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giovedì 7 ottobre 2010

Roma-06/10/2010:TAGLI E SPRECHI NELLA SANITÁ



TAGLI E SPRECHI NELLA SANITÁ
Il piano di rientro di Scopelliti toglie l’assistenza a 60mila abitanti

Sedici sindaci calabresi si sono dimessi per protestare contro il nuovo piano di rientro sanitario del Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. Il “no” dei primi cittadini è stato ripetuto a gran voce anche ieri mattina davanti alla sede ministeriale di Montecitorio dove a riceverli era presente l'On. Leoluca Orlando, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari regionali. La protesta è scattata alla presentazione del nuovo piano sanitario del governatore Scopelliti incentrato sulla riduzione degli sprechi all’interno del settore, che comprende il ridimensionamento di strutture ospedaliere anche efficienti, come l’ospedale Guido Chidichino a Trebisacce. «Una decisione incomprensibile – lamenta Mariano Bianchi, Sindaco di Trebisacce – il nostro ospedale costa non più di 8 milioni l’anno e non si sono verificati in passato errori nell’assistenza sanitaria. I tagli di Scopelliti non fanno differenza fra le strutture valide, come la nostra, e quelle in cui l’emorragia di denaro rientra nell’ordine naturale delle cose». Secondo il nuovo piano regionale, verrà ridimensionata tutta l’area che va da Cariati a Rocca Imperiale (100 km) con il conseguente rientro delle strutture periferiche di Cariati e Trebisacce e il mantenimento degli ospedali di Corigliano e Rossano. «La cernita delle strutture da mantenere segue logiche di convenienza politica e non economica – spiega ancora il Sindaco Bianchi – altrimenti non si spiega perché si preferisca mantenere i pronto soccorso di Rossano e Corigliano, due località poste a 10 km di distanza l’una dall’altra e in cui c’è un rapporto di un posto letto ogni mille abitanti, e rinunciare invece alla sede di Trebisacce che attraversa l’arteria autostradale Jonico-adriatica raccogliendo il flusso calabrese, lucano e siciliano» . Il Guido Chidichino funge infatti da polo ospedaliero per 10 comuni montani e 6 costieri, per un totale di 60mila abitanti che saranno costretti, se il piano dovesse essere attuato, ad effettuare 30 minuti di viaggio per poter raggiungere l’ospedale più vicino, un’odissea preannunciata soprattutto per i cittadini montani. Le manifestazioni di protesta da parte di sindaci e residenti non si sono fatte attendere e, in seguito al rifiuto di udienza da parte del Presidente Scopelliti, i primi cittadini hanno optato per le dimissioni portando la protesta nel cuore della capitale, sotto le aule di Montecitorio. Molte le promesse d’impegno da parte di onorevoli e ministri: ad ascoltare il grido di allarme erano presenti ieri mattina Antonio Di Pietro, Livia Turco e Dario Franceschini, oltre al già citato Leoluca Orlando che si è detto «impegnato a richiamare l’attenzione del Presidente della regione Calabria Giuseppe Scopelliti affinche' venga sottoposta ad esame, nell'ambito del Piano di rientro e della riorganizzazione della rete ospedaliera, la garanzia del diritto alla salute dei cittadini dell'area interessata, anche in considerazione delle caratteristiche orografiche del territorio e delle condizioni precarie della viabilita'».
Anche Roberto Rizzuto, Sindaco di Villadiana, conferma l’allarme lanciato dai suoi colleghi, e incalza: «Noi siamo disposti ad accettare un piano regionale che freni gli sprechi, ma è impensabile chiudere un centro ospedaliero come quello di Trebisacce: in questo modo aumenterà solo l’immigrazione sanitaria», ovvero la tendenza ad affidarsi ai centri della Basilicata per usufruire di cure mediche.

Federica De Iacob

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