Sfido chiunque ad ammettere di aver creduto in una vittoria del centro sinistra. Noi militanti, anzi mi piace considerarci soldati in prima linea, negavamo l’evidenza che il centro destra avrebbe vinto, grazie ai nostri paladini, i quali pensavano solo contrastarsi tra di loro creando tante piccole correnti avverse, interne al PD.
Ci appoggiavamo gli uni sugli gli altri per poter credere in un risultato positivo, ma dentro di noi, lo sapevamo fin dall’inizio, fin dalle crepature interne, fin dalle primarie, ma soprattutto dal malcontento creato tra la gente, dai nostri politici e della loro politica, i quali pensavano a tutto tranne che a creare unità nel partito e nelle sezioni.
Il tutto ha portato divisioni radicali interne, nella gente e nei circoli, c’era, anzi c’è una vera e propria guerra interna, chi portava un politico della coalizione, era nemico di chi ne portava un altro, si è riusciti addirittura a denigrare l’appartenenza di un candidato all’interno della stessa coalizione. Bisogna essere franchi in un analisi del voto, i voti si rubavano all’interno dello stesso partito della coalizione, forse era più semplice rubare un voto al politico della stessa coalizione che convincere un indeciso o addirittura un elettore di destra a votare per loro.
La campagna elettorale del centro sinistra era contro il centro sinistra, sembrava che in corsa per la regione c’era solo una coalizione, dimenticando che la battaglia doveva essere contro, un centro destra unito, in avanzata, e con i sondaggi che impazzivano per lui.
Alcuni politici, ora si interrogano sul perché di una sconfitta così plateale, dovrebbero interrogarsi su quali sono stati i motivi, per i quali hanno consegnato la Calabria al centro destra, dovrebbero interrogarsi sul perché sono stati sconfitti da un elettorato che solo 5 anni fa gli ha dato il 69%.
La gente è stanca di continue discussioni, contrasti, è stanca di un mancato rinnovamento della classe politica, è stanca di essere considerata solo in prossimità delle elezioni, è già stanca di un partito PD rinnovato solo nel nome.
Bisogna considerare che l’elettore, ma soprattutto l’ espressione del suo voto, nasce e matura nei circoli, ed è proprio da lì, che bisogna iniziare e creare un legame politico, atto a preparare l’elettore, l’iscritto, ad arrivare in campagna elettorale con un programma comune, essere informato sulla vita politica che scorre in provincia in regione, mese per mese e non solo l’ultimo mese di campagna elettorale in una sala o in piazza, arrivare preparato al voto avendo gli strumenti utili per convincere gli indecisi.
E’ finita la politica feudale, dobbiamo iniziare a capire che se vogliamo parlare di sistema politico in senso letterale, dobbiamo sapere che il Sistema Politico è un sistema di interazione, non di organizzazione personale. Il PD ha bisogno di crescere nelle sezioni, nei circoli, in sinergia con i nostri rappresentanti provinciali e regionali, ma soprattutto con i nostri riferimenti dirigenziali di partito.
Il confronto con altri segretari di circolo, mi ha fatto constatare che nessun circolo è mai stato contattato da nessun dirigente di partito durante i mesi, gli anni trascorsi di legislazione e di preparazione alle varie competizioni elettorali, a questo punto ci viene spontanea una domanda da rivolgere ai nostri dirigenti: ma spiegateci una volta per tutte, qual è l’utilità dei circoli.
Da questa sconfitta elettorale, la dirigenza politica del PD, deve fare tesoro, non tutto viene per nuocere, a volte le sconfitte danno la forza di capire gli errori, e questo serve a cambiare rotta, si deve iniziare a capire che la politica non è fatta solo per i soliti e solo in alcuni momenti particolari; la politica in senso generale, riguarda "tutti" i soggetti facenti parte di una società, e non esclusivamente di chi fa politica attiva, sistema che dovrebbe essere costruito attorno ad un nucleo fondamentale, le sezioni, giorno dopo giorno, mese dopo mese.
La gente si è stancata di essere considerata solo a giochi fatti, ha bisogno, intanto di una nuova classe politica generazionale, da creare in sinergia con tutti i circoli, ma soprattutto vuole essere informata su come si evolve la vita politica delle istituzioni regionali, provinciali e territoriali, lavorando ad un programma politico che si genera dalle esigenze della persona, del territorio e non dall’esigenza dei politici.
Noi circoli, penso che siamo pronti ad un rilancio, della politica, anzi soprattutto dopo questo risultato vogliamo, più di prima, rilanciare un nuovo modo di fare politica rinnovata nei metodi e anche nelle persone. Non abbiamo bisogno di “professori della politica” che siano al di sopra di tutto, che si ricordano di noi solo quando gli serviamo, dovremmo essere una famiglia dove ognuno da un suo contributo, nessuno è al di sopra di nessuno, il partito ha bisogno di persone che vogliono crescere e far crescere la voglia di far politica per il bene del territorio, sotterriamo l’ascia di guerra interna, e riuniamoci per formare un nuovo PD. Ripartiamo da zero, iniziando un nuovo Partito Democratico, con nuovo tesseramento 2010, come segno di unione, di rinnovamento, di ascolto, ma soprattutto lavoriamo insieme per rilanciare un partito che ha una sola volontà, quella di voler esprime i suoi concetti fondamentali per un PAESE DEMOCRATICO.
Luciano Regino
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