L’emotività costruttiva
di Pino Cozzo
Così come accade nel contesto sociale della vita quotidiana, le emozioni riguardano e regolano la vita scolastica, di tutto il personale, ma soprattutto degli alunni, e ne influenzano le capacità, gli atteggiamenti e i risultati. E’ una relazione tra cuore e mente che spesso non viene considerata nel processo educativo e formativo, ma influenza tutto il rapporto di insegnamento e apprendimento. Ogni ora trascorsa nell’ambito scolastico interessa appieno il tessuto emozionale della vita del discente e produce reazioni ed effetti di paura, apprensione, gioia, tristezza e anche rabbia. Come dire, ogni alunno rappresenta un mondo a sé stante, diverso da ogni altro, che va valutato per la personale entità e configurazione, ed ogni scoperta, conoscenza, abilità e competenza acquisite, insieme con la vita sociale del gruppo scuola e classe, costituiscono la spinta per specifiche emozioni. Dal latino “ex movere”, il termine vuol dire “tirar fuori”, ed è quindi facilmente associabile a eventi di spinta ed attività, ma il nostro sistema scolastico, soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado, si basa sulla acquisizione di abilità cognitive, trascurando quasi del tutto il fattore sentimentale. Sappiamo invece che la vera personalità del discente si sviluppa solo se interagisce con quella dei docenti e degli altri alunni. Nell’insegnamento alunno-centrico, l’insegnante è nient’altro che un facilitatore dell’apprendimento, inteso come acquisizione di conoscenze e competenze, e tale deve essere il suo ruolo primario, affinché diventi anche un genitore putativo. In tali condizioni socio-ambientali, il clima sarebbe certamente più sereno, rilassato; l’apprendimento potrebbe diventare più profondo e più rapido e portare a traguardi estremamente positivi e gratificanti per la scuola, le famiglie e gli studenti. Le competenze sociali ed emotive basilari, intese come consapevolezza di sé, il conoscere in ogni momento i propri sentimenti, l’autocontrollo (il famoso self control di anglosassone memoria), il gestire i propri sentimenti, la motivazione, come sprone per raggiungere i propri obiettivi, l’empatia, il commisurarsi agli altri, interpretandone le prospettive, e le abilità interattive, per gestire le varie situazioni sociali, certamente agevolerebbero le finalità educative e la realizzazione personale. Sono i prodromi della grande frontiera dello studio dell’animo umano, e dei giovani in particolare, in cui lo spazio interiore presenta ancora i caratteri dell’irrazionale, e, forse proprio per questo, sollecita e solletica la ricerca scientifica per l’acquisizione di nuovi e più soddisfacenti strumenti di conoscenze. Forse, un tale esercizio può sembrare difficile e scoraggiante, ma l’obiettivo di formare persone dignitose e sane, in una società come quella attuale, in un clima di maggiore libertà, potrebbe essere fondamentale, e costituire la sfida per il domani per il nostro futuro e quello della scuola.
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