POLITICA: PASSARE DA UNA OLIGARCHIA RAPPRESENTATIVA A UNA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA.
Come Popolari glocalizzati, al termine delle passate elezioni regionali, abbiamo fatto una serie di riflessioni che riprendiamo per dare continuità politica alla nostra azione di sensibilizzazione del territorio: “Oggi pomeriggio si è conclusa una campagna elettorale regionale che ha avuto un unico vincitore, l’astensione, espressione del malcontento popolare. Il non voto mette in evidenza il distacco della gente che non si sente capita e rappresentata dalla classe dirigente. Questo dato è reso ancora più significativo da quanto emerge in molti seggi dove quasi la metà degli aventi diritto al voto ha ritenuto inutile, in questo momento storico, esercitare uno dei diritti fondamentali di un sistema democratico, l’esercizio dei diritti politici. “ ; “Per chi guarda dall’esterno, e non è organico alle varie oligarchie che cercano di controllare il Paese, l’andamento ed i risultati di queste elezioni danno delle indicazioni precise sullo stato d’animo e su che cosa pensa l’elettorato.”.
“Il grande limite attuale delle oligarchie è il pensare di poter indirizzare il modo di vedere e pensare dei cittadini, senza prendere atto che l’aumento del livello culturale medio e la globalizzazione, che porta milioni di persone a visitare altri Paesi, per turismo, studio, lavoro, solidarietà, permettono di vedere come, altrove, gli stessi problemi quotidiani sono risolti velocemente ed in forma efficace.”
“La partecipazione elettorale dimostra che è necessario affrontare le vere emergenze del paese, tipo: l’emergenza economica, l’emergenza dell’informazione, l’emergenza sociale di uno stato post-fordista, l’emergenza burocratica.”; “Tutti questi aspetti ci conducono alla vera emergenza rappresentata dalla crisi della democrazia come veniva intesa nel secolo passato. La crisi della democrazia è strettamente collegata alla crisi della rappresentanza. “.
L’analisi si concludeva con “il vero pericolo è rappresentato dalla senso di impotenza che la gente vive, per cui allarga le braccia, si arrende, non partecipa più e si relega in meccanismi informali atti a garantire il suo sistema di vita”.
Dopo queste elezioni amministrative possiamo tranquillamente affermare che le persone hanno smesso di arrendersi e di allargare le braccia ed hanno cercato soluzioni al di fuori dei vecchi schemi ideologico-sociali.
La parola d’ordine è stata “il cambiamento a tutti i costi”.
I cittadini che vivono sulla propria pelle lo sbandamento morale, sociale ed economico del Paese Italia, hanno preso atto del fallimento del progetto della Elite che ha guidato il Paese nella cosiddetta seconda Repubblica. Il tentativo di dar vita ad una democrazia individualistica, avulsa da principi morali e comportamenti eticamente orientati, nominando oligarchicamente i rappresentanti del popolo, ha dimostrato tutti i suoi limiti.
Non è pensabile di avere in Parlamento persone non in grado di perseguire il bene comune, persone non in grado di semplificare e migliorare la complessità della vita dei cittadini, con l’unico obiettivo di sostenere interessi particolari.
Questa incapacità politica di affrontare i problemi quotidiani, questa mancanza di proposte concrete, questa non conoscenza delle difficoltà quotidiane e l’assenza da un territorio che solo sul piano formale li ha eletti, sono le cause di un voto amministrativo che assomiglia ad una rivoluzione, che condanna il tipo di organizzazione partitica che ha cercato di ingessare il sistema.
Una forte richiesta sale dalla base, la volontà dei cittadini di contare di più scegliendo, di scegliere da soli i candidati, senza sentirsi obbligati a votare solo uomini della nomenclatura.
E’ ora della riforma elettorale necessaria a farci passare dalla oligarchia rappresentativa ad una democrazia partecipativa.
Corrado Tocci - Segretario Politico Popolari Glocalizzati
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