lunedì 18 ottobre 2010
Trebisacce-18/10/2010: "La piovra" di Pino Cozzo
La piovra
di Pino Cozzo
La legalità è il complesso di norme che regola la vita in comune ed offre a ciascuno la possibilità di sentirsi, dirsi ed essere libero. Ma, troppo spesso, la libertà di qualcuno finisce dove inizia l’illegalità di qualcun altro. Regole e norme, anche se non scritte, sono sempre presenti in qualsiasi gruppo umano; nello stesso momento in cui due persone si mettono insieme, stabiliscono delle norme che servono a regolare i rapporti. Le società moderne, democratiche, libere, dovrebbero essere ispirate a principi di democrazia e di rispetto della dignità umana, così come esposta nella carta universale dei diritti umani, ed essere basate sulla stima, la tolleranza e il rispetto reciproci. Purtroppo, non sempre questo avviene, per cui la legalità, nella coscienza di molti, può avere una accezione negativa, come obbligo a comportamenti e/o pratiche che contrastano con i principi fondamentali sopra descritti , o , quanto meno, con la coscienza del singolo individuo.
La ‘ndrangheta, la mafia, la camorra, e le altre associazioni criminali hanno, anzi, regole molto rigide al loro interno e, quando quelle pubbliche e statali sono svuotate o sono estranee al contesto sociale di riferimento, prendono il sopravvento e diventano norme e regole dell’intera comunità.
Ogni complesso normativo si basa su principi fondamentali; quelli della criminalità organizzata, come quelli delle società primitive, sono basati essenzialmente sulla legge del più forte, del denaro come unico dio e del potere come unico fine. Lottare per la legalità, affermare i principi del rispetto delle leggi, educare i giovani a questa virtù, è divenuto sinonimo di lotta alla criminalità organizzata, di lotta al complesso di norme non scritte che regolano le comunità mafiose, basate sul predominio violento di pochi e sullo sfruttamento e l’oppressione dei più. Ma la lotta alla criminalità non è solo denuncia, è anche azione più lenta e meno visibile di costruzione di una Comunità alternativa a quella mafiosa e camorristica, un’azione svolta nei presìdi educativi, fra la gente, e nei luoghi di ritrovo, azione a favore della legalità, ma soprattutto di una legalità “Giusta”,
che è una forma di educazione civile, caratterizzata dallo spirito di obbedienza alla legge, dall’esercizio responsabile dei diritti e dall’adempimento altrettanto responsabile dei doveri. Essa riconosce il primato della legge rispetto all’interesse individuale e vieta di tenere comportamenti che ledano irragionevolmente interessi altrui. Il concetto di legalità è strettamente associato a quello di comunità, complesso di cittadini che stanno insieme perché legati da una storia, da pensieri, da gesti, e da una memoria comune, ed è strettamente legato ai concetti di responsabilità e di solidarietà collettiva, e comporta rispetto per le proprie istituzioni e per il proprio Paese. E quando tutto ciò non viene garantito, allora sarebbe cosa buona e giusta sollevare gli animi e la voce, per far sentire che nessuno, e per nessuna ragione, può intaccare i diritti di una collettività che si organizza per assicurare un vivere dignitoso ed un futuro ragionevole alla propria discendenza. Superata la ragion politica e sociale del dispetto e della ripicca, sono rimasti scoperti gli interessi materiali che, illegalmente, all’ombra di quella ragione si erano costituiti; sono rimaste l’abitudine all’impunità e al sopruso; sono rimaste la cattiva prassi e le pessime abitudini, sono rimaste troppe arroganze e troppe prepotenze . Anche noi, come il Direttore, siamo nemici non solo della mafia, ma di tutto ciò che abbia l’aspetto o la parvenza di qualcosa di illegale e di lesivo, convinti come siamo che l’eredità che dobbiamo lasciare alle nuove generazioni sia di speranza e di laboriosità costruttiva.
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