ALDILÀ ' DELLA POESIA...
Anna Maria Algieri, la poetessa degli umili, come la chiamo io, è in fermento da più giorni, da quando ha ricevuto la gentile concessione da parte dell'Amministrazione comunale di Acri di poter presentare il suo ultimo lavoro "Voce dell'anima", presso il Palazzo Sanseverino-Falcone. E' naturale sentire l'animo in subbuglio. la testa quasi nel pallone e il cuore in un pentolone di desiderio e attesa. E' quasi contagioso questo stato d'essere. Mi ha colpito questa tenera donna che non meticolosità ha curato ogni particolare perché l'evento presentazione riuscisse al meglio. E cosi è stato, a parte il temporale che bagnava Acri il 4 ottobre sera; così è stato se consideriamo che in contemporanea si svolgeva anche la bella manifestazione per l'uscita del film "L'Arciprete". Mi piace però raccontare di quella sera soprattutto sotto una luce per cosi dire emozionale. Accompagnata con affetto e apprensione dai suoi familiari Anna Maria, attorniata dagli amici più cari, elegante e compita, sguardo luminoso ed emozione ben controllata. Sedeva al centro del tavolo tra gli emeriti oratori lo storico prof. Napolillo. la dott. ssa Carmela Caravella, il "nostro" saggio prof, Abbruzzo e il dott, Raffaele De Vincenti, ascoltava con attenzione "estranea* quanto di buono si diceva dei suoi versi intrisi di preghiere. Attenzione estranea, perché non si turbava il suo volto né per il disappunto né per la compiacenza. Lei stava lì, come ospite d'onore si, ma non come padrona dì casa: poche parole per ringraziare tutti, ricordare il "fraticello d'Assisi" e vol¬gere un pensiero ai genitori scomparsi. E' cosi Anna Maria. Scrive i suoi versi semplici e primordiali e li rappresenta con i suoi gesti, con la sua vita. Ma al di là del nome, al di là del libro, che sia di poesia o di fisica nucleare, che sia per un quadro o sia per un ricamo, ciò che vale, ciò che conta è il FARE. Quel fare buono già solo perchè crea l'impegno, allontana la malinconia, vince la solitudine che può uccidere, distrugge la noia, fa a pezzi anche la tentazione forte di paragonarci alla "grandezza" dei potenti della terra e sentirci perciò (errando) insignificanti, inutili. Ecco perché mi è piaciuto prendere spunto dalla presentazione del libro della cara Anna Maria Algieri, per notare e annotare che c'è chi si mette in gioco, chi ha il coraggio di raccontarsi pubblicamente, il coraggio dei puri di cuore, forse in¬genuo e troppo "osante" agli occhi di alcuni, ma non a quanti credono che ogni occasione che procuri alla persona una dignitosa e sana gioia, ogni occasione o atto che spinga a operare lontano dal male, facendo nascere possibilità di incontro, ha sempre inestimabile valore. E rende nobili quanti senza superbia vi danno spazio e attenzione.
Gaetana Falcone
sabato 22 agosto 2009
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