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sabato 27 novembre 2010

Trebisacce-26/11/210:Udienza dibattimentale del procedimento penale a carico di Franco Petramala, Antonio Scalzo e Pierluigi Carino,

Trebisacce:26/11/2010
La macchina della Giustizia procede inesorabile lungo il suo cammino. Lo scorso 22 novembre si è tenuta l’udienza dibattimentale del procedimento penale a carico di Franco Petramala, Antonio Scalzo e Pierluigi Carino, rispettivamente Direttore Generale ASP Cosenza, Direttore Sanitario ASP Cosenza e Direttore Sanitario dell’Ospedale G. Chidichimo, in carica al momento dei fatti di causa. I tre dirigenti sono imputati per aver omesso di collocare, nel complesso operatorio, nei reparti di degenza e nel pronto soccorso, idonei impianti ed apparecchiature destinate a prevenire disastri o infortuni, nonché per aver omesso di provvedere alla messa in sicurezza dei luoghi di lavoro del P.O. di Trebisacce. Come noto, le irregolarità riscontrate dai NAS di Cosenza, secondo la Procura delle Repubblica riconducibili alle condotte criminose degli imputati, hanno determinato la chiusura del blocco operatorio e la sospensione dei ricoveri nei reparti di chirurgia e ginecologia-ostetricia, arrecando disagi e disservizi all’intera popolazione, costretta a rivolgersi ai lontani ospedali di Corigliano, Rossano, Castrovillari e Policoro. Nel corso dell’udienza, l’avv. Luca D’Alba, difensore della Onlus Cittadinanzattiva - Tribunale per i Diritti del Malato, ha presentato l’atto di costituzione di parte civile chiedendo la condanna degli imputati al risarcimento dei danni derivanti dai fatti loro contestati, quantificati dal legale in almeno 500.000 euro. “Tra le finalità di Cittadinanzattiva - afferma l’avv. D’Alba - vi è quella di limitare e rimuovere gli attentati all’integrità fisica e psichica delle persone negli ambienti dei servizi pubblici e sociali, per garantire un corretto rapporto tra il paziente e la struttura sanitaria. L’ammissione della costituzione di parte civile, seppur non porterà alla riapertura dei reparti di fatto soppressi, rappresenta il riconoscimento, da parte della Giustizia, del diritto dei cittadini a non sottostare agli atti di mala gestio di chi siede ai vertici delle amministrazioni”.
Franco Lofrano

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