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mercoledì 18 maggio 2011

Roma-17/05/2011: Alla Signora D'Alba (di Ciccio Frangone)

Carissimi, Pino, Lelle e Enzo… quando muore una mamma, nella foresta si avverte un grande boato; un albero di antico fusto, cade… si spezza, e sui monti più alti lo stelo dell’edelweiss, oggi, si è piegato in segno di venerazione verso mamma Sara.
Mamma e donna … la signora D’Alba. Con essa si riapre una delle pagine più belle della mia vita, e nello stesso tempo il mio cuore si dispone alla gioia di saperla già tra le braccia del Cristo Risorto, e illuminata dalla luce del suo volto.
Una mia storia scritta negli anni della mia giovinezza, quando le speranze e i sogni si prolungavano per captare aspetti e spazi del mio futuro. Era dolcissima nel porgere il vissuto della sua vita, quale segno di nutrita educazione e di nobile comportamento. Una donna venuta da lontano… dal nord e precisamente da Udine. Inserita in un ambiente sconosciuto alla sua formazione mentale e spirituale, e che per “amore” è riuscita a inserirsi e a donare il tessuto della sua illimitata simpatia e bontà d’animo.
Mamma e amica, che con garbo e con discrezione confidava “le secrete cose” del suo cuore a mia madre; legate dagli sguardi di donne sensibili, sul pianerottolo di casa, in attesa dei propri mariti.
Dolce nel porgere gli stati d’animo e orgogliosa nella cura dei suoi tre meravigliosi figli: Pino, Lelle e Enzo. In me rimane scolpita la fatidica frase, quando prestavo servizio ad Albidona:”Ciccio taggia dà na ambasciata”… e la simpatia creava e intensificava la stima, poiché voleva parlare il dialetto trebisaccese.
E poi ogni mia venuta da Roma: “Ciccio sempre più bello”… era il suo cuore di Amica che parlava e continuava a elargire affetto e stima.
Oggi trasformata, senza nulla aver perduto della propria anima, accanto al Dio degli abissi, prega per la serenità dei figli e dei nipoti, tanto amati e tanto gelosamente custoditi nelle pieghe del suo cuore.
Di lassù guarderà con gli occhi di Cristo, ed io inginocchiato la osservo con i ricordi degli anni trascorsi assieme a lei e al caro marito, e oggi insieme a tutti voi con affetto la pongo nello scrigno delle cose più care e che mai dimenticherò. E si aggiunge al vostro dolore Anna Maria per la ricchezza dei valori comunicati, quando bambina la trastullava con i giochi in una delle abitazioni del “cemento”
Un bacio e un abbraccio affettuoso… sempre Ciccio Frangone

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