LETTERA APERTA AI LAVORATORI DELLA INTERSAJ
Carissimi,
chi scrive è un vostro concittadino che, come tanti altri amici, con
immensi
sacrifici, non solo economici, ha dovuto abbandonare l’amata terra
calabrese
per cercare lavoro in un’altra regione.
Questo ha significato e continua a significare che per emergere in un
contesto
lavorativo esente da conoscenze e raccomandazioni si può contare solo sulla
propria professionalità umana e tecnica. Sì umana, perché oggi, accanto
alle
competenze tecniche è sempre più richiesta una preparazione di tipo UMANA.
Da dieci anni lavoro presso un’ azienda privata e dallo scorso mese, in
seguito alla crisi economica, noi dipendenti (30 persone tra padri e madri
di
famiglia), abbiamo scelto di “AUTOFINANZIARE” l’azienda. In che modo?
Riducendoci lo stipendio del 20% per i prossimi due anni pur mantenendo le
stesse responsabilità e gli stessi ritmi di lavoro. In tal modo abbiamo
evitato
il fallimento dell’azienda che sarebbe stato prima di tutto il NOSTRO
FALLIMENTO.
Non l’abbiamo fatto perché avremmo avuto difficoltà a ricollocarci ma per
il
NOSTRO SENSO DI APPARTENENZA ALL’AZIENDA. Proprio quello che, leggendo del
vostro sciopero e degli atti simbolici che state mettendo in atto, SEMBRA
MANCARE A VOI.
Il successo di un’azienda è prima di tutto RESPONSABILITA’ DEI LAVORATORI:
se
io lavoro bene anche l’azienda funziona bene e quindi godrò dei relativi
benefici, sia sociali sia economici. LO SO è UN CONCETTO DIFFICILE DA
CAPIRE MA
È COSÌ CHE FUNZIONA!!!
IL SENSO DI APPARTENENZA è, purtroppo, un sentimento sempre meno diffuso
tra
i lavoratori. È un sentimento che nasce dalla consapevolezza di se stessi e
del
ruolo che ognuno di noi riveste nell’azienda in cui lavora, al di là della
necessità di avere uno stipendio a fine mese. È un senso di fedeltà
AZIENDALE
E SOCIALE che nasce dalla consapevolezza che la REPUTAZIONE di un’azienda
non
dipende solo dalla PROPRIETA’ ma soprattutto dalle PERSONE CHE
"FANNO" QUELLA
azienda.
È per tutto questo che il vostro SCIOPERO mi provoca solo SGOMENTO E
SCONFORTO.
Tutelare i diritti dei lavoratori significa AVERE UN ELEVATO GRADO DI
RESPONSABILITA’.
L’Intersaj rappresenta una delle poche, se non unica, realtà aziendale
produttiva in uno territorio dove il tasso di disoccupazione dei giovani è
tra
i più alti d’Italia e d’Europa e che offre, al contempo, stipendi mensili
allineati, se non superiori, ad aree geografiche maggiormente produttive.
In una situazione produttiva ed economica come quella che caratterizza il
nostro territorio, il vostro principale interesse da difendere non è forse
quello di CONTINUARE A LAVORARE?
Questo suggerirebbe quindi sia di adottare un modo di scioperare, diritto
sancito dalla Costituzione, civile ed esente da atteggiamenti simbolici al
limite del penale, sia di trovare al più presto ed in maniera positiva un
accordo con il datore di lavoro.
A questo risultato dovrebbero lavorare congiuntamente le parti sociali e
l'Amministrazione Comunale.
La responsabilità politica e sociale di un Sindaco in queste situazioni è,
innanzitutto, quella di ascoltare le ragioni di entrambe le parti e di
mediare
in maniera positiva al fine di raggiungere un accordo che vada a beneficio
del
territorio nella sua globalità ( lavoratori, imprese e utenti).
Allo stesso modo al Sindacato è richiesto un atteggiamento diretto ad una
concertazione positiva, diretta sì a tutelare i diritti dei lavoratori ma
anche
a far rispettare e salvaguardare l'integrità ed il buon andamento
dell'azienda.
Il mio auspicio per tutti voi lavoratori e per noi utenti dell’Intersaj è
che
questo sciopero finisca al più presto attraverso un confronto aperto e
positivo
con il vostro datore di lavoro. Solo così potrete uscire fuori da una
situazione che vi vede solo con voi stessi e contro voi stessi a difendere
(male) i vostri interessi.
Auguri.
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