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sabato 18 giugno 2011

Trebisacce-17/06/2011: "il tempo etico"-Le ragioni della legalità


Trebisacce:17/06/2011
Chiesa, politica, associazioni, scuola e prefettura insieme per contrastare l’azione mafiosa. Occorre che ogni cittadino scelga di fare la propria parte per concorrere alla costruzione di una società civile migliore basata sul rispetto delle regole. Commento a caldo: Certo,è giusto! Ma come può un cittadino che vive in uno stato di bisogno quotidiano come disoccupato decidere in piena libertà e autonomia di pensiero? Il potere mafioso trova adepti proprio dove c’è miseria che sviluppa la volontà criminale. “Il tempo etico-le ragioni della legalità”, è il titolo dell’incontro pubblico che si è tenuto, venerdì 17 giugno, nella sala del cinema-teatro Gatto, organizzato dalla locale Associazione Turistica Pro Loco, di cui è presidente Marco Verri, e patrocinato dalla Presidenza del Consiglio regionale. Presenti in sala associazioni di categoria,di volontariato,culturali,dirigenti scolastici,pochi giovani e in rappresentanza tutte le forze dell’ordine anche con i loro comandanti. Marco Verri ha precisato che .”è solo il primo incontro dei sei previsti dal progetto elaborato che avranno lo scopo di sensibilizzare alla cultura della legalità, al rispetto delle regole tutti i cittadini, perché partendo dal nostro piccolo possiamo concorrere a cambiare gli eventi malavitosi che turbano e disturbano la nostra comunità regionale”. Il sindaco Mariano Bianchi ha posto l’attenzione sulla sicurezza e sulla salute dei cittadini quali elementi imprescindibili da offrire ad una comunità civile. Il sindaco si è anche posto il problema:”Cosa deve fare il cittadino, oggi, per poter affermare il principio del rispetto delle regole?”. Ha aggiunto che vi è un progetto complessivo sulla video-sorveglianza e quello sulla “Caserma permanente” che ospiterà nel futuro i Vigili del Fuoco e con tutti i mezzi e anche sull’ospedale “Guido Chidichimo” si spera di poter ottenere la non chiusura ad ottobre prossimo del reparto di Cardiologia. Interventi questi mirati a garantire sicurezza e salute ai cittadini. Infine ha affermato che ritirerà la targa “No alla Mafia” presso la regione, da Salvatore Magarò, perché Trebisacce vuole essere tra i centri virtuosi che dicono di no al potere mafioso. Mons. Francesco Oliva,amministratore pro-tempore della Diocesi di Cassano Ionio, ha affermato che la fede è l’unica forza possibile capace di contrastare e vincere sul male rappresentato dalla mafia. La chiesa si muove sia denunciando il fatto mafioso perché così insegna il Vangelo e sia intervenendo sull’azione formativa attraverso la quale la legalità diventa fondamentale per la convivenza civile fatta di libertà, giustizia e pace tra gli uomini, all’interno di un federalismo solidale che impone il rispetto dei diritti e dei doveri tra gli uomini. Impossibilitato a intervenire Pasquale Crupi, Capo di Gabinetto alla Presidenza del Consiglio regionale,che ha inviato una lettera con la quale tra l’altro ha sottolineato che ognuno di noi con piccole cose e gesti mirati all’affermazione del principio della legalità si potranno raggiungere grossi risultati per abbattere il potere mafioso. Salvatore Magarò,Presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta,ha affermato: “Nel territorio e dal territorio la reattività alla subcultura mafiosa è variegata e pressante. Le innumerevoli iniziative, che nascono dal basso per potenziare la cultura democratica che di per sé è cultura contro l’arroganza e la prepotenza mafiosa, testimoniano di un ottimo raccordo con la Regione che si è realizzato fin dall’insediamento di questa legislatura. L’impegno contro la mafia del presidente Scopelliti, della Commissione che mi onoro di presiedere e dell’intero Consiglio regionale, sta coinvolgendo i cittadini e le amministrazioni locali più attente e sensibili come, in questo caso, quella di Trebisacce”. E’ arrivato il momento che il cittadino dica da che parte sta e si comporti di conseguenza, perché il fenomeno mafioso è l’emergenza della nostra regione. Le mele marce vanno isolate. Si può iniziare con l’”Antimafia per lo sviluppo” vigilando sugli appalti pubblici e impedendo infiltrazioni mafiose. La regione si deve costituire parte civile nei processi contro la mafia e inoltre sui beni confiscati alla mafia e assegnati alle cooperative sociali la regione interverrà con un contributo del 10% per le ristrutturazioni in modo da utilizzare gli immobili e avranno un ufficio regionale dedicato per risolvere i tanti problemi anche burocratici che ci sono. Il mio sogno, ha concluso Magarò è di scrivere una favola”C’era una colta la ‘ndrangheta”. Raffaele Cannizzaro, Prefetto di Cosenza, ha affermato che le persone percepiscono la micro criminalità come furti rapine, scippi e ne sono infastiditi e che il recupero dei comportamenti legali attiene alla funzioni specifiche del prefetto. Denuncia l’incapacità delle istituzioni a consegnare i beni requisiti alla mafia pronti per l’uso alle cooperative sociali. Questi beni vanno adeguati alle esigenze e occorrono degli interventi di ristrutturazione per poterli utilizzare nel sociale. Debellare la delinquenza è difficile, ma si può puntare sul ‘controllo sociale’ quale arma possibile per rendere compatibile la convivenza civile. “E’ possibile che i cittadini non sappiano se un candidato è mafioso?”, ha chiosato il Prefetto. Alla fine la Pro Loco ha offerto ad ognuno dei relatori una riproduzione dei referti archeologici di fattura artigianale del maestro Franco Malomo.
Franco Lofrano

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