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lunedì 20 giugno 2011

Trebisacce-15/06/2011: L'Unità d'Italia


L’Unità d’Italia
Oggi 31 maggio 2001, ci siamo riuniti nell’Aula Magna del Liceo Scientifico di Trebisacce, con il Dirigente Scolastico Tullio Masneri e i professori Gianni Mazzei, Concetta Cardamone e Geltrude De Rose e ancora tanti artisti e giornalisti e persone del luogo e di altri paesi vicini per parlare dell’Unità d’Italia. Il grande Garibaldi insieme a questi grandi eroi Camillo Benso Conte di Cavour, Giuseppe Mazzini, Gioberti e Carlo Cattaneo, Cesare Balbo realizzarono il grande sogno di unire l’Italia. Quando Garibaldi e Vittorio Emanuele II si sono incontrati a Teano, con la bandiera in mano hanno gridato:”Noi siamo fieri che abbiamo onorato la nostra bandiera. Viva l’Italia unita!”. Anche i loro cavalli si sono inginocchiati. Noi li ricordiamo sempre e con una forte stretta di mano che gridiamo:”Questi grandi eroi non vanno mai dimenticati che hanno dato la loro vita per avere l’Italia unita!”. I grandi eroi ,i Fratelli Bandiera, sono stati fucilati dai Borboni nel Vallone di Rovito e prima di morire hanno gridato:”Viva l’Italia, Viva l’Italia unita!”. E i Borboni li hanno seppelliti. Sono morti, ma continuano a vivere nei nostri ricordi e sulle pagine di storia insieme ad altri grandi eroi. Abbiamo anche un eroe trebisaccese e si chiama Nicola Corigliano e un eroe di Castroregio che si chiama Raffaele Camodeca che meritano un applauso forte che per avere l’Italia unita sono morti. Ad Albidona i Borboni nel 1848 hanno fatto strage forte e in particolare il 23 Aprile,era la Festa di Pasqua, è rimasto nella storia la “Pasqua di sangue”. Il sangue scendeva lungo le ‘infrecciate’, le famiglie piangevano a casa disperate, il notaio Dramissino è stato rinchiuso nelle carceri di Procida e per la disperazione si suicidò. Il Capitano Giambattista Scillone era contro i Borboni e, d’intesa con Garibaldi, di giorno si nascondeva nel bosco della ‘foresta Caccia’ e di notte si nascondeva nella masseria di ‘Gacci’. Il Capitano si costruì un bastone di ulivo per appoggiarsi e un giorno quando arrivò dinanzi la masseria il bastone sprofondò nel terreno melmoso, perché pioveva a dirotto e non riuscì a tirarlo più fuori. Quel bastone restò lì conficcato nel terreno e vegetò divenendo con gli anni un ulivo secolare e sempre fiorito e dicono gli albidonesi che:”Questo ulivo ha una storia infinita, perché è l’ulivo dell’Italia Unita”. A tutti un caloroso abbraccio dal Presidente dell’associazione dei Combattenti e Reduci di Trebisacce.
Michele Lofrano

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