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lunedì 2 agosto 2010

Plataci-02/08/2010:IL CINEMA 3D NEL XXI SECOLO

IL CINEMA 3D NEL XXI SECOLO

Cosa sta cambiando nel mercato e nel modo di raccontare in 3Dimensioni?

di Jordan River



La conferma di ciò che si sosteneva in questi ultimi mesi è apparsa pochi giorni fa sulla rivista nazionale Ciak, mensile diretto da Piera Detassis, da cui emerge un’analisi molto interessante circa la crisi dei cinepanettoni e il trionfo del cinema 3D. Ma cerchiamo di andare ancora più a fondo, per capire sia da un punto di vista sociologico che professionale le ragioni di tale sconfitta.

La tecnica del 3D, o meglio cinema stereoscopico, che pur avendo radici ben più lontane, sta oggi ponendo l’intero settore cinematografico (ma prossimamente accadrà anche per l’audiovisivo in generale e per la televisione in particolare) in una situazione di complicata difficoltà a supportare l’ordinaria continuità produttiva e creativa, finora applicata negli ambienti professionali. Oggi dovrà essere nuovamente quasi tutto ridiscusso, azioni ed interventi dovranno necessariamente esser passati prima al vaglio di verifiche e prove sperimentali e, una volta ‘attestate’, solo allora potranno essere lanciati nel mercato e resi fruibili.



Ieri sembrava che il problema fosse per la mancanza di molte sale italiane attrezzate per la proiezione digitale e 3D, oggi ciò è stato quasi risolto. Poi, a sentire critici, registi e ‘grandi feudatari della cultura di settore’, sembrava fosse invece il pubblico a rigettare la visione stereoscopica, quasi fosse un extraterrestre, pericolosa più di certe scene agghiaccianti, preferendo i prodotti italiani anche in presenza di stupidaggini..e invece è avvenuto il contrario di quello che loro prospettavano.

Ma cosa implica ora tutto ciò?

Sicuramente un settore, quello dell’arte, della cultura e dell’innovazione, che ha parecchio bisogno di crescere e sperimentare sia da un punto di vista tecnico-professionale che da quello morale e creativo, perché scienza e tecnologia non possono facilmente reggersi a supporto della coscienza umana, se l’uomo poi non regge virtuosamente tale processo evolutivo consapevolmente. Si, perché non basterà soltanto conoscere la tecnica e le tecnologie della stereoscopia, ma occorrerà raccontare idee, storie ed emozioni non più pensando come avveniva in passato in uno spazio a due dimensioni (in larghezza ‘X’ e in altezza ‘Y’), ma proiettare lo spettatore nello splendido scenario della profondità della terza dimensione (asse ‘Z’). Forse allora bisognerà essere ancor più profondi di quanto non lo si è stati finora?



Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 22 n° 248

http://fidest.wordpress.com/2010/08/02/ll-cinema-3d-nel-xxi-secolo/

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