Canna.(Jonio). L’Adaj in difesa dei diritti dei cittadini del comprensorio.
L’Adaj – associazione disabili alto jonio- attraverso una nota della presidente Caterina Pisilli, interviene ancora una volta sul tema della sanità nel comprensorio che ha tenuto banco negli ultimi mesi, ed in particolare sul futuro dell’ospedale “G. Chidichimo” di Trebisacce che, secondo quanto stabilito dal piano di rientro regionale, sembra ormai segnato verso un drastico ridimensionamento. “C’era una volta – scrive la Pisilli- nel comprensorio del distretto sanitario di Trebisacce un ospedale poco apprezzato ma di indubbia utilità e importanza per la salute degli utenti, e di certo non sfruttato nel pieno delle sue potenzialità. Ora che ne è stata decretata la sua morte, sono in tanti, tra istituzioni e cittadini, colti da un improvviso scatto di orgoglio, a rivendicarne l’assoluta necessità e la dovuta considerazione che merita come presidio sanitario di un territorio molto vasto che non può essere abbandonato a se stesso. Solo ora – continua la Pisilli- si sente la mancanza di qualcosa veramente vitale per tutti noi. Credo che il nostro comprensorio abbia perso tanto sotto tutti i punti di vista e se i nostri rappresentanti istituzionali non si prendono cura seriamente del territorio si perderanno anche le ultime poche cose rimaste. Spiace constatare che dopo una prima forte reazione, giusta e sacrosanta, contro la paventata chiusura dell’ospedale con lo sciopero e l’occupazione della statale 106 tutto tace, silenzio assoluto. Dove sono finiti i propositi “rivoluzionari” sbandierati qua e là come l’annessione alla Basilicata?” Questo è il quesito che i cittadini e i disabili rappresentati dall’Adaj sentono di dover porre a chi amministra i Comuni, la Provincia e la Regione. “Abbiamo bisogno di sapere- conclude la Pisilli- se chi ci amministra ha ancora a cuore la salvaguardia dei nostri diritti ed in particolare del diritto alla salute. L’associazione che rappresento, da tempo si batte per i diritti dei più deboli, ma vorremmo che anche la politica facesse la sua parte. Ci dicano cosa si pensa di fare del nostro ospedale. I cittadini e gli ammalati chiedono rispetto e meritano una risposta sincera e onesta”.
Pasquale Bria
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