sabato 30 luglio 2011
Plataci-30/07/2011:L’attualità del pensiero di Antonio Gramsci (di Giuseppe Rizzo)
Comunicato stampa
L’attualità del pensiero di Antonio Gramsci
- ricordato nel paese dei suoi antenati cosentini –
Il trasformismo, il brigantaggio, l’emigrazione
Il pensatore comunista Antonio Gramsci in una delle sue lettere dal carcere dice di essere di “origine albanese”, ma forse suo nonno Gennaro, che, guarda caso, fu un gendarme dell’esercito borbonico che nel 1848 si scontrò tra Castrovillari e Campotenese, proprio con i suoi compaesani antiborbonici che combattevano a fianco di Domenico Mauro, forse non gli ricordava che i Gramsci, dopo una delle grandi diaspore dall’Epiro, si erano insediati a Plataci, piccolo centro montano della provincia di Cosenza, confinante con la Basilicata.
Le origini platacesi di Gramsci sono state confermate da un atto notarile rinvenuto nell’archivio di Stato di Cosenza (sezione di Castrovillari).
A Plataci, Grarmsci non viene ricordato soltanto per i natali dei suoi avi, ma soprattutto per il suo pensiero sulla questione meridionale. L’on. Mario Brunetti, presidente del MeMe (Istituto Mezzogiorno-Mediterraneo), che non è soltanto un militante comunista ma anche un meridionalista di vecchia data, ha voluto creare, insieme agli amministratori comunali, un Centro culturale intitolato proprio al fondatore dell’Unità e del Partito comunista. E’ dal 1997 che vi si tengono gli Itinerari gramsciani, per presentare non solo inedite ricerche storiche ma anche per discutere i problemi del Mezzogiorno e del Mediterraneo. Negli anni passati hanno partecipato anche Fausto Bertinotti, Achille Occhetto e il direttore del Manifesto, Valentino Parlato. Il 23 luglio scorso si è svolta la XIV edizione degli Itinerari, con gli interventi del sindaco Franco Tursi, dello stesso Brunetti, di Mario Bolognari (facoltà di antropologia univ.di Messina), Franco Altimari, pro-rettore all’università di Cosenza, e Matteo Mandalà, docente di lingua e letteratura albanese all’università di Palermo, del senatore Salvatore Lauricella, del meridionalista lucano Giacomo Schettini e di Giuseppe Rizzo, coautore di un libro sul brigantaggio postunitario. Dal comune di Ales, il paese di Gramsci in Sardegna, è giunto anche Luigi Manias, responsabile di un altro centro di studi gramsciani. Nell’interessante dibattito si è parlato della retorica che si sta facendo sul 150° dell’Unità d’Italia, del trasformismo come fenomeno di sviluppo storico in Italia e del radicamento dello stesso fenomeno, dall’unità all’odierno degrado. Il senatore Lauricella si è soffermato sulla storia dell’emigrazione. Il brigantaggio è stato visto come reazione civile all’annessione senza unità. Rizzo, riportando alcuni stralci del Bruzio di Vincenzo Padula, ha ribadito che “il brigantaggio non si deve né mitizzare e nè criminalizzare, perché è stato provocato dai soprusi dei galantuomini”. Il prof. Mandalà ha riferito su alcuni particolari inediti della strage di Portella della ginestra; il prof. Bolognari si è soffermato anche sugli aspetti positivi dell’Unità, mentre il prof. Altimari ha parlato del contributo degli italo-albanesi nel percorso del Risorgimento e dell’Unità. Molto dettagliata la relazione di Giacomo Schettini sul fenomeno del trasformismo, dall’Unità ad oggi. Il prof. Gianni Mazzei ha presentato il premio di pittura dedicato all’artista Maria Brunetti, scomparsa recentemente, e sempre legata ai temi della rinascita democratica e del mondo contadino e operaio del Sud.
Insomma, anche questa volta, negli Itinerari gramsciani di Plataci la storia è stata vista con un altro occhio e soprattutto dal basso, ovvero dalle masse che non hanno avuto mai voce nella storia ufficiale dei vincitori, perché il brigantaggio meridionale è stato provocato dalla mancata soluzione della questione meridionale e specialmente dalla secolare questione delle terre usurpate dai “galantuomini” e non distribuite ai contadini senza terra.
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