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domenica 26 giugno 2011

Trebisacce-26/06/2011:Una proposta per il "Chidichimo"

Una proposta per il "Chidichimo"

Scritto da Pino La Rocca

TREBISACCE L’ospedale di Trebisacce può essere salvato dalla scure dei tagli e, insieme a quello di Praia a Mare, avere un ruolo come ospedale di confine, in grado sia di garantire l’emergenza sanitaria nella vasta zona dell’Alto Jonio che verrebbe a trovarsi scoperta di qualsiasi presidio sanitario, sia di intercettare e quindi ridurre la migrazione sanitaria dell’utenza verso la Lucania e la Puglia. Migrazione che, vista la prossimità dei paesi più a nord della Calabria all’ospedale di Policoro (MT), diventa quasi fisiologica perché la gente, quando ne ha bisogno, si rivolge agli ospedali più vicini. Specie se questi ospedali a volte sono più efficienti dei nosrti! Il “Chidichimo”, in questo contesto, può avere dunque un ruolo ma non può tornare ad essere una fotocopia di Rossano e Corigliano. deve essere invece riconvertito attraverso una proposta “intelligente”, che venga confezionata in loco dai referenti politici locali in collaborazione con gli operatori sanitari e che possa trovare accoglimento presso la Regione Calabria. Questo il suggerimento del neo-commissario dell’Asp cosentina dottor Giancarlo Scarpelli proposto ai sindaci nel corso del recente incontro tenutosi a Cosenza per fugare le preoccupazioni diffusesi sul territorio circa la possibile chiusura della Cardiologia-Utic che, come evidenziano i dati ufficiali dell’Asp, per produttività è al secondo posto nella Provincia dopo quella di Cosenza. Così come del resto sono produttivi il Pronto Soccorso e il 118 del “Chidichimo” che in un anno gestiscono migliaia di emergenze sanitarie soprattutto per la prossimità alla S.S. 106 Jonica. Sono dati oggettivi che ovviamente non sfuggono a un Commissario particolarmente attento come ha dimostrato di essere il dottor Giancarlo Scarpelli, vissuto del resto nelle corsie ospedaliere prima di prendere posto dietro la scrivania, così come non gli sarà sfuggita l’anomalia costituita dal fatto che la regione Calabria negli ultimi anni ha pagato alla Basilicata ed alla Puglia circa 8milioni all’anno di spesa sanitaria passiva. Spesa che, da previsioni molto attendibili, sarebbe arrivata a 13milioni da quando l’ospedale di Trebisacce è stato inopinatamente “azzoppato”. Il problema numero uno adesso è quello di andare alla ricerca di una o più “specialistiche” che non siano presenti in zona e neanche in Provincia, tali che possano giustificare la presenza almeno di una sala operatoria in grado, all’occorrenza, di fronteggiare almeno le emergenze più gravi che non consentono il trasferimento verso altre strutture ospedaliere. Saranno in grado i referenti politici e gli operatori sanitari di individuare una proposta “vincente” che possa convincere il governo regionale? A giudicare dal primo approccio al problema non c’è da esserne troppo sicuri perché nel corso dell’ultimo incontro, organizzato dall’on. Mario Franchino per illustrare agli addetti ai lavori il resoconto dell’incontro con il Commissario Scarpelli, sono emerse non poche divergenze, ma sono emerse anche alcune indicazioni su cui lavorare a fondo. Visto che la programmazione sanitaria è in capo al governo regionale ed ai suoi referenti territoriali, perché – ha detto giustamente qualcuno – la proposta non la individuano loro sulla base dei bisogni e delle lacune sanitarie oltre che dei dati della migrazione sanitaria passiva? Loro hanno i dati nelle mani e possono operare scelte oggettive, che non siano influenzate in alcun modo. Noi ci auguriamo non sia un espediente per dire: Non si sono messi d’accordo e allora non se ne fa niente! Speriamo non sia così e comunque di tutto questo si continuerà a parlare e a discutere in attesa della imminente visita in loco del Commissario prevista per il 30 giugno alle ore 17.00 e, sicuramente, almeno fino a ottobre/novembre, perché fino al prossimo autunno, secondo il patto sottoscritto l’altro giorno dal dottor Scarpelli e dai sindaci, l’ospedale non sarà toccato. «Chi si deve ammalare – ha commentato ironicamente qualcuno – faccia presto, perché l’ospedale sta per chiudere!».
Pino La Rocca

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