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giovedì 19 maggio 2011

Alessandria del Carretto-18/05/2011:LA FESTA DELL’ABETE DI ALESSANDRIA DEL CARRETTO NELLA LISTA RAPPRESENTATIVA DEL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE D


LA FESTA DELL’ABETE DI ALESSANDRIA DEL CARRETTO NELLA LISTA RAPPRESENTATIVA DEL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE DELL’UNESCO.
Di FRANCO MAURELLA
Porta la data del 17 ottobre 2003 la Convenzione adottata a Parigi dall’UNESCO per la salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale. In quella data, l’Unesco riconobbe il rilevante ruolo del patrimonio cultuale immateriale in quanto “fattore per riavvicinare gli esseri umani e assicurare gli scambi e l’intesa tra di loro”. Al momento, a rappresentare l’Italia in questa particolare forma di tutela dell’Unesco, sono i Pupi Siciliani e il Canto a Tenore della Sardegna. Ad essi potrebbe unirsi “La festa dell’abete” di Alessandria dei Carretto, piccolo comune dell’Alto Jonio cosentino a mille metri d’altitudine, in pieno Parco nazionale del Pollino. Una festa che lo storico locale, Ettore Angiò, fa risalire al 1633 quando un boscaiolo, all’interno di un tronco di abete bianco, trovò l’effige di Sant’Alessandro Papa Martire, morto decapitato. Da quel giorno, ogni anno, l’ultima domenica di aprile e il 3 maggio, ad Alessandria del Carretto si celebra un intenso momento scandito da riti collettivi, religiosi e pagani, con momenti spettacolari unici ed irripetibili. Sarà necessario attendere il 2012 per conoscere la decisione dell’Unesco. La “Festa dell’abete”, “a festë da pitë” in dialetto locale, nella lista presentata dall'Italia all'Unesco nel 2011, con qualche polemica per l’esclusione del Palio di Siena, ritenuto cruento per il ricorrente sacrificio dei cavalli, ha altri 10 competitor di grande spessore: l'«arte tradizionale dei Pizzaioli napoletani», cioè la pizza napoletana, «La pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello dell'isola di Pantelleria», ovvero lo Zibibbo, la tradizione dei liutai cremonesi, il gruppo delle Feste delle grandi macchine a spalla (Festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi, la Faradda dei Candelieri di Sassari, la Macchina di Santa Rosa a Viterbo), il Carnevale di Viareggio, Calendimaggio ad Assisi, le Launeddas di Sassari, la Festa dei Ceri a Gubbio, la Festa delle Fracchie a San Marco in Lamis, provincia di Foggia. La candidatura di Alessandria del Carretto tra i beni immateriali dell’Unesco è stata ufficializzata con una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il sindaco Vincenzo Gaudio, il presidente dell’Associazione culturale Aps, Vincenzo Arvia, ideatore e promotore della candidatura, Giuseppe Delia, semiologo e antropologo che ha curato il dossier sottoposto all’approvazione del Ministero per i beni e le attività culturali (Mibac), l’artigiano Giuseppe Brunacci, esperto del trasporto dell’abete, il dirigente scolastico Tullio Masneri che ha associato la festa al culto arboreo presente in Europa già all’età del bronzo, il parroco don Nicola De Luca, il vice sindaco Riccardi del comune lucano di Terranova del Pollino, il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Corrado Alvaro”, Leonardo Rago, già sindaco di Alessandria, lo storico locale Ettore Angiò. Partner del progetto la Provincia di Cosenza, rappresentata dai consiglieri provinciali Franco Mundo e Giuseppe Ranù e la Regione Calabria, rappresentata da Gianluca Gallo. Grazie al regista televisivo Rocco Giampietro è stato possibile effettuare un collegamento, in videoconferenza, con l’assessore alla cultura Mario Caligiuri il quale, ha riferito: “La Calabria non ha un sito tutelato dall’Unesco quindi ben venga la candidatura di Alessandria. La cultura deve unire sviluppo civile ed economico e le tradizioni ne rappresentano un importante volano”. Sulla stessa falsariga di Caligiuri, anche Gianluca Gallo che ha affermato: “L’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri ed il presidente Scopelliti hanno già manifestato l’interesse della Regione. Per quanto ci riguarda, faremo la nostra parte affinché questo tradizionale evento possa diventare, con orgoglio, il biglietto da visita della Calabria e conquistare un posto nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco”. Al Mibac, la “Festa dell’abete” è stata presentata oltre che in un ricco e corposo dossier, anche dalle dichiarazioni di sostegno deliberate dall’amministrazione comunale di Alessandria del Carretto, della Regione Calabria (Assessorato alla cultura), della Provincia di Cosenza, dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, della Comunità montana “Alto Jonio, delle Associazioni culturali “Rizoma” e “Aps – vacanzieri insieme attraverso l’Italia”, del comune di Terranova del Pollino. Un ruolo determinante anche avuto i referenti scientifici del Mibac che hanno collaborato all’elaborazione del Dossier: da Luciana Mariotti, dell’Ufficio Patrimonio Mondiale dell'Unesco, Edoardo Lorenzetti ricercatore, antropologo del Cnr-Ceris e Paola Elisabetta Simeoni, demoetnoantropologa responsabile servizio Etnoantropologico e archivio laboratorio Demo-Etno-Antropologico (Aldea). Se la “Festa dell’abete” è giunta a Parigi per la valutazione dell’Unesco, si deve anche al produttore cinematografico Gregorio Paonessa, al regista Michele Frammartino a Gabriella Manfrè, Pierluigi Laffi e Mario Castagna, rappresentanti di case cinematografiche, ai quali si deve il montaggio del video della Festa dell’Abete. Se la candidatura della Festa dell’Abete supererà il riconoscimento del Comitato Intergovernativo Unesco, sarà un grande palcoscenico mondiale per il paese di Alessandria del Carretto e la Calabria intera, con una ricaduta sociale, economica e culturale che verrà portato alla luce in tutto il Mondo.

BOX
LA FESTA DELLA PITA
Ogni anno, nell’ultima domenica di aprile, la comunità alessandrina si reca nel bosco della “Spinazzetta” in comune di Terranova del Pollino (Pz) dove precedentemente è stato scelto l’abete secolare da abbattere con il consenso e la supervisione del Corpo forestale dello Stato e dell’Ente Parco del Pollino ed alla presenza dei Sindaci delle due comunità. Per ogni abete abbattuto, uno all’anno, vengono piantati dieci nuovi alberi, nel rispetto assoluto del bosco e dell’ambiente. Alla “Spinazzetta” si taglia l’abete bianco scindendolo il due parti: il tronco e la cima. Con la partecipazione totale della comunità, presente con diverse generazioni di alessandrini, lo si trasporta, a braccia, fino alla piazza del paese. La prima tappa, che serve per rifocillarsi, si fa alla “Difisella”. La gente del paese che non si è recata alla “Spinazzetta” si ricongiunge agli altri per consumare un pasto fatto di prelibatezze locali: salsiccia, soppressata e formaggi, rigorosamente prodotti ad Alessandria del carretto. L’abete bianco, trasportato a braccia grazie a travetti che servono a sollevarne il tronco, viene accompagnato con canti popolari e balli della tradizione, al suono delle zampogne, degli organetti e dei tamburelli. Giunto in paese, l’abete viene ricomposto, riposizionando la cima al tronco ed innalzato a braccia, con l’aiuto di scale e pali. Intorno all’albero si ristabilisce l’identità culturale della comunità e del suo senso di appartenenza al territorio. Tutto quanto avviene è in onore di Sant’Alessandro, patrono del paese ed è espressione diretta della cultura agro-pastorale che in quei giorni riemerge orgogliosa. La festa, con la processione di Sant’Alessandro e la messa dedicata al santo patrono, si conclude con la scalata dell’abete da parte di temerari che cercano di raggiungerne la cima per aggiudicarsi i premi che vi sono stati posti. Poi l’incanto, l’asta pubblica di prodotti alimentari tipici locali, che conclude le celebrazioni fino all’anno successivo.
fra.mau.

BOX 2 (Se necessario)
Gli obiettivi dell’Unesco, perseguiti con l’adozione della Convenzione del 17 ottobre 2003 introducendo la tutela del patrimonio culturale immateriale, sono riassumibili in quattro scopi: salvaguardare il patrimonio culturale immateriale; assicurare il rispetto per il patrimonio immateiale delle comunità, dei gruppi e degli individui interessati; suscitare la consapevolezza a livello locale, nazionale ed internazionale dell’importanza del patrimonio culturale immateriale e assicurare che sia reciprocamente apprezzato; promuovere la cooperazione internazionale e il sostegno. Nella definizione del “patrimonio culturale immateriale” fornita dall’Unesco, si intendono “le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi ed in alcuni casi gli individui, riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale”. Patrimonio che, come nel caso di Alessandria del Carretto, è trasmesso di generazione in generazione e ricreato costantemente in risposta all’ambiente, all’interazione con la natura e la storia, dando un senso di identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana. A Parigi, la Festa dell’Abete può contare sulle tradizioni ed espressioni orali, sulle arti dello spettacolo, le consuetudini sociali, gli eventi rituali e festivi, le cognizioni e le prassi relative alla natura e all’universo, l’artigianato locale. A Parigi, Alessandria del Carretto arriva con le carte in regola per competere per uno dei due eventi che saranno assunti a patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
fra.mau.

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