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lunedì 31 agosto 2009

Trebisacce-31/08/2009:"la nudità della stupidità"

Minima moralia 2
“la nudità della stupidità”- George Bataille.

E’ veramente sorprendente la differenza di significato se al posto di un nome subentra un sostantivo!
Se dico “ nuda verità” mi distanzio un abisso dalla “ la nudità della stupidità”, specie se ho in mente l’assioma: bellezza-verità-pensiero e il suo perfetto contrario :bruttezza-falsità-vacuità, facendo rientrare così il concetto di “ stupidità” non solo in un atteggiamento inadeguato di capire,quanto anche in un aspetto di diminuzione di moralità.
L’aggettivo “nuda”,dinnanzi a verità mette in evidenzia l’essenzialità della verità, il suo non avere bisogno di orpelli, per essere. Del resto,la verità è emergere con la propria forza,per come etimologicamente ci dice la parola greca aletheia.
Nuda verità dunque ci parla di protezione,di forza prorompente, di essenzialità, rivalutando con ciò anche l’espressione, che poteva risultare peregrina e di amara ironia nell’esperienza della vita, “povera e nuda vai filosofia”.
La verità,intesa come bellezza e atteggiamento morale, tende all’essenzialità, a togliere il superfluo, a “denudarsi” quindi.
La sobrietà,che è anche equilibrio e rigore, ne esprime il senso più appropriato.
Pensate al mito di Platone riferito al giudizio delle anime: per evitare errori, per non essere abbagliati dai “vestiti” intesi come condizionamenti sociali e ruoli, le anime devono presentarsi nude dinnanzi ai giudici, anch’essi nudi,per essere giudicate.
Nella stessa linea interpretativa sta il rapporto tra sofista e filosofo,come tra una cucina elaborata,che nasconde il marcio e la qualità scadente dei prodotti ingannando il palato ma facendo male alla salute, e una cucina genuina nella quale al sapore e odore corrisponde l’ingrediente.
Il termine adequaetio ne esprime bene il senso,nel rapporto tra il dire e l’essere.
La nudità evita l’inganno,evita la seduzione: un corpo seduce ,è vero, più per quello che non scopre e diventa l’arte dell’attesa.
Ma,quando la verità,nella sua bellezza emerge dal mare,come Venere, ogni arte seduttiva diventa blanda e inefficace,come la verità risplende,per come dice San Paolo, nella sua essenza in cielo rispetto alla nostra conoscenza in speculo.
Anche a livello teologico ed iconografico, nonché come esperienza storica del misticismo e del profetismo, la nudità ha questo significato: Cristo è tale nella nudità della grotta e sul Golgota, Francesco di Assisi si spoglia per indicare il cambiamento radicale del suo essere, i profeti vanno in giro nudi per indicare la differenza tra la certezza del quotidiano e la verità del futuro,incomprensibile ai cosiddetti sapienti.
Così è la nudità nell’arte,intesa come lavorìo per togliere,per andare dentro le cose,senza fronzoli e orpelli,altrimenti meravigliamo come nel barocco, ma l’anima resta fredda,non si accende, resta vuota. Il labor limae non è solo tecnica di eleganza ,ma anche modo di essere dell’arte,intesa anche come gusto.
Di nuovo il paragone del cibo viene in aiuto: il pasto frugale,consumato in piedi degli Ebrei,con pane azzimo,in attesa di andare è altro dalla cena,volgare nella sua abbondanza, che non sazia veramente,ma è da crapuloni,di Trimalcione.
Ecco,la verità e quindi la bellezza,l’arte,la moralità anche,hanno in sé questo dinamismo, questo andare, l’oltrepassare orizzonti , questa non sazietà e si sentono radicati nell’esilio.
Forse ora è capibile l’espressione del Bataille “la nudità della stupidità”.
Veramente,egli la intende come decomposizione di un corpo,rispetto alla vita dello stesso.
E si può accettare questa sua interpretazione.
Aggiungerei però altro.
La stupidità,più che decomposizione, che del resto merita rispetto non fosse altro perché si trasforma in energia e ha una sua funzione, è la vuotezza della mente e del cuore,connessa spesso ad arroganza.
E’ il gratuita,è l’irrelato,senza un linguaggio che possa comunicare.
Ultimamente in una mostra che non nomino, ho visto un’opera intitolata “leggerezza”,fatta da un materasso incartato: la stupidità è quel linguaggio,racchiuso nell’hic et nunc,con la pretesa di essere geniali e quindi di comunicare…. l’incomunicabile.
Come si vede,dunque,la nudità della stupidità è essere senza grazia,indifesa,inutile se non addirittura dannosa,vuota.
Per questo,molti l’ammantano per farla sembrare, nel gioco delle apparenze, credibile e accettabile.
Gianni Mazzei

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