Il Papa e i preti pedofili.
Se alcuni poliziotti sono corrotti non diciamo che lo Stato è marcio
né sosteniamo che necessariamente il capo dello Stato deve sapere e lo
convochiamo in tribunale a testimoniare.
Questo atteggiamento nasce dal fatto che in ogni stato, anche in
quello più accentrato e con un´impalcatura residuale del passato, ci
sono diversi passaggi, diverse gerarchie, diversi momenti che
consentono, a livello burocratico, conoscenze e decisioni che
fuoriescono dalle competenze e decisioni del premier o del capo dello
Stato.
Certo, se la corruzione tocca i vertici, un ministro o un alto
magistrato o capo dell´esercito, la cosa sicuramente riguarda, per
conoscenza e competenza, il capo dello Stato.
Ora, se le cose stanno così, perché applicare due pesi e due misure?
Se succede uno scandalo che coinvolge un sindaco o un carabiniere
nessuno chiama in giudizio Obama o Napoletano; se coinvolge un prete,
al di là dalla gravità, qualcuno si permette il lusso di voler citare
in giudizio addirittura il Papa.
Penso che l´opinione pubblica, ma anche la stampa, commette un errore
di impostazione e di metodologia a causa o dell´ignoranza di come è
strutturato il Vaticano con i suoi dicasteri( cioè i ministeri) o
perché, essendo la Santa Sede, poco importante politicamente, la si può
denigrare, persino con compiacimento, quasi una rivincita del mondo
laico.
Nessuno sostiene la non gravità dei preti pedofili: basta pensare a
ciò che dice Cristo nel Vangelo:"Guai a chi scandalizza qualcuno di
questi piccoli,sarebbe meglio per lui prendere una macina di mulino e
buttarsi" (fatto cioè così grave da far dire al datore della vita che è
da preferire il suicidio!).
E nessuno ignora l´intervento della Chiesa su questi aspetti e anche
la prudenza( che non è omertà o debolezza) a recuperare chi sbaglia.
Quindi, non vedo questo accanimento assurdo che si ha sia in Italia
sia nel mondo: in Italia forse perché tutto è vissuto con polemica di
opposti schieramenti senza mai avere animo pacato e propositivo; nel
mondo, quasi un attacco a chi,nonostante gli errori( anche gravi )
della Chiesa, è forse l´unica istituzione a parlare di valori, di
sacrificio, di spiritualità
E di saperla vivere nel nascondimento e umiltà come Teresa da
Calcutta e tanti altri cattolici credenti.
gianni mazzei
trebisacce
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento