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sabato 28 novembre 2009

Trebisacce-28/11/2009: Il paradosso di Cesare


Il paradosso di Cesare.

Voi pensate veramente che Cesare abbia pianto pensando che alla sua
età Alessandro Magno aveva conquistato il mondo, mentre lui era ancora
un oscuro romano, anche se ambizioso talmente da far dire a Silla che
in Cesare c´erano infiniti Mario e quindi era pericoloso?
E che abbia potuto dire che preferiva essere il primo in uno
sperduto villaggio che essere il secondo a Roma?
Niente di più forviante!
Se mettiamo a confronto cosa ha significato Cesare e cosa Alessandro
Magno ci accorgiamo, per la vastità degli interessi, delle capacità
(politiche, militari, oratorie, di scrittura), che Cesare gli è sopra
di una spanna e che la grandiosità del progetto del Romano, traghettare
la repubblica, ormai rinsecchita, verso la nuova linfa dell´impero, è
ben più duraturo e più vasto persino della koinè ellenica che
Alessandro ha garantito.
Come poteva, dunque, accontentarsi di essere il primo di un villaggio
sperduto?
Era il mondo che a chi incarnava lo spirito del tempo, per come vede
Hegel l´uomo storia, sembrava piccolo e misero come un villaggio,
dinnanzi all´eternità, statica e corrotta, della grandiosa facciata di
Roma.
Nel paragone, non tiene conto Cesare il poco e il tutto, scegliendo
il poco se primeggia; Cesare mette a confronto il tutto che è in fieri,
col passare il Rubicone, e che può sembrare a chi è miope, ma non a
lui, il villaggio sperduto , col tutto solo apparentemente, Roma
repubblicana, che ormai è decrepita e rivolta al passato che inghiotte
ciò che non è funzionale alla storia.
Il villaggio di Cesare è come le cose di cui parla Protagora nel
detto :"L´uomo è la misura di tutte le cose".
Come si modifica il senso dell´uomo, secondo l´andamento circolare
delle onde del mare ferite da pietre che rimbalzano e le dilatano all´
infinito, che da singolo diventa cittadino e poi espressione di
umanità, così avviene per le cose: dall´ esperienza personale, alle
vicende della polis per finire alle cose universalissime del mondo.
Cesare è l´uomo universale e il villaggio è il mondo.
Ciò che dice la filosofia, essere scientia rerum per supremas
causas, Cesare l´ha realizzato nella sua singolare vicenda storica.

caramente
gianni mazzei

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