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giovedì 21 luglio 2011

Maurizio Compagnone: Antonio Cappussi minaccia di far saltare 60 km di strade costruite per conto della Regione Molise



Maurizio Compagnone: Antonio Cappussi minaccia di far saltare 60 km di strade costruite per conto della Regione Molise
Prosegue la telenovela dell'imprenditore molisano Antonio Cappussi, che aspetta da anni il pagamento di 60 km di strade costruite per conto della Regione Molise.
Esasperato minaccia di distruggerle, incatenandosi di nuovo, dopo che la Regione Molise si è opposta al decreto ingiuntivo e dopo che, a distanza di pochi mesi dalla conclusione della perizia da parte del CTU nominato dal Tribunale, lo stesso Tribunale nomina un nuovo perito. Ora chi pagherà la nuova trafila burocratica? I soliti noti... i cittadini molisani.
“Luca 23:3 Pilato lo interrogò: "Sei tu il re dei Giudei?". Ed egli rispose: "Tu lo dici". Si chiude così la sentita missiva indirizzata al Presidente ff del Tribunale di Campobasso, Vincenzo Di Giacomo, e al giudice onorario, dr.ssa Scacciavillani. Una lettera terribile, di chi è alla disperazione, deciso a rimettere le catene contro una consuetudine che favorisce sempre la P.A. nei confronti dei cittadini. Non trova infatti ancora una soluzione la vicenda dell’imprenditore 89enne che per un anno intero è rimasto incatenato davanti al Consiglio e alla Giunta Regionale del Molise, per vedersi riconosciuto il legittimo pagamento delle strade realizzate su tutto il territorio regionale, oltre 60 chilometri, finanziate due volte dalla Comunità europea e mai liquidate dalla Regione, che quei soldi li ha incamerati dagli anni ’90. Grazie ad una delibera del Consiglio Regionale approvata all’unanimità, l’Esecutivo di Michele Iorio aveva proceduto, sempre all’unanimità, a votare una delibera che riconosceva il beneficio apportato con la realizzazione delle strade, imponendo una transazione all’imprenditore incatenato. “Quando si è alla disperazione – le dichiarazioni di Antonio Cappussi, classe 1922 – si accetta di tutto. Si rinuncia anche a tutti gli interessi capestro pagati alle banche e alle capitalizzazioni dovute agli strozzini. Pur di vedere risolta finalmente una storia senza fine, pur di non finire sul lastrico, pur di non vedere i propri figli e nipoti in mezzo ad una strada si accetta qualsiasi condizione. In seguito alla transazione la Regione si impegnava a pagare quanto pattuito a seguito di presentazione, da parte di un perito nominato dal Presidente del Tribunale, della relativa perizia. Avrebbero dovuto pagare entro 30 giorni, e invece di giorni ne sono passati 90 e la Regione non rispondeva nemmeno alle richieste di colloquio dei miei avvocati. Sono stato costretto a ricorrere ad un decreto ingiuntivo contro la Regione Molise, pur di bloccare le procedure fallimentari. Ebbene la Regione, nonostante sia consapevole di usufruire di strutture viarie in maniera gratuita, si è opposta al Decreto Ingiuntivo, cioè si è opposta al pagamento della somma che essa stessa aveva statuito in via transattiva. Quello che oggi voglio far sapere ai cittadini molisani è che in un momento di crisi economica e occupazionale terribile, con molte famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, si sprecano indegnamente i soldi dei contribuenti. Perché? E’ subito detto. Solo qualche mese fa il Ctu nominato dal Presidente del Tribunale di Campobasso ha consegnato la sua perizia dopo un anno di sopralluoghi, ricerche documentarie, fotografie, rilievi satellitari, misurazioni, conteggi. Il perito, lo ripeto, nominato dal Tribunale, non il mio perito di parte!

Ebbene, domattina dovrà arrivare da Roma il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri per rifare le stesse identiche cose che aveva fatto il precedente perito, con ulteriore esborso di denaro ai danni dei contribuenti e rallentamento della causa, che invece sarebbe stata inserita nella corsia privilegiata prevista da una recente normativa, per la risoluzione in tempi rapidi”. La lettera giunta sulla scrivania del Giudice Di Giacomo ispira qualche riflessione. “Dovrò fare un patto con l’Altissimo – scrive il Cappussi - affinchè possa vedere la fine di questa vicenda? A 89 anni, Sig. Giudice, le forze vengono meno, ci si stanca a vivere. Ma come potrei andarmene sereno sapendo di lasciare i miei figli e mi miei nipoti in mezzo ad una strada? Come posso addormentarmi tranquillo, la sera, con questa spada di Damocle sulla testa? Come possono andare a letto tranquilli, consiglieri e assessori della Regione Molise, gli Avvocati, Presidenti di Tribunale e Giudici, sapendo che un uomo al tramonto potrebbe non avere giustizia? Come si può mettere in dubbio, per l’ennesima volta, la realizzazione di quelle strade? Per questo significa, in definitiva, la nomina di un ennesimo Ctu. E se invece di tornare ad incatenarmi dessi disposizione di farle saltare, quelle strade? Se mandassi un escavatore nottetempo a scavare l’imbocco di ognuna di loro? Se utilizzassi un esplosivo, di notte, per non arrecare danni alle persone? Cosa ci scommetterebbe che tutti quelli che oggi fanno finta di nulla, tutti quelli che dicono che le strade non sono le loro, tutti quelli che dicono che mi sono alzato una mattina e mi sono sognato di fare delle strade, farebbero un putiferio? Se me le sono sognate queste strade, se mi sono alzato una mattina e mi sono messo a mistare vecchie piste, perché non mi denunciano? Perché non mi fanno un ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi? Hanno avuto le traveggole anche i Sindaci dei Comuni in cui tali strade ricadono, che hanno fatto voti alla Regione perché venisse pagata l’impresa Cappussi. E poi, Sig. Giudice, a che pro questa nuova perizia? Che senso ha io proprio non lo capisco. Non ha stima, forse, del Suo collega, allora Presidente del Tribunale Civile, dr. Beatrice? Deve non stimarlo per niente se cancella con un colpo di spugna quello che aveva statuito, nominando il perito che per diversi mesi ha lavorato, ha fatto sopralluoghi, calcoli, misure manuali e satellitari, affiancato ogni giorno, ogni momento, ogni attimo dal perito nominato dalla Regione, ing. Giordano, il quale ha preteso quattro copie (dico quattro) di tutta la documentazione redatta e acquisita dal perito nominato dal Tribunale (foto digitali, foto satellitari, planimetrie, autorizzazioni, lettere, computi metrici, valutazioni, stime, conteggi, calcoli, confrontati e addirittura condivisi dall’ing. Giordano, che ha concordato con le somme ricavate relative al costo a metro lineare delle strade. Stranamente le contestazioni il perito della Regione, che non ha avuto nulla da ridire durante le operazioni peritali, le ha presentate dopo 5 - 6 mesi, evidentemente “spinto” a farlo, prima del meritato riposo. L’ha vista Lei, Sig. Giudice, la perizia redatta dal perito nominato dal Presidente del Tribunale? E la dr.ssa Scacciavillani l’ha vista?
E se non l’avete vista com’è che l’avete cancellata? E tutto il lavoro svolto in un anno circa? Come si può eliminare il lavoro di un professionista affiancato dal professionista della Regione che ha firmato tutti i verbali di sopralluogo senza contestare? Chi le paga le doppie perizie? Se non le pago io le dovranno pagare tutti i cittadini del Molise? Anche quelli che faticano ad arrivare a fine mese con la crisi economica ed occupazionale? Chi glielo dice ai cittadini del Molise che una perizia ordinata dal Presidente di un Tribunale e consegnata solo qualche mese fa non vale nulla e un altro giudice ha ordinato un’altra perizia per le stesse cose? Perso per perso, l’unica cosa che posso fare è incatenarmi di nuovo, a 89 anni, a giorni alterni, davanti al Tribunale e davanti alla Regione perché stanno facendo come Ponzio Pilato. “Non sono responsabile di questo sangue; vedetevela voi!” le parole del Prefetto di Roma, guarda caso, di origine sannita, mentre si lavava le mani davanti alla folla, al cospetto di un Uomo innocente. Regione e Tribunale, pur nei rispettivi ruoli, ripetono quello che è accaduto duemila anni fa: se ne lavano semplicemente le mani! Hanno la possibilità di rendere giustizia ad un uomo, ma non lo fanno, si nascondono dietro i cavilli, le trafile, i giochi del potere. Tutto da capo? Sono stato incatenato per un anno intero davanti alla Regione, dovevano passarmi davanti e fingere di non vedermi, ma le strade le vedevano eccome, quelle non potevano fingere di non vederle! No, io non ce la faccio. Io mi siedo qua, datemi una sedia, la catena già me l’avete stretta attorno al collo. Con me si siederanno, uno al giorno, i miei figli e nipoti. Siamo undici. Al dodicesimo giorno saremo tutti qui, tanto non abbiamo più nulla da perdere. Magari sarete così magnanimi di darci delle case popolari, non ci potremo permettere altro, mentre le auto continuano a sfrecciare sulle “mie strade”…
Luca 23:3 Pilato lo interrogò: "Sei tu il re dei Giudei?". Ed egli rispose: "Tu lo dici".
I Popolari daranno voce a questa vicenda, come promesso alla figlia del Sig. Antonio Cappussi,

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