L’insuccesso e la dispersione
di Pino Cozzo
La dispersione scolastica è un fenomeno complesso, non riconducibile solo a situazioni di degrado sociale, disagio economico o povertà culturale, che non riguarda solo le classi prime, ma coinvolge ed interessa tutte le classi. In generale, gli studenti che hanno una votazione sufficiente nella scuola dell'obbligo tendono a proseguire gli studi in scuole tecniche o professionali, dove il tasso di "insuccesso" è molto alto e le ragazze hanno più successo (esattamente il doppio) dei ragazzi, e gli alunni che, nella scuola secondaria, frequentano una classe inferiore a quella che dovrebbero frequentare, sono più soggetti all'insuccesso scolastico. La dispersione riflette una perdita di efficacia dei diversi ambienti educativi: la famiglia, i luoghi di aggregazione sociale, la scuola.
Connota anche un complesso di fenomeni collegabili sia all'evasione dell'obbligo, alle bocciature, alle ripetenze, alle interruzioni e alla irregolarità nelle frequenze, agli abbandoni, ai ritardi rispetto all'età, sia all'assolvimento formale dell'obbligo, alla qualità scadente degli esiti, al disadattamento scolastico. La definizione rimanda ad uno scenario segnato dalla complessità della vita contemporanea e, quindi, di tutti i fenomeni sociali, specifica della situazione giovanile, delle interazioni scuola-famiglia-società, della ricerca e della valutazione dei processi educativi. Si potrebbe, dunque, definire la dispersione scolastica come quel fenomeno per il quale le intelligenze, le energie, le risorse, le occasioni di crescita e d'emancipazione siano sprecate, o non utilizzate al meglio. A partire da questa prospettiva sul problema della "dispersione", occorre allora puntare su un’ innovazione progettuale, per la quale il problema da specificare consista essenzialmente nello sviluppare la competenza a percepire, descrivere e comprendere quello che effettivamente accade nella realtà dell'aula, al fine di capire e verificare, attraverso gli effetti concreti, la validità della stessa proposta educativa. Un approccio di questo tipo, dunque, comporta un impegno di risorse, basato sulla disponibilità e sulla competenza di alcuni docenti, finalizzate alla costruzione di aree di intervento sperimentale, e cioè, la creazione di una banca-dati sul fenomeno dei successi e degli insuccessi scolastici, per poter evitare che il fenomeno sfugga, il monitoraggio dei dati, la produzione di documentazione e la diffusione. Si richiedono, inoltre, l’istituzione di un percorso sperimentale, secondo il metodo della ricerca-azione, e di un percorso didattico, che, assumendo come problema fondamentale la motivazione allo studio, abbia come obiettivo raggiungibile l’innalzamento del successo scolastico, oltre che la lotta alla dispersione. Lo sforzo per tendere a ciò può essere orientato al problema in termini di miglioramento della qualità, solo a condizione di assumere un approccio operativo coerente alla natura complessa dell'organizzazione scolastica, che abbia per quadro di riferimento lo stesso Piano dell'offerta formativa dell'Istituto.
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