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domenica 3 ottobre 2010

Trebisacce-30/09/2010:Progettazione e funzionamento (di Pino Cozzo)

Progettazione e funzionamento

di Pino Cozzo

La didattica e la somma delle attività, esperienze e azioni che sono ad essa collegate e intrinsecamente connaturate, e che, dunque, sono connesse alla progettazione formativa volte ad innescare un cambiamento negli alunni, costituiscono il cuore pulsante di processi, interventi, iniziative che quotidianamente hanno luogo in un’Istituzione scolastica. Pensando alla didattica, si tende prioritariamente a focalizzare l’attenzione sui metodi, sugli strumenti, sui sussidi, sulle tecniche che ne costituiscono l’oggetto privilegiato. In quest’ottica, bisogna tener conto del clima interpersonale e sociale che si instaura all’interno del gruppo classe, che è senz’altro un elemento fondante per incentivare e rinforzare la motivazione all’apprendimento degli alunni, attraverso la condivisione di interessi, curiosità, stimoli, conoscenze, obiettivi, e dello stile di insegnamento del docente, inteso come momento di interazione con gli allievi, di coinvolgimento nel progetto didattico, di incentivazione all’appropriazione di contenuti e competenze, di incoraggiamento all’applicazione, di rinforzo intellettivo e di sostegno psico-attitudinale. E’ estremamente importante anche la comunicazione didattica, intesa come stile di insegnamento e capacità del docente di porre in essere strategie e iniziative volte a favorire l’assimilazione dei contenuti da parte dei discenti, che concorrono a colmare una distanza cognitiva, ad implementare il successo scolastico e ad accrescere l’autostima. La misurazione del profitto costituisce un nodo centrale nello svolgimento di qualsiasi attività formativa del contesto scolastico e si innesta sull’accertamento del conseguimento degli obiettivi programmati ad ogni passo del percorso didattico e incarna un dispositivo regolatore che ci segnala l’efficacia di ogni intervento eseguito, in funzione della decisione di proseguire ad un’unità successiva o a ripetere quella trattata.
Alla pratica valutativa viene riconosciuto un significato fondamentale, sia come regolazione del processo educativo, in itinere, sia come estrinsecazione di un giudizio di merito, a fine periodo, sulle conoscenze acquisite, sulle competenze maturate e sulla capacità degli alunni, intesa, quest'ultima, come autoanalisi, percezione di sé in rapporto agli altri, capacità di scelta in presenza di situazioni problematiche, di giudizio, di orientamento.
La valutazione verrà preceduta dalla misurazione; essa è essenzialmente una forma di osservazione e di rilevazione di dati, situazioni, risultati; impegna un processo mentale prevalentemente induttivo; come insegnano la docimologia e la psicometria, deve corrispondere, per quanto possibile, a criteri di oggettività, di validità e di completezza.
La valutazione, che interpreta i risultati, gli eventi osservati e quelli attesi, le possibilità fatte rilevare alla partenza e quelle finali, é, soprattutto, educativa e può essere uno strumento di innovazione e cambiamento o di conservazione, in funzione dei fini dell’educazione.
La valutazione iniziale è di fondamentale importanza; è la fase, a seguito dell’accertamento dei livelli di partenza, in termini di conoscenze, competenze e capacità, della decisione e strutturazione del progetto educativo e dell’azione didattica.
La valutazione continua o formativa si coestende al processo educativo, lo accompagna lungo tutto il percorso; é utile e necessaria per introdurre correttivi e ricalibrare l'azione didattica, se si riscontra che alcuni obiettivi intermedi non sono stati raggiunti.
La valutazione finale, o sommativa, é un consuntivo, un bilancio relativo ad un periodo, o di fine anno, o di fine ciclo e tiene conto della progressione rispetto ai livelli di partenza, dell'impegno, del metodo, della modalità di partecipazione al dialogo educativo, del livello medio della classe. Tutto deve concorrere alla formazione ed all’informazione degli alunni.

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