UNA CLASSSE POLITICA INADEGUATA TRASFERISCE IL DEBITO AI NIPOTI
Il Governo con il decreto necessario a contenere il deficit statale ha dimostrato il suo vero volto, una oligarchia incapace di vedere dove si annidano gli sprechi ed i privilegi.
In una democrazia, se la classe politica al potere non è in grado di fare proprie le esigenze del Paese, normalmente si trova una opposizione in grado di rimpiazzarla.
Purtroppo, in questo momento, in Italia non è possibile neanche questo, perché l’Italia non è più un Paese governato da un sistema democratico, ma è governato da un sistema oligarchico.
Tristi quei Paesi governati da sistemi oligarchici.
La bellezza della democrazia sta nel modo diverso con cui si affrontano e risolvono i problemi a seconda delle visioni dell’uomo, della società e della storia che sono a fondamento della forza politica.
Le oligarchie, non avendo a fondamento l’interesse generale ma la difesa di interessi particolari, quando si alternano al potere attuano politiche simili, e paradossalmente, per usare uno schematismo superato, la sinistra fa politiche tipiche della destra, mentre la destra fa politiche tipiche della sinistra.
Il vero problema risiede nella scarsa rappresentatività degli interessi generali di coloro che siedono al Parlamento.
Quando l’Italia era una Repubblica con un Parlamento eletto e non nominato, colui che sedeva in Parlamento aveva fatto un percorso politico, propedeutico-formativo, iniziato con l’elezione a consigliere comunale o provinciale, proseguito poi con l’elezione regionale o al parlamento nazionale.
Questa persona era portatrice di interessi generali di un territorio ben determinato e aveva il compito di andarli a mediare con colleghi portatori di interessi di altri territori.
Con l’attuale sistema elettorale assistiamo a scandali continui, per cui una persona, che ricopriva un ruolo all’interno del sistema burocratico- amministrativo dello Stato, viene nominata-eletta parlamentare con l’obiettivo non di contribuire all’interesse generale ma di presidiare degli interessi che toccano da vicino la componente oligarchica che lo ha fatto nominare.
Purtroppo questa è la realtà che si vive in Italia ed in altri Paesi europei, a questo punto è necessario cominciare a riflettere su quanto questa situazione sia sorretta e alimentata da una strutturazione della Unione Europea fondata su lobby e procedure.
Quando si passa da una democrazia ad altri sistemi rappresentativi cambia l’unità di misura dei parametri che regolano i bisogni sociali, è questo il caso della filosofia che sottende il decreto del Governo sul risanamento del debito pubblico.
I limiti di una gestione oligarchica risiedono nella scarsa capacità di vedere lontano. La oligarchia in base a sui parametri sociali, tipici di una elite, ritiene che determinati comportamenti e privilegi sono indispensabili per il rango ricoperto e che la loro rinuncia assume lo stesso valore che per il pensionato ha il rinunciare a comprare la frutta perché la pensione non è più sufficiente.
Questa discrasia è lampante se si visita la città di Roma, i palazzi del centro della città affittati alla oligarchia burocratica-amministrativa, che gratuitamente può disporre di storiche dimore prestigiose, arredate con lusso e strutturate con tutti i confort, dove può tranquillamente condurre i propri affari, oltre agli interessi dei cittadini. Visitando il centro di Roma si prende atto della occupazione quasi totale dei palazzi-bene romani da parte delle varie direzioni della amministrazione pubblica. Mentre si svende il patrimonio pubblico, si pagano affitti d’oro. Altro aspetto che risalta è quando ci sono le sedute del Parlamento, le strade attigue sono stracolme di centinaia di prestigiose auto blu, molte delle quali in affitto, mentre alle fermate degli autobus centinaia di persone sono in attesa di mezzi pubblici quasi mai in orario.
Stante questa situazione, questo Governo continua a difendere interessi particolari, rinvia alle calende greche, alla prossima legislatura, alle prossime generazioni, l’aggravio di ulteriori sacrifici, ma se ne guarda bene di intaccare i privilegi della oligarchia composta da politici nominati e da lobbisti sotto copertura. Continua a fare dichiarazioni etiche che poi sistematicamente non attua.
Nella città di Roma, altre ai luoghi dove vive la corte collegata al potere, ci sono i luoghi dove vive il popolo con tutti i problemi di una megalopoli pensata millenni fa, dove per fare una metropolitana occorrono decenni, perché ad ogni metro si incontra un reperto, con le periferie cresciute negli ultimi venti anni carenti di marciapiedi, illuminazione, fogne e servizi. Dove le difficoltà delle famiglie si evidenziano nelle varie forme di assistenza sorte sul territorio per alleviare le sofferenze delle persone, che vanno dalle mense alla distribuzione sistematica di beni di prima necessità, soprattutto alimentare. Nei quartieri periferici per permettere alle persone di acquistare frutta e verdura sono sorti dei negozi che vendono prodotti di seconda scelta o la frutta che i supermercati non acquistano, con la filosofia di tutto ad un euro.
In questo quadro il Governo, dopo aver bloccato gli stipendi di chi lavora, ma non i costi necessari per vivere, per continuare a garantire i privilegi esistenti, va ad intaccare parzialmente le pensioni anche di coloro che superano i millequattocento euro lordi, che equivalgono a millecento euro netti.
E’ evidente che il popolo si deve riprendere la sua autonomia e con mezzi democratici deve sgretolare questo sistema gestionale. Pacificamente deve cominciare a riunirsi, prendendo tutte quelle iniziative che la Costituzione permette, per modificare un sistema ingiusto consolidatosi in questi ultimi anni.
Corrado Tocci
Segretario Politico Popolari Glocalizzati
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