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lunedì 31 ottobre 2011

Corigliano-31/10/2011:GRANDE SUCCESSO PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ISABELLA FRECCIA



GRANDE SUCCESSO PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ISABELLA FRECCIA
“U’ spaventapassiri nnammureti e altri racconti in coriglianese”, con prefazione di Fabio Pistoia


Una gremita sala convegni della chiesa Santi Nicola e Leone di Corigliano Scalo, unanimi apprezzamenti per il lavoro svolto, l’incoraggiamento a proseguire il cammino letterario intrapreso. È questo il lusinghiero risultato della presentazione del libro “U’ spaventapassiri nnammureti e altri racconti in coriglianese”, scritto dall’insegnante Isabella Freccia e stampato dalla tipografia Grafosud di Rossano, tenutasi nella serata di ieri.
Molto apprezzati gli interventi dei relatori – avv. Giampiero Morrone, prof. Franco Pistoia, sac. don Francesco Agrippino, prof. Cesare Pitto (Ordinario di Antropologia culturale all’Università della Calabria) – che hanno tutti concordato sull’importanza dell’opera scritta da Isabella Freccia e sul suo poliedrico significato; opera preziosa per la ricchezza dei contenuti, momenti di vita vissuta narrati in dialetto coriglianese ed ispirati dalla semplicità e dalla profonda umanità, ben distanti da certo pseudo-intellettualismo purtroppo imperante. A leggere alcuni brani, con simpatia e bravura, sono stati Antonio Amica e il cav. Luigi Zangaro, titolare della Grafosud; a conclusione della serata, i ringraziamenti dell’Autrice, nonchè un ricco buffet con dolci tipici coriglianesi e divertenti momenti musicali curati da alcuni componenti del gruppo folk “I Vicinanzi” e altri artisti locali.
A fimare la presentazione del volume, il giornalista Fabio Pistoia. “L’improvvisa emersione di un ricordo, il gioioso recupero di momenti dell’infanzia, un lembo di passato che sembrava sepolto nelle profondità dell’essere. E tutto ciò genera una straordinaria felicità. Una felicità che non consiste nel semplice dato memoriale, ma nel suo senso, nelle verità cui fa approdare. “U’ spaventapassiri nnammureti e altri racconti in coriglianese”, il libro di Isabella Freccia, altro non è che un compendio di storie – venti in tutto – tra emozioni, ricordi, sentimenti, tradizioni, scritte con penna agile e divertente. L’Autrice, stimata insegnante coriglianese, non ha la pretesa di inseguire velleità letterarie. Orgogliosa delle sue origini, pur narrando con luminosa semplicità scorci della sua esistenza, ha compreso fino in fondo l’essenza di una scoperta: non vi sono pseudo-scuole di cultura e moralità da seguire, è importante dare ascolto solo all’educazione del cuore. Nel testo, gli aneddoti, i personaggi, le vicende che Isabella Freccia racconta con leggero, scorrevole e personalissimo stile, intervallate non di rado da significativi intermezzi, sono testimonianza – scrive Pistoia – di uno spaccato reale della vita vissuta in anni magici, i cui ricordi restano scolpiti nella memoria di tutti coloro che quegli anni li hanno vissuti. È un libro di ricordi, dunque. Ma non ricordi persi nel tempo o di altre epoche oramai passate, bensì ricordi recenti, di un passato prossimo che in tanti, al pari dell’Autrice, hanno vissuto e ricordano con piacere e velata nostalgia. Un bel tuffo nel passato che riporta in mente luoghi, usanze e fatti e che aiuta a non dimenticare. L’Autrice ha saputo rievocare alcuni avvenimenti con una chiarezza e una semplicità di linguaggio straordinaria. Ma sarebbe riduttivo – e anche se ciò fosse, l’operazione sarebbe del tutto lodevole – considerarlo un semplice testo di testimonianza. Questo perché non dimentica un solo istante le sue origini e nei suoi racconti si intrecciano storie, riflessioni e ricordi che vanno oltre la mera testimonianza. Non è un’opera storica, non è una cronaca di eventi, perché Isabella Freccia scrive per diletto ciò che ha vissuto: il suo è un album, un diario, autentico, vero, figlio dell’amore, piccola cala per ciascun lettore”.
“L’abitudine al contatto con la natura la spinge a osservare i periodi della vita con l’alternarsi delle stagioni: il cielo annuvolato, con le stelle, chiaro e luminoso, gli alberi spogli e l’esplosione primaverile, la neve sui tetti, la pioggia scrosciante, la nebbia e il freddo intenso, il ritorno e la partenza delle rondini, non sono semplici annotazioni descrittive, ma entrano da protagonisti nel testo. Il libro, inoltre, è un prosimetro. Parti in prosa intervallate a poesie, riflessioni. Ogni incontro, ogni luogo fa regalare all’Autrice tratti di musicalità della sua anima. E intanto pensa a ciò che è, a ciò che è stato, a quello che potrebbe essere. Sembra un po’ il Jonathan Livingston dei viaggi: la meta sembra perdere importanza, non interessa arrivare alla fine, non è la destinazione ciò che ti spinge a continuarlo, ma la sua scrittura stessa, il suo percorso. Sul filo della memoria, l’Autrice – scrive Pistoia – ricostruisce anche la trasformazione che ha cambiato il volto della sua Corigliano. Gli odori e i sapori di una terra, il genius loci di una comunità. Il compendio di racconti per ispirazione somiglia molto alle vecchie guide sentimentali di fine Ottocento e in cui, come in un registro, venivano appuntate le attività lavorative, i personaggi, gli avvenimenti, insieme ai fatti spiccioli del quotidiano, quelli che spesso, tirati fuori dal cassetto, conservano il profumo delle madeleine proustiane, ma hanno le sensuali fattezze e morbidezze dei dolci di casa nostra, simboli di un tempo che è passato, ma era appena ieri. Nello sviluppo ulteriore della narrazione, Isabella Freccia dà alla sua creazione la funzione di fissare ed eternare le conquiste immaginative, i recuperi della memoria, la vittoria sul tempo. L’emergere del passato sul presente è di fatto vittoria dello spirito sulla materia e, quindi, possibilità di sfuggire ai limiti dell’umana condizione. Di qui la felicità di momenti che pure partono da circoscritte esperienze sensoriali. In tale ambito, non l’intelligenza o la ragione sono le facoltà primarie, ma se mai l’immaginazione, che non è mai semplicemente riproduttiva, bensì liberamente creativa. Con un linguaggio semplice e scorrevole, l’Autrice – conclude Pistoia – affronta in queste storie tematiche complesse ma, alla fine, i suoi personaggi riescono sempre a trovare nella riscoperta dei rapporti umani e nella placida quotidianità dei legami affettivi la serenità e la forza per continuare a vivere, alleviando il dolore per la morte delle persone care. Rivelando, così, la sola felicità possibile: il ritrovamento, fuori dal tempo, di sé negli esseri, nelle cose, nei luoghi”.
Dai numerosi presenti alla manifestazione si sono levati applausi e complimenti per l’Autrice, nonchè l’auspicio a regalare ben presto alla città altre pubblicazioni del genere. Il riscatto di Corigliano, infatti, può e deve avvenire anche attraverso occasioni di siffatta levatura culturale, a dispetto di chi, di suo, non ha nulla da comunicare.

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