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lunedì 19 luglio 2010

Trebisacce-19/07/2010:"Omero e Achille" di Gianni Mazzei


Omero e Achille


Da quelle fessure così strette degli occhi
che nemmeno le ombre trattenevano
o vi potevano entrare,
eppure, per sortilegio divino,
il passato e il futuro degli uomini
fluivano come scaglie di luce.
Egli era lì, nel sogno
o nel crepuscolo caro ai profeti,
non saprei dirlo,
appoggiato agli stipiti del tempo.
“Le cose del presente”
mi disse con voce rauca e lontanante
“ sono acini flaccidi,senza forza,
solo scorza che persino gli uccelli
più affamati disdegnano di piluccare”.
Ed io, preso da un cruccio da sempre,
che mai volli dire agli altri,
nemmeno al più saggio degli eroi,
Ulisse dalla mente colorata,
forse per invidia o pensando che
la sua risposta, qualunque fosse,
non avrebbe soddisfatta la mia anima inquieta,
dissi con precipite ansia,
come avviene con l’acqua che gorgoglia
dalla bottiglia dal collo stretto,
tanto che fece fatica in un primo momento
a capirmi e dovetti ridire il mio dubbio.
Ed egli, di rimando:
“ Raccontare le tue gesta, tramandole di generazioni
in generazioni, non è la stessa cosa
che averle io trascritte nel cuore del tempo, indelebili.
Gli uomini sono menzogneri e traditori,
adulatori e invidiosi
e avrebbero snaturato il mio canto,
con aggiunte posticce,
come avviene nella corsa degli atleti
ai giochi olimpici
se tu mischi,illudendo il pubblico,
nanerottoli, buoni a far ridere
non certo pronti all’eleganza
e alla forza richiesta dagli dei
in simile evento.
La verità ha bisogno di punti fermi
inamovibili, cardini del tutto,
per risplendere nella sua oggettiva bellezza.
Ti ho dato le lettere,
come vesti splendide,
più di quelle stillanti luce
di tua madre Teti che esce dal mare
per consolare il tuo pianto.
Tu in esse sei eterno
e puoi leggerti ed essere in esse
ogni qualvolta che, smessa la furia del tempo
e dell’azione umana, sempre caduca
pur quando sembra gloria imperitura,
vuoi ritrovare il tempo
dell’infanzia
e delle illusioni,
unico vanto del destino umano”
E mentre ponevo altre domande
con nel cuore acerbo dolore,
il sogno e con lui
svanì e ritornai
a indossare le mie armi di sempre.



gianni

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