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martedì 15 febbraio 2011

Trebisacce-15/02/2011: Presentata l'Antologia fotografica di Pino D'Alba nel salone Unitre-Età Serena






















Trebisacce:16/02/2011
E’ stata presentata l’antologia fotografica “l’azzurro …oltremare” di Pino D’Alba,martedì scorso,nel salone delle associazioni Unitre e Età Serena,presso il Centro Sociale “Mariangela Scaglioso”. Pietro Aino e Bice Calvosa i presidenti in carica delle due associazioni già da anni fanno registrare una serie continua di appuntamenti e attività culturali interessanti al punto da coinvolgere giovani e relatori esterni impegnati nel sociale e nel mondo culturale in genere. Lo scorso martedì l’incontro è stato dedicato alle foto artistiche di Pino D’Alba che sin da giovanissimo ha evidenziato questa naturale predisposizione verso la fotografia che lo hanno portato, oggi, a mostrare un archivio interessante di un passato storico dell’intero Alto Jonio. E’ stato ricordato, durante l’incontro, di quando l’artista D’Alba sviluppava in casa ,dallo storico “rullino”,nel proprio laboratorio, le foto in bianco e nero che regalavano allo stesso esecutore grande emozione e soddisfazione. Cataldo Laschera, presidente dell’associazione “Amici del rione Sant’Antonio”,ha regalato all’artista una targa ricordo e ha sottolineato che “sono delle foto scattate con il cuore”.Bice Calvosa, presidente dell’Età Serena, durante il suo caloroso intervento e consegna della targa all’artista, ha sottolineato che:”Pino D’Alba sa cogliere i momenti magici con le foto che regalano emozioni e riflessioni su di un passato storico che ritorna e si valorizza”. Pietro Aino, presidente Unitre, nel ringraziare l’artista per l’apprezzato lavoro fotografico svolto negli anni, prima di consegnare la targa dell’associazione all’artista,ha voluto esplicitare che anche la fotografia, se tiene conto delle ombre e cattura l’anima del soggetto,è arte. Intanto il numeroso pubblico presente è in attesa di vedere delle foto e viene subito accontentato dall’artista che, tramite un video proiettore, commenta e lascia scorrere su di una tela le immagini. L’attenzione dei presenti viene catturata dai volti espressivi delle persone, dai costumi indossati, dai beni culturali immortalati, dalle scene di vita quotidiana, da particolari colti e irripetibili, dalla chiesa di San Rocco in contrada San Martino che c’era e che ora non esiste più. Insomma tanti magici e sapienti scatti che ripercorrono la storia del nostro territorio e ci si aspetta il secondo volume dell’antologia perché Pino possa regalarci un collegamento tra il passato e il presente per arricchire ancora la nostra storia,i nostri ricordi,gli anni della nostra giovinezza vissuta in mezzo a tante difficoltà e ormai andati. Al tavolo dei relatori l’antropologo Piero De Vita che come presidente dell’associazione “l’albero della memoria” e direttore del museo dell’arte contadina “Ludovico Noia”,da anni s’impegna nel recupero delle tradizioni promuovendo sul territorio valide iniziative in tal senso. Recentemente il museo è stato inserito nella rete museale provinciale. Ha anche vinto il De Vita il primo premio regionale della poesia in dialetto e la sua compagnia teatrale è approdata su Rai tre, in seconda serata, nella trasmissione “Amore criminale”. Sull’artista Pino D’Alba il De Vita ha evidenziato che le sue foto hanno un valore rievocativo e che sono i segni e non le parole, in questo caso, a creare emozioni. Lo scatto in bianco e nero non perdona, ha precisato, il relatore:” O sei bravo o la foto è da cestinare”. Oggi invece tutti possiamo scattare e correggere con il pc le foto,ma è un’altra storia:sono foto sì,ma l’arte è un’altra cosa. Nelle foto di Pino vi è la memoria fotografica, lo scatto professionale e si nota anche l’evoluzione e l’esperienza maturata negli anni. Gli scorci, la natura,i volti degli uomini e delle donne, sono capitoli di una umanità sofferente. “La muralità”,con le foto dell’antico e storico bastione scrivono della nostra identità,così come i mestieri nei vicoli del centro storico descrivono l’agorà e il rapporto tra uomini,donne e bambini. E,infine,spiega che l’antologia è dedicata alla famiglia dell’artista e che l’azzurro è il colore della spiritualità,dell’infinito,ma che è anche il colore del mare e che “oltremare” sta ad indicare un viaggio dell’artista con le foto verso l’infinito,senza confini. “Per donare il meglio di se stessi agli altri e ciò fa onore a tutti noi”,ha concluso De Vita. Il giornalista,Franco Maurella, nel duplice ruolo di coordinatore e di relatore ha tracciato un percorso di utilità sociale,della civiltà scomparsa,dei mestieri dei vicoli,dell’ambiente povero ma di pace che vi era e che oggi è scomparso. Da esperto conoscitore del territorio e delle sue numerose problematiche,Maurella,ha saputo cogliere ed esternare la valenza culturale e sociologica delle foto artistiche di Pino D’Alba. E’ riuscito anche a coinvolgere il pubblico che spontaneamente interveniva con validi e attinenti spunti di riflessione a tema. E’ il caso dell’artista Giovanni Cataldi che ha rilevato “l’essenziale artistico” nel soggetto fotografico che è il segno dell’arte. Di Franchetta Franco che ha colto “il genio dei luoghi” notando lo scatto preciso nel catturare l’anima del centro storico cittadino. Caterina De Nardi che ha riconosciuto nelle foto l’elemento artistico della ‘bellezza nelle e delle cose e dei soggetti in genere”. La signora Murro che ha notato che mancano gli animali da cortile liberi (le gallinelle)e poco c’è su Cerchiara di Calabria. Ha anche sottolineato che c’è un signore che ha un voluminoso archivio di foto d’epoca che bisogna coinvolgere e valorizzare. Ludovico Noia, vice direttore del museo contadino regala una targa alle associazioni che hanno promosso l’evento. L’artista Pino D’Alba,soddisfatto per la serata,ringrazia e omaggia i relatori del libro e “dulcis in fundo” a Bice Calvosa,a sorpresa,regala un quadro contenete la foto della abitazione storica della “Famiglia Calvosa” nel centro storico che l’ha ospitata da piccola e vista crescere insieme alle coetanee nei antichi vicoli pieni di pace e di sana umanità.
Franco Lofrano

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