LETTERA DI NATALE
AI MIEI GENITORI
Buon Natale, papà! Buon Natale, mamma!
Oggi, nel gran giorno della luce, nasce in me la malinconia più triste,
perchè per me non c'è più risposta.
Il silenzio della malinconia mi porta indietro nel tempo, a quando,
ancora ragazza, aspettavo il lieto evento. Era la festa più bella, in
cui il freddo più gelido diventava calore d'amore, nessuno era assente
alla cena della sera di Natale. La tavola era imbandita con pietanze
diverse per 13,9 o 5 persone. si aveva premura di mettere la letterina
sotto il patto con la fatidica frase: "Io chiudo il bigliettino e tu
apri il portafoglio".
Dopo si doveva baciare la mano a papà e a mamma perchè ci impartissero
la benedizione: " Sii benedetta, figlia mia".
Ci si scambiava gli auguri con gli altri della famiglia e iniziava la
cena, fatta a base di pesce e frittura varia. La frutta era più
diversificata e veniva messa nel grande cesto. Nella notte santa
s'aspettava il suono delle campane che annunciavano il grande evento.
si correva in chiesa, mentre nella piazza veniva acceso il grande fuoco
e i ragazzi intorno ascoltavano le zampogne tra fuochi d'artificio e
scoppi vari. Nel presepe, preparato con grande gioia, veniva a regnare
in mezzo a noi il Redentore!
Che gioia, che contentezza! Era nato nei nostri cuori l'amore più
grande, l'amore più bello: era la notte del Santo Natale.
oggi restano i ricordi perchè, miei amati genitori, non ci siete più,
ma il vostro esempio e il vostro amore resteranno in eterno, perchè
nesuno mai mi porterà via la vostra benedizione e io continuerò ad
amarvi.
Vi mando gli auguri più sentiti di Buon Natale! Sento che da lassù, in
cielo, due stelle brillano per me e dicono" Benedetta, figlia mia".
Acri, S.Natale 1996
Anna Maria Algieri
Nostalgia del passato del piccolo borgo di Casalicchio
CASALICCHIO
il mio rione, Casalicchio, è ricco di personaggi illustri:
ricorda la casa natia del Beato Angelo d'Acri,
il poeta Padula, Julia, Romano, Giannone.
il piccolo rione, grande come una città,
prende vita: il falegname, la sartoria,
il fornaio, il barbiere, il tabaccaio.
Ma ancora più grandi sono i giovani
che danno vita al rione.
Una fratellanza li accomuna,
diventando compatti e solidali
creando momenti magici e fantastici.
creano con sempre nuovo ingegno e abilità
il presepe che dà tradizione al passato.
Così accade per la notte del Santo Natale.
Al centro della piazza
il fuoco scoppiettante e invitante per i passanti,
mentre intorno i ragazzi ascoltano le zampogne.
S'ode il suono delle campane: è nato il Redentore!
Si va in chiesa ad ascoltare la Santa Messa
e il nostro parroco Don Antonio Pellegrino
guida i nostri passi sull'esempio di Don Bosco
... il ricordo va al passato, a chi non c'è più,
ai nostri avi che hanno saputo trasmettere
i loro messaggi di amore e fratellanza
che ostinatamente sfidano il logorio del tempo.
Anna Maria Algieri
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