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domenica 18 settembre 2011

Roma-18/09/2011:Editoriale del Segretario Politico Corrado Tocci: LA FINE DELLA SECONDA REPUBBLICA

Roma 18/09/2011


Oggetto: Editoriale del Segretario Politico Corrado Tocci: LA FINE DELLA SECONDA REPUBBLICA


Questa ultima legislatura sta mostrando tutti i limiti del sistema: una politica che ha perso la sua capacità profetica; la morte dell’etica, privata e pubblica; elite che sono diventate casta, come nelle migliori corti settecentesche; lo Stato visto come un qualcosa da rosicchiare per ottenere vantaggi personali; fare politica non più per contribuire all’interesse generale ma per arricchire se stessi e il gruppo di appartenenza.
Ma l’aspetto più grave è rappresentato dal considerare l’avversario politico come un nemico.
Tutti parlano, ma nessuno dialoga; tutti vogliono imporre all’altro il punto di vista quotidiano sul problema, dato che le idee cambiano ogni giorno.
I cittadini sono costretti ad assistere alla “fiera dell’ovvio”, in questo bombardati dai mezzi di comunicazione, comunicazione pervasiva abbarbicata alle indicazioni dei gruppi di appartenenza, speranzosi di onnubilare la mente dei telespettatori.
Il Presidente della Repubblica quasi quotidianamente richiama il paese, e in special modo la sua classe dirigente, a tenere comportamenti funzionali al mantenimento della democrazia e alla crescita complessiva del sistema. Purtroppo questo sforzo non raggiunge gli obiettivi desiderati, anzi, accentua le carenze della situazione, dato che i vari gruppi cercano di strumentalizzare i richiami all’unità, alla coerenza, all’onestà morale e intellettuale.
Come Popolari cerchiamo di analizzare la situazione politica italiana e quello che potrebbe accadere a breve. Cerchiamo di ripercorrere questo ventennio: le inchieste di mani pulite fanno emergere un sistema di corruzione all’interno dei partiti che deve essere eliminato, queste inchieste portano alla chiusura di partiti popolari come la DC e il PSI, mentre sfiorano il PCI, permettendo alla sua dirigenza di riconvertirsi in altre sigle, ma lasciando intatta la nomenclatura organizzativa; i comunisti che non erano mai riusciti ad andare al Governo con libere elezioni si trovano la strada spianata; la componente cattolica, socialista, liberal-democratica, rimane senza più riferimenti partitici.
Mentre la sinistra pensa di essere giunta al Governo ecco che entra in politica Silvio Berlusconi industriale proprietario del sistema televisivo privato italiano in grado di fare concorrenza al sistema pubblico,.
L’uomo è un industriale capace e intelligente, applica alla politica una strategia tipica della comunicazione del sistema produttivo sostituendo il prodotto da lanciare sul mercato con la sua leadership. Una leadership basata sul suo successo come imprenditore in grado di dare risposte politiche a tutti quei milioni di cittadini rimasti orfani del sistema partitico precedente. La rete



territoriale messa in piedi in brevissimo tempo, con logiche di marketing, si fonda su gruppi di interesse che vanno a sostituire le sezioni dei partiti quadri-massa.
Questo ventennio non fondando la politica su valori ma su interessi ci ha fatto assistere allo sgretolamento di sistemi che hanno cercato di riaggregarsi in funzione dei gruppi di riferimento.
Tutte le varie corporazioni hanno voluto non più come nel sistema precedente inserire uomini da eleggere ma avere un proprio partito di riferimento. Questo ha comportato uno scollamento del sistema e si è passati dal dialogo politico fondato sulla mediazione, riferita a valori e principi, al puro scambio di favori. Il tutto a detrimento del debito pubblico.
Il problema vero del Paese è la mancanza di una opposizione in grado di fare proposte atte ad accreditarla come forza di governo alla successive elezioni. Le vittorie e le sconfitte ai vari turni elettorali non sono derivate dalle proposte ma dal livello del carisma del leader.
In questa fase stiamo assistendo alla fine, con ignomia, di una legislatura e di una epoca politica. Il Presidente del Consiglio è incappato in una serie di disavventure magistralmente edulcorate dalla sinistra, che in assenza di una linea politica ha messo in campo tutte le sue risorse, sulla comunicazione, sullo spettacolo, sui media, sulla satira, che quotidianamente debbono fare il lavaggio del cervello per instillare l’odio contro Silvio Berlusconi che non è un avversario ma un nemico politico. Andando a rileggere le tecniche dell’Inquisizione ci si trovano molte similitudini.
Anche all’interno della maggioranza molti beneficiati cercano il momento di gloria “alzando la cresta” per dimostrare la loro esistenza.
Questo Governo nel bene e nel male, con il sostegno del Presidente della Repubblica, ha portato in porto la manovra, ma le varie corporazioni, mancando un sistema politico che garantisce la sussidiarietà verticale ed orizzontale, pretendono che i sacrifici li facciano gli altri. Un dato è certo, il debito pubblico è figlio di nessuno, nessuno vuol farsi un esame di coscienza ricordando i benefici avuti per anni grazie ai disavanzi del bilancio pubblico.
Silvio Berlusconi si trova nell’occhio del ciclone, lo attaccano da tutte le parti, viene dipinto come l’emblema del male, la crisi del sistema è il suo peccato originale.
Se la situazione non fosse tragica il grottesco potrebbe divertire.
Quale potrebbe essere lo scenario a breve termine? Silvio Berlusconi emula Zapatero, si ritira dalla politica e indice nuove elezioni da tenere nel primo semestre del prossimo anno.
Questa scelta è sostenuta dal fatto che Berlusconi vuol dimostrare che la sua leadeership ha dato senso ad una epoca e che preferisce ritirarsi piuttosto che modificare la sua linea politica.
Per immaginare cosa succederebbe ad un annuncio del genere solo Moliere ci può venire in aiuto.
Il trenta per cento dell’elettorato italiano si ritroverebbe senza leader, per cui la percentuale maggiore potrebbe astenersi, portando intorno al cinquanta per cento il numero degli elettori che non vanno a votare.
La sinistra ed il suo esercito di comunicatori ritiratosi il nemico, dopo aver cercato di accreditare una vittoria, come pensa di ottenere il consenso, visto che fino ad oggi è rimasta abbarbicata ad una visione di società fordista incapace di dialogare con un sistema globalizzato.

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