Trebisacce:22/11/2009
Sventato appena ieri il tentativo del trasferimento dell’ambulanza di tipo “A”,medicalizzata, presso l’ospedale di Rossano e oggi capita l’utilizzazione utile a vantaggio di un paziente. E’ stato così possibile evitare un disagio e la riproposizione di parlare di disservizio o di malasanità. Proprio, domenica mattina, un ’95 enne di Villapiana a causa di una caduta dalle scale della propria abitazione viene trasportato dal “118” presso il pronto soccorso del “G. Chidichimo”.I sanitari intervengono con una sutura in regione occipitale e viene disposta una tac e gli accertamenti del caso,ma occorre anche una consulenza neuro chirurgica eseguibile presso il reparto dell’Annunziata di Cosenza. Il trasferimento avviene proprio grazie all’ambulanza di tipo “A” che volevano assegnare al presidio ospedaliero di Rossano.Se sabato scorso non ci fosse stata quell’agitazione e quella sinergia di mobilitazione tra medici,paramedici,istituzioni e associazioni,oggi sarebbe stato impossibile assicurare il trasferimento dell’anziano paziente. In concomitanza con la gestione di questa emergenza si verifica nel reparto di medicina che una paziente diabetica andasse incontro verosimilmente ad un’embolia celebrale che ha condotto l’equipe di reparto verso una rianimazione cardio circolatoria. A distanza di qualche ora però è sopraggiunta una crisi respiratoria severa che ha richiesto l’intervento del medico anestesista che ha dovuto intubare la paziente e disporne il trasferimento presso la rianimazione dell’ospedale di Castrovillari. E ancora si ribadisce che senza quell’ambulanza di tipo “A” non sarebbe stato possibile intervenire. Al pronto soccorso necessiterebbero poche cose per farlo funzionare efficientemente: una rianimazione con almeno due posti letto e una ristrutturazione della struttura in modo da prevedere un’adeguata sala chirurgica al fine di affrontare, in regime di efficienza, un primo intervento acuto di natura chirurgica e consentire il differimento temporale del paziente in altra struttura adeguata. Tutto ciò sempre all’interno di una fattiva sinergia tra il personale medico ed infermieristico di pronto soccorso e “118” per consentire al potenziale paziente di sentirsi sicuro e protetto all’interno della struttura. Diversamente il paziente e i familiari penserebbero subito ad altra struttura più degna di fiducia senza considerare eventuali contenziosi giudiziari che coinvolgerebbero l’intero personale sanitario.
Franco Lofrano
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