Napolitano forbice sul Colle e congela il suo stipendio
Toronto Star (Canada)
Giorgio Napolitano dà l'esempio. Stringe la cinghia alle spese del Quirinale, con 15 milioni di euro restituiti allo Stato nel triennio 2011-2013. E rinuncia, da ora a fine mandato, all'adeguamento automatico all'indice dei prezzi del proprio assegno di presidente della Repubblica.
Alla vigilia dell'approvazione dei bilanci di Camera e Senato e mentre imperversa il dibattito sul taglio ai costi della politica, la presidenza della Repubblica comunica al ministero dell'Economia i propri risparmi. E il capo dello Stato in prima persona dispone, da quest'anno e fino alla scadenza del suo mandato, il blocco "dell'adeguamento all'indice dei prezzi al consumo" del suo stipendio. Congela ogni aumento, insomma.
Dunque, l'assegno del presidente determinato, ai sensi dell'art.84 della Costituzione, da una legge dello Stato, resterà pari a 239.181 euro l'anno lordi (136.397,81 euro al netto delle ritenute fiscali). Questa cifra è l'unico emolumento del capo dello Stato, essendogli stata sospesa l'erogazione sia dell'indennità di senatore a vita, sia del vitalizio maturato in oltre 38 anni di attività parlamentare.
Prosegue, intanto, la politica di risparmi alle spese del Colle, che Napolitano ha portato avanti negli anni della sua presidenza. L'amministrazione del Quirinale provvederà infatti a restituire al Ministero dell'economia e delle finanze 15.048.000 euro nel triennio 2011-2013, nonché 562.737 euro nell'anno 2014. I risparmi, spiega una nota pubblicata sul sito del Quirinale, sono effetto dei decreti, firmati dal capo dello Stato, per l'applicazione del contributo di solidarietà sulle pensioni e per la riforma delle pensioni di anzianità. Si completa così l'attuazione delle misure previste dalle manovre 2010 e 2011 per la riduzione del 5 e del 10% delle retribuzioni e delle pensioni per la parte eccedente 90.000 e 150.000 euro, per il blocco delle progressioni automatiche e per la riduzione delle spese per beni e servizi.
I risparmi che conseguono a questi provvedimenti, si aggiungono a quelli già realizzati dal Colle tra il 2006 e il 2011: 56.316.000 euro in tutto. Effetto di autonome misure adottate dal Quirinale, che vanno dal blocco del turnover, alla riduzione dei compensi per il personale comandato e distaccato e di numerose indennità, dalla riduzione delle ferie, all'aumento dell'orario di lavoro e alla riorganizzazione amministrativa.
Grazie a questi tagli, ma anche agli aumenti di produttività, fino al 2013 la dotazione della presidenza della Repubblica che è a carico del bilancio dello Stato, sarà bloccata al valore nominale del 2008, "a fronte di una inflazione che da allora ha già raggiunto il 6,6% sulla base dell'indice dei prezzi al consumo".
Quello di Napolitano "é un segnale importante per il Paese e un monito per il Parlamento", dice il leader Idv Antonio Di Pietro. E anche i Verdi di Angelo Bonelli auspicano che le Camere seguano l'esempio del capo dello Stato, "vero punto di riferimento per i cittadini".
Plaude dal Pdl Osvaldo Napoli, che però fa notare come anche i parlamentari "da quattro anni" diano il "buon esempio": "l'indennità è stata decurtata di circa 5 mila euro".
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