COMUNICATO STAMPA
Arriva la quarta lettera pastorale di monsignor Bertolone:
al centro dell’attenzione, il cammino di fede della Chiesa del Terzo millennio.
Sarà presentata martedì prossimo a Castrovillari, nei saloni dell’auditorium della Chiesa di san Girolamo, la quarta lettera pastorale di monsignor Vincenzo Bertolone, vescovo della Diocesi di Cassano Ionio. Al centro dell’analisi del Presule, il cruciale argomento della fede in una fase storica delicata in specie per l’Europa, culla del cristianesimo.
Lo spunto evangelico di partenza è un episodio tra i più suggestivi narrati nei sinottici: la tempesta, tanto repentina quanto spaventosa, che sta per mandare a picco la barca di Simon Pietro il pescatore, con gli altri discepoli-apostoli e con lo stesso Maestro. È una pagina emblematica, particolarmente cara al Pastore della Chiesa cassanese, che non a caso la ripropone per il secondo anno consecutivo. Con una differenza, però: l’ottica della Lettera pastorale dell’anno precedente era la metafora “barca di Pietro – Chiesa”, che spesso si trova in acque procellose per una complessa serie di avversità, non ultima la fondamentale mancanza di fede dei suoi fedeli. «Quest’anno – spiega monsignor Bertolone - pur non discostandomi da quella situazione, la osservo da una prospettiva diversa, quella su cui mette il dito Gesù, cioè “la fede, anzi la non-fede: Perché avete paura? Non avete ancora fede?” (Mc 4, 35-40)».
È quell’avverbio di tempo, che indica il perdurare di una situazione, ad accentuare la rampogna di Gesù ai suoi apostoli e, quindi, a tutti i christifideles. Il Presule fa proprie le parole del Messia e da buon pastore non solo non si perde d’animo, ma predispone ogni strumento per sedare la tempesta, cioè per far rientrare il suo popolo al porto sicuro della salvezza grazie ad una barca sicura e, soprattutto, al suo Nocchiero. Scrive infatti monsignor Bertolone: «Mi conforta, tuttavia, la speranza che l’amore alla Parola produrrà certamente un benefico rinnovamento nei modi di pensare, di parlare, di comunicare». Insomma, egli è consapevole che il comportamento delle persone deve cambiare, deve essere coerente con lo spirito del Vangelo, che ci addita una vita superiore, ricca e degna dei figli di Dio. «La lettura cristologica», prosegue il documento pastorale, «consente proprio questo». E dopo un excursus per contestualizzare storicamente questo ineguagliabile dono di Dio, il Presule entra in medias res, esaminando e proponendo il più alto modello e interprete della fede, ovvero Gesù, tramite l’alto Magistero della Chiesa, che «ci dice, attraverso la sua storia, i suoi santi, i testimoni, che ogni fedele deve ispirarsi a Lui». Quindi, illustrate le varie dimensioni della fede, monsignor Bertolone indica «il cammino privilegiato per divenire uomini secondo il Vangelo: essere cercatori di Dio, combattendo ogni forma di ateismo». Ripercorrendo il tracciato mirabile dell’enciclica wojtyliana “Fides et ratio”, prende per mano il suo popolo e lo accompagna nella ricerca di una nuova armonia tra fede e ragione richiamando le recenti parole di papa Ratzinger: «Ci riusciamo solo se ragione e fede si ritrovano unite in un modo nuovo e dischiudiamo alla ragione nuovamente tutta la sua ampiezza».
In effetti, è scritto ancora nella Lettera pastorale, «la fede ha un suo proprio significato antropologico ed una grande importanza nell’autoformazione dell’uomo». E una volta esaminati i nessi, talvolta critici, ma generosamente proficui tra fede e pietà popolare, il vescovo si fa pedagogo indicando come vivere la fede, secondo una lettura piena di speranza dei segni dei tempi per una pastorale del senso, mettendo tra l’altro in risalto come sia centrale, nel tempo dell’oggi, la presenza della parrocchia, perché «è stato il Signore a volere le comunità. Esse nascono sulla terra, ma sono state concepite nel cuore di Dio. Con esse, pur nella loro congestionata e spesso inadeguata attività, oggi continua le possibilità di valorizzare l’iniziazione cristiana e perfezionare la comunione come via di evangelizzazione». E qui un’esortazione a tutti i presbiteri a cogliere il segno dei tempi, essendo «capaci di preferire sempre il bene comune». Non poteva infine mancare un delicato e sentito omaggio alla Madre del Cristo, Maria, modello e icona di fede. Ciò attraverso una minuziosa e ricca esegesi del Magnificat (e di tutta la pagina lucana dell’Annunciazione). Conclude monsignor Bertolone: «Per vivere questo tempo di nuova grazia è necessario migliorare la qualità della fede. È stato questo l’orientamento della mia vita di prete e di vescovo, la stella polare che mi ha guidato nel servizio pastorale in Diocesi: vivere, testimoniare la fede, non è impossibile: basta innamorarsi di Cristo. Solo così si tornerà a praticare il Vangelo autentico che cambia vita».
Cassano all’Jonio, 17 ottobre 2010
Per l’Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali
Il direttore
Don Francesco Candia
P.d.c.
Don Francesco Candia - 0981 71006/3405131367
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