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domenica 31 ottobre 2010

Trebisacce-31/10/2010:Il Paese delle Meraviglie (negative) !


Giuseppe Carbonara


Il Paese delle Meraviglie (negative) !

L’Italia da Bel Paese è divenuta il Paese delle Meraviglie. Nulla di sorprendente, nulla di inaspettato. Partiamo dal Presidente del Consiglio, un aidone della terza età, pardon della seconda età, giusto per assecondare il vecchietto che ci dovrebbe guidare. Un ennesimo caso di presunta carità lo stringe nella morsa dei media di opposizione, sempre alla ricerca di disfattismi. Un caso che accomunerebbe tutti i passati: la virtus non è mai nel mezzo. Si passa o dalla presunta pedofilia, spacciata sempre dai soliti media ed accennata anche dalla già moglie Veronica Lario, od al troppo eccessivo amore, chissà perché?, nei confronti di ragazzine al limite della maggiore età, nei confronti delle quali il nostro vecchietto si esibisce sempre come papy girl con il collier nel taschino delle sue giacche perennemente con sfumature blu. E’ archiviato il caso Noemi; possiamo aprire il caso Ruby. E chissà se a tal proposito tra la stampa disfattista è da menzionare anche il settimanale dei paolini “Famiglia Cristiana” che definisce il premier privo del necessario autocontrollo ed in preda ad “uno stato di malattia incontrollabile, consentito ed incoraggiato da potere e denaro”. Un settimanale sempre al di sopra delle righe, insospettabile che non esita a varcare il Tevere intervenendo, a giusta ragione, sul palcoscenico, sempre più di terzo ordine, della politica italiana. Ma chi è costei? Ella è una ragazzina marocchina, ribelle o forse egoista che si allontana volontariamente dalla casa naturale per evitare un matrimonio concordato con un uomo di ben quarantanove anni. Cronache di altri tempi, lontane anni luce, simbolo di barbarie ancora perpetrate in ambienti ove l’ignoranza la fa da padrona ed impera assolutamente su figli di quegli Arabi che, secoli or sono, primeggiavano nel campo della matematica, della filosofia, della medicina e che tolleravano una libertà di culto non eccessiva ma pure sempre consentita dietro il versamento di un apposito obolo. Quindi la via della salvezza da percorrere stranamente si intreccia con la via di Arcore. Racconta di essere entrata nella tribù dell’agente televisivo Lele Mora, del suo incontro con il “Fede(le)” Emilio durante un concorso di bellezza: le porte del Paradiso terrestre sono aperte, Arcore non è più un lontano miraggio e la prova della sua esistenza sono i festini a luci rosse, come in uno strano contrapasso dantesco in virtù del quale le ragazze più affascinanti, ribelli, prosperose, disinvolte, desiderose di riscaldare uno scranno in Parlamento e, perché no?!, di giurare fedeltà alla Repubblica (oramai delle banane?!) come ministro, entrano a pieno titolo a fare parte di un harem, con “bunga bunga” incluso.
Ma il Paese delle Meraviglie, con le iniziali volutamente maiuscole constatato che oramai il riconoscimento del cambio di denominazione volge da una situazione de facto ad una de jure anche in seno all’O.N.U., non può finire di sorprenderci, non può lasciarci a bocca chiusa. Lo stupore è tanto, immenso di fronte alle dichiarazioni diramate dal titolare di Viale Trastevere. La nostra ministro (il minuscolo è voluto) esordisce, con l’estate oramai al tramonto, con l’annunzio di una riforma epocale, gravida evidentemente, per definizione, di conseguenze: il diventare insegnante significherà ricoprire il ruolo di super mega direttore, e tralascio gli altri titoli sicuramente offensivi per chi con passione e dedizione ricopre il ruolo di professionista in oggetto, di memoria fantozziana. Il corpo docente dovrà essere preparato su di ogni campo del sapere, non tenendo conto della classe di concorso di appartenenza, dovrà essere in grado di interloquire come un Lord di Sua Maestà sfoggiando il suo inglese certificato livello B2. Per aspirare a sedere in cattedra, il candidato dovrà conseguire una laurea triennale, al termine della quale gli si aprono le porte, anzi i portoni, dei test selettivi. Il primo test per l’iscrizione alla laurea magistrale, già specialistica, di riferimento della durata biennale. Quindi il Ministero di concerto con le Università e gli apparati scolastici provvederà a determinare il fabbisogno del corpo docente, con un aumento percentuale da determinarsi, per ogni classe di concorso. Ed ecco che i portoni dei test selettivi si aprono nuovamente. Per l’abilitazione occorre sostenere e superare con esito positivo il T.F.A.: acronimo oscuro, indicante il tirocinio formativo attivo, della durata annuale, al quale si accede superando una prova selettiva nazionale, un test scritto ed una prova orale. E’ colla prova selettiva nazionale che l’aspirante prof. deve riuscire a dimostrare il suo universalismo alla Giovanni Pico della Mirandola, il suo enciclopedismo settecentesco: dovrà cimentarsi con una analisi del testo, deputata a dimostrare le sue capacità linguistiche italiane, con connessa evidenziazione di figure retoriche. Orbene, il mio intelletto ha un sussulto di ribellione. Cosa c’azzecca, come direbbe il nostro Tonino Di Pietro, la prova volta a valutare le conoscenze in una materia scientifica con l’analisi del testo? I nostri prof. provengono forse dal continente africano e di conseguenza sono veicolatori attivi di un dialetto beduino stretto? Evidentemente si, almeno per il ministro-marionetta nelle mani di un presidente soggiogato dalla seconda gamba della maggioranza di governo, la verde gamba leghista che, per non essere spergiura, non può fare a meno di denigrare la forza intellettuale del Sud d’Italia o Nord Africa o Calafrica; denominazioni ulteriori aggiunte giusto per non essere tacciato (sigh!) di partigianeria. Finalmente i nostri potranno salire in cattedra? Ma nemmeno nei migliori sogni di oro, tanto ottimismo può rivelarsi. Per entrare di ruolo ecco aprirsi i portoni, questa volta con battenti pesantissimi, dei concorsi, banditi non si sa quando non si sa con quali modalità. Siamo giunti al punto: la riforma diviene epocale stridendo con la novità dei metodi di reclutamento del personale docente ed i tagli al comparto della scuola. Come è possibile coniugare nuove assunzioni se allo stesso tempo si procede a licenziamenti in massa? Le nostre classi sono stracolme di alunni, si sfiorano i trenta per classe, con evidenti ripercussioni sulla didattica e sull’apprendimento. Sembrerebbe che la questione scuola non interessi nessuno; eppure è la tragica constatazione di una realtà. Vogliamo privare i nostri ragazzi del futuro? della sete di conoscenza tale da rederli liberi? Non comprendo le ragioni della mancata sollevazione studentesca, della mancata sollevazione del corpo docente, della mancata sollevazione della intera società. Miei cari professori, dove eravate nei giorni di sciopero? I diritti, come quello fondamentale allo studio, si conservano anche a fronte di sacrifici. Voi che avete partecipato alla rivolta sessantottina, non rintanatevi nelle vostre posizioni di certezza, di comodità. Abbiamo bisogno soprattutto del vostro supporto, del vostro aiuto, della vostra saggezza. Non lasciateci allo sbando; non siamo e non saremo sottomessi a nessuno, perché continueremo ad avere dalla nostra la conoscenza, quella stessa conoscenza che ha fatto di noi Italiani un popolo di santi, navigatori e poeti. Non è retorica, non è auto commiserazione, non è auto referenzialità, è constatazione della dura, greve, soffocante, opprimente realtà in cui viviamo.
Usciamo da una situazione di stallo, volgiamo gli occhi alla nostra cultura e ricordiamoci di un tal Durante, meglio noto come Dante, conosciuto ed invidiato da tutto il mondo, prendendo a prestito i suo versi, in una sorta di profezia secolare:
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!


Giuseppe Carbonara

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