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domenica 3 ottobre 2010

Trebisacce-03/10/2010: San Francesco d'Assisi (di Gianni Mazzei)



Alla chiesa riconosco un grande realismo e la capacità di
interpretare eventi e la psiche della collettività.
Per cui, se ha scelto come patrono d’Italia San Francesco di Assisi
penso che l’abbia fatto a ragion veduta,tenuto conto delle
caratteristiche del nostro popolo, le sue speranze, le sue debolezze.
Il santo è tale non solo nella fase finale,quando ormai
consapevolmente è orientato verso il divino e il mondo da servire con
umiltà e dedizione: è santo, come Francesco e quindi come il popolo
italiano, anche quando si gode la vita, partecipa a scherzi, ma avverte
in sé un’intima insoddisfazione.
L’Italia è così: gioca, sciupa, ma è creativa, sa misurarsi e
accendersi per il bello .
Ora, nel giorno della festa del suo patrono, deve ritrovare quello
che il santo gli indica: sapersi spogliare di orpelli e di retorica,
vivere in semplicità e con gioioso ottimismo come seppe fare subito
dopo la resistenza per ricostruire un futuro.
Sembra sbandata l’Italia, a cominciare da chi la dirige e la chiesa
della Porziuncola pare lontana e assente alla sua richiesta di
riflessione e trovare una giusta luce.
Ma il santo può venirgli incontro con la sua determinazione, con quei
valori, i comuni medievali e quindi l’esperienza diretta della
democrazia, con il rinascimento che Francesco anticipa nel cantico
delle creature e che Giotto ha illustrato in quel realismo in cui il
quotidiano viene ad essere trasfigurato.
E allora, buon onomastico Francesco e buon onomastico Italia: se sei
ancora la patria dei Santi onora nel giorno, in ogni sua fase, chi ti
rappresenta nel meglio e nella speranza di farcela

Gianni mazzei
trebisacce

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