L’ultimo libro che ho letto è stato:”Bianca come il latte,rossa come il sangue” ovvero l’esordio di Alessandro D’Avenia,un insegnante. Il modo in cui è stato scritto mi ha fatta entrare subito nella storia,tanto che non riuscivo più a staccarmene. Il protagonista è Leo un normalissimo adolescente che prende parte alle partite di calcetto, va spesso in motorino , ma che non ha un buon rapporto con la scuola,la religione e la famiglia. Siccome per lui le ore di scuola erano uno strazio,quando arriva un nuovo supplente di storia e filosofia lui è pronto ad accoglierlo con cinismo, ma“il Sognatore”(questo era il suo soprannome) parla di speranza e di cercare un sogno e riaccenderà in lui la voglia di avere un obbiettivo nella vita. Leo detesta il bianco che significa silenzio,riflessione,assenza,nulla,male ed ama il rosso perché indica passione,suoni,rumori,vita. La sua vita cioè il suo rosso,il suo sogno era Beatrice. Quest’ultima era una ragazza, un anno più grande di lui,con i capelli rossi di cui si era innamorato, che un giorno si ammalò di leucemia. Il colore rosso del sangue che lui tanto amava sparì come sparirono anche i capelli della ragazza;il bianco che lui tanto odiava stava vincendo. Andrà a trovarla ogni giorno a casa per parlare o anche solo per vederla,era molto cameratesco. Leo iniziava a non credere più nei sogni siccome l’unico che aveva stava morendo. Così inizierà il suo percorso di crescita e di cambiamento,riflettendo sempre su qualcosa di nuovo grazie al suo professore,alla sua amica Silvia e al padre che conosceva da quando era nato ma che scoprì bene solo in quel periodo. Donerà addirittura il sangue pur di salvare il suo sogno ma alla fine la sua amata muore. Capì che non era giusto sprecare i suoi giorni di vita solo perché fisicamente Beatrice non c’era più,scelse di vivere anche per lei e quindi di non perdersi nulla,come avrebbe fatto se fosse stata viva! Lui e Silvia, la sua amica,si fidanzarono come aveva consigliato Beatrice da viva e Leo riscoprì la felicità. È un libro che tocca nel profondo partecipando al dolore e alla felicità finale del protagonista. Vi consiglio di leggerlo perché è un libro formativo,che si legge in un solo boccone e che fa riflettere molto! Soprattutto fa capire cosa pensa un adolescente ma non delle solite cose ma dei sentimenti e della morte!
Raffaella Lofrano
Classe 3 sez.D scuola media”Corrado Alvaro” Trebisacce (Cs)
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