe vincerlo», quasi un avvertimento. Non c’era lo sfidante Ivan Basso, ma c’erano tutti gli altri grandi corridori italiani. Ballan, Cunego, Petacchi, Scarponi, tutti con un sogno rosa da inseguire. Nonostante le poche tappe per velocisti Alessandro Petacchi non vede l’ora di correrlo questo Giro. Sarà faticoso, anzi durissimo per noi velocisti – ha spiegato- però sono pronto a lottare nelle tappe alla mia portata». Insomma, Il Giro è sempre il Giro: «Questa è la corsa degli italiani e non importa se sia duro o meno, il Giro lo si ama sempre e comunque – ha sintetizzato il campione italiano Giovanni Visconti».

Trebisacce-28/10/2010: Incontro alla Cmaj con la Confesercenti

Trebisacce, 12 Ottobre 2010


Agli Imprenditori del Commercio, Turismo e servizi di Trebisacce .

Cari colleghi,
la presente per invitarVi il prossimo 28 Ottobre 2010 alle ore 17.30, nel salone della Comunità Montana, Via Galilei-Trebisacce (pal. Gatto), al fine di presentare l'apertura di una sede zonale sul Vs Comune della Confesercenti, la sua articolazione sul territorio, la progettualità e le azioni nei settori di riferimento, nonchè i suoi servizi.
Per tale ultima ragione nel corso dei lavori saranno presentate le convenzioni poste in essere dal sistema Confesercenti, ed in particolare lo “strumento di COSVIG” quale opportunità di accesso al credito per le ns micro e piccole aziende; in tale occasione saranno infatti illustrate le procedure per presentare richieste di finanziamento sia con Istituti di credito nazionali (es. Montepaschi Siena e Banco Napoli), sia Istituti di credito del territorio (es. Banca di Credito Cooperativo dello Jonio).

La serata sarà utile opportunità valutare insieme le criticità che toccano il sistema distributivo e le tematiche del turismo balneare a Trebisacce. Eventualmente, con la volontà degli associati, si potrà riorganizzare il gruppo di soci Confesercenti di Trebisacce già presenti, nonché con l'adesione di nuovi operatori, e sviluppare un piano di lavoro condiviso.

Parteciperanno
• Mario De Martino, già Presidente della sez. locale della Confesercenti
• Francesco Baggetta, Direttore Provinciale Confesercenti
• Vincenzo Farina, Responsabile Area Turismo Confesercenti Calabria

Durante i lavori sono previsti interventi programmati.


Il Direttore Provinciale Confesercenti
dott. Francesco Baggetta

Trebisacce-25/10/2010:JUVENILIA – GIM ROSE 1 - 2

JUVENILIA – GIM ROSE 1 - 2

JUVENILIA: Paladino, Venneri, Napoli, Dursi, Gerundino (dal 26‘ st Rizzo G.), Ripoli (dal 25’ pt Franco), Falcone, Rotondaro, Pesce, Infantino, Vitale (dal 7’ st Praino). In panchina: Durso, Rizzo E., Introcaso, Gallotta. All.:Ripoli.
GIM ROSE: Perna, Filice, Gagliardi, Caruso, Tusi, Miceli, Perri F. (dal 37’ st Viteritti), Carbone, Ricchio, Puntillo (dal 40’ st Smeriglio), De Rose Michael. In panchina: Perri M., De Rose Manuel, Volpentesta, Consoli, Marigliano. All.:De Luca.
ARBITRO: Monesi di Crotone.
MARCATORI: 26’ pt Infantino (J), 28’ pt Venneri aut. (GR), 23’ st Ricchio (GR).
MIGLIORE IN CAMPO: Tusi (Gim Rose).



LA GIM ROSE PASSA A ROSETO CAPO SPULICO
ANCORA UNA SCONFITTA PER LA JUVENILIA

Ancora una sconfitta per la Juvenilia. I rossoblù non riescono a dare continuità al buon pareggio conquistato sette giorni prima sul campo della Talao e restano malinconicamente sul fondo della classifica, non approfittando dei contemporanei k.o. di San Fili, Crucolese e Campana, rivali dirette nella corsa verso la salvezza. Applausi, invece, per la Gim Rose, capace di imporsi per 2-1 al “Comunale” di Roseto Capo Spulico e di centrare il suo primo successo esterno stagionale: questa vittoria proietta la squadra di De Luca a ridosso della zona play-off.
La partita si accende improvvisamente a metà del primo tempo. Al 25’, Ripoli, giocatore-allenatore della Juvenilia, è costretto ad abbandonare il campo per infortunio e a lasciare il posto a Franco. I suoi ragazzi, però, non si perdono d’animo e trovano il gol del vantaggio appena un minuto più tardi: Infantino si rende protagonista di una bella azione personale, chiusa con un tiro che supera Perna. Passano altri due giri d’orologio e arriva l’immediato pareggio degli ospiti: Venneri devia il pallone nella propria porta e batte imparabilmente Paladino.
Trascinata da un ottimo Tusi, migliore in campo in assoluto, la Gim Rose mette la freccia al 23’ della ripresa. Ricchio, al rientro dopo un turno di stop per squalifica, firma il definitivo 2-1 con una gran conclusione da fuori area: è il secondo gol in campionato per l’attaccante gialloverde.
A questo punto, i padroni di casa si riversano in avanti alla ricerca del pareggio e inseriscono anche Giuseppe Rizzo per dare più qualità alla manovra offensiva. Gli ionici si rendono pericolosi con Falcone, ma rischiano anche di subire la terza rete su alcune rapidissime ripartenze degli ospiti. La Gim Rose vince con merito e inguaia ulteriormente una Juvenilia sempre più in difficoltà.

Francesco Cozzo

domenica 24 ottobre 2010

Trebisacce-24/10/2010:“il codice disciplinare per i dirigenti scolastici”.-di Gianni Mazzei


Leggo con stupore che è operativo, con circolare emanata dal ministro
Brunetta, “il codice disciplinare per i dirigenti scolastici”.
In questo codice si dice chiaramente che chi pubblicamente critica la
riforma Gelmini compie atti lesivi nei riguardi del governo e andrà
incontro a sanzioni anche economiche come la sospensione dello
stipendio.
Se dovesse passare tale assurdità, ci saranno poi possibilità di
intervento da parte dei dirigenti scolatici nei riguardi dei docenti.
Io penso che si debba denunciare preventivamente il ministro Brunetta
perché viola la Costituzione,art 21 che così recita:” tutti hanno
diritto di manifestare liberalmente il proprio pensiero con la parola,
lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
E’ assurdo che possa passare inosservato questo atteggiamento
autoritario, presente solo in società omologabili e succubi, che non
tiene conto di un principio cardine dell’illuminismo, lumeggiato da
Kant in quell’aureo scritto”Che cosa è l’illuminismo?” quando
sostiene:” l’uso pubblico della propria ragione dev’essere libero
sempre”,
Il dipendente della pubblica amministrazione ha il dovere di
applicare le normative emanate dall’alto, ma ha il diritto sacrosanto
di criticarle nelle sedi opportune.

Gianni mazzei
trebisacce