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martedì 12 luglio 2011

Roma-12/07/2011:COSA NASCONDE LA BCE DIETRO LE MANOVRE CHE IMPONE AGLI STATI FANALINI DI CODA DELL’EUROPA?

COSA NASCONDE LA BCE DIETRO LE MANOVRE CHE IMPONE AGLI STATI FANALINI DI CODA DELL’EUROPA? SMONTIAMO IL CASTELLO DI LEGO E ANALIZZIAMO I SINGOLI PEZZI.
1 Mattoncino - BCE: Iniziamo dall’Organo “benefattore” dell’Europa la BCE: uno dei suo membri che compongono i Comitato esecutivo, non ha lasciato l’incarico dopo la nomina di Mario Draghi a Presidente della BCE, nonostante gli accordi presi.
Chi è il “ribelle” che ha osato opporsi allo strapotere della BCE? E’ l’economista fiorentino Lorenzo Bini Snaghi. In ogni caso gli strateghi della BCE di concerto con lo Staff del Presidente Draghi stanno cercando un “pic indolor” per “toglierselo” di torno, magari con una buonuscita da nababbi, ma il signor no non si accontenta solo del “vile” denaro e quindi si cerca per lui anche una ri-collocazione prestigiosa.
La soluzione che mi balena, anche se sembra fantasiosa, oramai sono abituato ad essere etichettato come un “catastrofista”, che vola sui tetti ma poi la realtà mi ha dato sempre ragione e anche questa volta voglio espormi nei miei voli pindarici. Ricorrerò alla scienza della matematica 1 + 1 = 2.
Fermiamoci per un momento alla situazione italiana, il momento è difficile e tra Tremonti e la BCE non è mai corso buon sangue, questo è risaputo. Cosa fa un Presidente di una squadra di calcio che non rende, il primo passo del suo Presidente, azionista di maggioranza, è sostituire il suo allenatore e quale più ghiotta occasione per la BCE?
Di motivazioni se ne possono essere estrapolare tante, l’economia ha necessità di maggiore smalto, oppure l’economia ha bisogno di un rilancio per le imprese del Paese. - Pronta la ricetta: “Tremonti fatti da parte”, un diktat, velato dall’Europa, tapperebbe la bocca al Leder della Lega e libererebbe Berlusconi di un suo ministro scomodo ed inamovibile.

2 Mattoncino – Grecia: Siamo così convinti che il piano di aiuti alla Grecia risollevi il Paese?
Io ne sono poco convinto, anche se dal punto di vista finanziario la matematica non condanna la Grecia ma a volte la matematica non basta c’è bisogno di legarla ad altri fattori inevitabili:

- Un Paese può si ridurre il suo debito vendendo i suoi asset migliori e rimodulando il sistema tributario e la spesa del pubblico impiego, ma questo vale anche per la Grecia?
Credo di no, la Grecia è un Paese povero, con redditi bassi. Lo stato finanziario della Grecia ci presenta un paese che si trascina con fatica e come possiamo credere alla BCE che continua a fare proclami che la Grecia ce la può fare?
Il futuro che si prospetta per il paese che è stata culla di grandi civiltà è fosco, la Grecia non ha chance di sviluppo economico ha un nodo scorsoi al collo è in un vicolo cieco se paga il debito il paese regredisce, il debito condanna o sviluppo del Paese.
Il macigno del debito è una tegola e pur mettendo in vendita i suoi gioielli, il rapporto debito Pil oggi fermo al 160% non scenderebbe sotto il 140%. Non solo la BCE da sanguisuga quale è non ha concessone deroghe all’allungamento della dilazione del prestito ne alla rinegoziazione dello stesso.

3 Mattoncino – esposizione della Grecia in numeri: la maggiore esposizione è verso la BCE 190 Mld, seguono le banche tedesche per circa 23 Mld, e le francesi per 15 Mld. Con queste cifre la Grecia pur vendendo isole, monumenti, aree protette, suolo pubblico, proprietà del demanio, infrastrutture. porti aeroporti, la rete dei trasporti, la rete telefonica, cedere la sovranità del controllo delle acque e del proprio spazio marittimo, non riuscirebbe in nessun modo a far fronte al debito. Non solo ma bisogna tener conto che pur ammettendo nella capacità della Grecia di far fronte al suo debito, che futuro si prospetta per il Paese?

La Grecia è un Paese in saldo dove poter far buoni affari, le banche tedesche in primis forte del suo prestito di 23 Mld concesso alle Banche greche si sono messe a caccia di buoni affari da fare per i loro clienti tedeschi, e il Governo si da da fare per cartolarizzare più beni possibili utili a sanare le finanze del Paese.
Lo strapotere della Commissione europea dell’FMI e della BCE ha riportato la società ad un nuovo sistema oligarchico, “l’oligarchia della finanza”, dalle armi per la conquista dei territori, alla finanza, meno dolorosa dal punto di vista delle perdite ma altrettanto violenta.
Le Banche concedono prestiti e sono pronti ad ulteriore innesti di liquidità, intanto il debito non più controllabile sale; le entrate non sono più sufficienti a coprire gli interessi che crescono esponenzialmente fino a portare il Paese ad un passo dal default, il paese si ferma i consumi si congelano mettendo sul lastrico un intero stato, ogni forma di ammortizzatore sociale cessa di esistere. Occasione ghiotta per le banche che presentano un conto amaro al Paese, “per rientrare bisogna alienare tutto ciò che il Paese può mettere sul mercato”.
Soccombe sotto la scure della troika la Grecia non potendo più contare su uno stratega come Alessandro il Grande che ha dato lustro al suo Paese.

4 Mattoncino – mercato del lavoro: La Germania ha iniziato ad affacciarci sulle coste greche già nel lontano 1990 dapprima in modo soft, come osservatori.
Poi quando hanno capito le opportunità che la Grecia presentava dal punto di vista strategico, sbocco sul Mare, turismo hanno iniziato ad impiantare i primi insediamenti industriali, per i greci creduloni non gli sembrava, vero opportunità di lavoro, crescita economica, turismo, ma non sapevano che tutto questo nascondeva un piano “bellico” molto pericoloso colonizzare la Grecia, si aspettava la mossa giusta che desse inizio al piano di conquista morbida, l’Euro. Le Banche tedesche sono entrate nel suolo greco, hanno dispensato denaro alle imprese, allo Stato e sono entrate nei capitali dei gioielli ellenici, telefonia, trasporti, porti, aeroporti sistema televisivo, mostrando sempre il volto di benefattori, senza far mai trapelare il vero progetto aberrante che si stava mettendo in piedi.
Entrati nel tessuto socio economico del Paese i cosiddetti benefattori, hanno iniziato a condizionare le scelte del paese ellenico di concerto con il Sindacato. I Benefattori hanno illuso gli stessi sindacati che per aumentare la competitività bisognava intervenire sul costo della manodopera, e i creduloni, almeno voglio pensarlo allontanando da me qualsiasi congettura fuori luogo, si sono fatti abbindolare anche per il finto benessere creato ad artificio dai Benefattori. Il Popolo si era illuso di vivere bene ma non si accorgeva che tutto era fondato su un sistema di cristallo pronto a rompersi in mille pezzi al primo accenno di recessione e così è accaduto.
Nel periodo di benessere virtuale i cittadini continuavano a contrarre debiti, le imprese li seguivano a ruota le banche elargivano senza porsi problemi sapendo che prima o poi tutto sarebbe finito e loro sarebbero rientrate dall’esposizione con i cittadini greci.
Nessun greco si è posto però il problema di capire come mai ci fosse tanta magnanimità da parte delle banche, oggi lo stanno capendo sulla loro pelle. La contrazione economica che ha colpito la globalizzazione ha rivelato il castello di sabbia su cui si basava l’economia greca. Gli interessi crescevano, il costo del denaro saliva e i salari si erano ridotti per accordi pregressi, nel frattempo nessuno ha pensato che tutto potesse essere una trama tessuta a tavolino, un filo logico diabolico, preparare le grandi imprese metalmeccaniche tedesche ad un trasloco in terra greca, dove il costo del lavoro è sicuramente più competitivo rispetto alla Germania a seguito degli accordi pilotati dalle banche tedesche anni prima in periodo di finte vacche grasse.

I conflitti nel futuro non saranno più fatti con armi, ma con strumenti finanziari, molto più aggressivi delle armi, un debito mette a rischio lo sviluppo di una nazione e rende sudditi i suoi cittadini.
Dalla Grecia stiamo imparando a conoscere quale sarà la schiavitù del prossimo 20 ennio, essere sottomessi con la vaselina. Si perderanno posti di lavoro, la produzione crollerà aumenteranno le sacche di povertà, i beni dello Stato finiranno nelle tasche delle banche creditrici, le quali proprietarie di tutto metteranno mano ad aumenti indiscriminati sui servizi primi ad essere rivisti tutto in favore di “Santo Profitto”.

5 Mattoncino – denaro sperperato e Manovre di rientro: La Grecia è il primo paese sotto attacco degli speculatori finanziari, a fine Giugno il Governo Papandreou ha dovuto porre drastici tagli alla spesa pubblica come richiesto da Bruxelles, le più colpite sono state le fasce deboli: ribassati gli stipendi pubblici, le pensioni, ridotta l’assistenza sanitaria, ma l’intervento principale lo ha lasciato nel dimenticatoio, ridurre le spese per la difesa. Gran parte dei prestiti ottenuti negli anni precedenti, il Governo greco li ha bruciati in acquisto di armi, in tre anni sono stati elargiti prestiti alla Grecia per 160 Mld di $, i quali invece di essere dirottati per ridurre l’enorme debito, sono stati usati per incrementare la difesa. E’ da folli comperare armi con denaro preso in prestito, lo Stato deve comportarsi come un buon padre di famiglia, deve pensare prima a migliorare la vita dei suoi cittadini e poi ad altro, cosa che il Governo ellenico ha dimenticato di fare e oggi paga gli errori.
A cosa serviva incrementare le spese per la difesa del 35% pari a 4.3% del PIL?
Il metodo sicuramente sarà sempre lo stesso, le banche erogatrici di denaro sono anche socie di molte aziende di produzione armi belliche, quindi avranno sicuramente elargito denaro a funzionari dello Stato, Politici e militari affinché venissero stipulati contratti per acquisto armi, un metodo per rientrare immediatamente di parte del denaro prestato, lasciando intatto il debito iniziale. Soldi sperperati inutilmente per l’acquisto di elicotteri da combattimento francesi, Mirage Francesi, aerei da guerra americani, sottomarini tedeschi. Se Papandreou avesse ridotto le spese militari, la manovra di rientro, poteva essere meno dolorosa. E intanto a Bruxelles preparavano il piano di rientro della Grecia senza sconti. Un Governo costretto solo ad ubbidire e a fare mea culpa sulle spese sconsiderate. Dall’Europa arrivava un messaggio chiaro alla Grecia non ci sono altre alternative.
In una notte fu decisa la manovra salasso, 28 Mld di Euro con aumenti delle tasse in cui sono stati colpiti tutti ad esclusione delle banche e delle imprese, tagli alla spesa pubblica in particolare il settore sanitario, in pochi giorni il salasso si è ripercosso negativamente sull’occupazione, si sono persi migliaia di posti di lavoro.
Mi viene un sorriso, amaro sentire dopo la manovra lacrime e sangue dire: ora che la Grecia si è incamminata sulla strada giusta possiamo dare l’ulteriore tranche del prestito, una domanda l’ulteriore immissione di liquidità a chi è rivolto, al popolo…non credo, al governo.. sarebbe troppo sporca, e allora a chi alle stesse banche che lo hanno erogato… penso proprio di si.
Come si dice il denaro esce da una porta e rientra dalla finestra e il popolo e cornuto e mazziato.

6 Mattoncino – Controllo del bilancio degli stati e interventi di riequilibrio: cosa si sta decidendo in Europa alle nostre spalle, di creare un organo che sovraintenda le finanze pubbliche degli Stati membri, che verifichi i bilanci, i piani di sviluppo e le riforme strutturali. Tutto questo indica una economia liberista.
Bruxelles si prepara a smantellare lo stato sociale, a rivedere i contratti collettivi di lavoro, ad intervenire sul Pubblico impiego con riduzione degli stipendi e dei dipendenti, ad alzare l’età pensionabile, per dare l’ultima stoccata alla privatizzazione dei servizi, Sanità e Trasporti.
L’Europa di Mazzini a cui tanto avevamo creduto, coesione sociale, fratellanza tra i popoli, sta assumendo sempre più connotati di uno Squalo che mangia i pesci piccoli, oggi è toccato alla Grecia, non è corretto prima della Grecia hanno tentato di inghiottire la piccola isola islandese, ma lo squalo BCE non ha trovato vita facile, i pescatori di queste inospitali terre sono abituati ad uscire con il mare il mare grosso e lo Squalo lo hanno tenuto a debita distanza.
Si sono rifiutati di pagare i debiti delle banche e di contrarre prestiti per onorare il debito.
L’Islanda non fa testo, è una piccola landa di appena 300.000 abitanti per lo più gelata tutto l’anno, ma potrebbe essere un esempio da riportare negli altri Paesi che si trovano con un debito pubblico alto, a partire dal nostro Paese.
Sarebbe un segnale forte da mandare a Bruxelles da cittadini liberi, ricordo che L’Europa è nata come unione di “STATI SOVRANI” ognuno con una propria identità, cultura, storia e non come prede da conquistare.

Maurizio Compagnone – Segretario Organizzativo dei Popolari Glocalizzati

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