Reggio Calabria, 18.06.2011
“L’affondo di forze dell’ordine e magistratura in Calabria è, dal punto di vista della lotta alla mafia, veramente formidabile. Gli importanti risultati conseguiti testimoniano un impegno che ci fa sperare. Ognuno di noi, pertanto, ha il dovere di proseguire nell’azione di risanamento, sapendo che altrimenti non c’è speranza. La politica certamente deve anticipare l’azione giudiziaria ed eliminare dal suo interno le mele marce che rischiando di renderci tutti impresentabili”. L’ha sostenuto il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta Salvatore Magarò a Trebisacce, nel corso di un incontro pubblico dal tema “Il tempo etico- le ragioni della legalità”, svoltosi al cinema-teatro Gatto. Ha aggiunto: “Aldilà di polemiche pretestuose e in parte anche fisiologiche se vogliamo, sul tema della lotta alla criminalità l’unità delle forze politiche è un valore da non disperdere. Perciò esprimo perplessità, quando per polemizzare si butta nel calderone anche ciò che di buono stiamo facendo soprattutto nella Commissione che ho l’onore di presiedere. Il Governo ha mosso, legittimamente, delle osservazioni ad alcune leggi da noi approvate e noi abbiamo già provveduto ad emendare i testi legislativi. Guardate - ha spiegato Magarò - lo scenario della politica calabrese, facendo la tara delle polemiche sterili, è radicalmente mutato. S’è mosso fin dall’inizio di questa legislatura lungo la linea del rinnovamento che per noi deve essere irreversibile. Alla guida della Regione c’è un Presidente che, pubblicamente, si schiera contro la mafia e si adopera con atti e fatti concreti per far fare alla Calabria passi in avanti. Certo, la strada da fare, per sconfiggere le mafie, è tanta, perché oltre agli aspetti repressivi essa implica l’esistenza di zone grigie, in cui imperversano ingiustizie, lavoro nero e ricatti, per cui occorrerà operare su più fronti, primo tra tutti la grande e preoccupante disoccupazione giovanile ed il sostegno alle famiglie, specie quelle disagiate, che rappresentano la cellula fondamentale della società”. Ha concluso: “Quando si asserisce che occorre essere testimoni di libertà, come ci ricorda il mondo cattolico, ci rendiamo tutti conto di cosa una frase del genere significhi in Calabria: fare una rivoluzione dei costumi. Questa battaglia la Regione Calabria oggi intende ingaggiarla, ma la parte migliore della società civile deve essere assieme a noi protagonista del nuovo corso, perché se agiamo da soli, ognuno chiuso nel proprio limitato confine, questa battaglia di civiltà non la vinciamo. Al Governo, ovviamente, chiediamo uno sforzo in più, perché non c’è dubbio che la mafia si sconfigge anche rendendo conveniente l’essere a favore della legalità, in una terra in cui il lavoro è una merce rara. Lo sviluppo economico e sociale rimane, pertanto, la strada principale su cui forze politiche, sociali e culturali calabrese debbono insistere. Più occasioni di lavoro forniamo ai nostri giovani, meno braccia finiscono nelle zone oscure della criminalità”
L’Ufficio Stampa
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