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sabato 14 agosto 2010

Alessandria del Carretto-14/08/2010:La Festa dell’Abete, “a festa da pite” in dialetto locale, è

Comunicato stampa n. 1 - agosto 2010

La Festa dell’Abete, “a festa da pite” in dialetto locale, che si svolge ogni anno ad Alessandria del Carretto, è ufficialmente candidata nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.

La felice intuizione della candidatura l’ha avuta l’Associazione culturale APS Vacanzieri insieme attraverso l’Italia e…, infatti a seguito di una e.mail inviata il 13 marzo 2010 a diversi referenti dell’Unesco e del Mibac la richiesta è stata presa in seria considerazione.
L’Amministrazione comunale di Alessandria del Carretto e il Comitato Feste locale l’hanno fatta propria, quindi, con il consenso della comunità alessandrina, assieme all’Associazione culturale APS Vacanzieri insieme attraverso l’Italia e…, hanno ufficialmente richiesto l’iscrizione e l’inserimento nell’elenco del Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO della Festa dell’Abete il 12 aprile 2010 al Segretario Generale Arch. Roberto Cecchi, presso il Ministero per i Beni e le attività culturali.
La stessa richiesta è stata inviata per conoscenza ai seguenti referenti istituzionali:
• Assessore alla Cultura della Regione Calabria
• Assessore alla Cultura della Provincia di Cosenza
• Presidente del Parco nazionale del Pollino
• Presidente della Comunità Montana Alto Jonio
• Presidente del GAL Alto Jonio Cosentino 2.
Il 19 aprile 2010 una delegazione di alessandrini costituita da: Sindaco Dott. Vincenzo Gaudio, Assessore Ambiente Dott. Alessandro Basile, Prof. Vincenzo Arvia, Dott.ssa Domenica Rizzo e Dott. Giuseppe Arvia, ha partecipato al workshop: “Presentazione documenti per l'iscrizione nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale (UNESCO), presso la sede della Biblioteca Nazionale del Mibac a Roma, organizzato dalla Dott.ssa Luciana Mariotti e dal Dott. Edoardo Lorenzetti, referenti Segretariato Generale - Servizio I Coordinamento e Studi - Patrimonio Mondiale Unesco, i partecipanti hanno raccolto il compiacimento e il sostegno della candidatura, la prima in Calabria.
Sono state organizzate diverse assemblee pubbliche tra i soggetti proponenti, Amministrazione Comunale, Patronato Feste, Associazione culturale APS e la comunità alessandrina, le più significative e partecipate sono state quelle del 16 e 19 marzo 2010, del 24 e 29 aprile 2010 e del 15 maggio 2010.

A festa da pite
La tradizione orale alessandrina riporta che la Festa dell'Abete ebbe inizio nel '600 (secolo in cui venne fondata l'Università di Alessandria di Calabria Citria dal principe oriolano Alessandro Pignone del Carretto), quando un boscaiolo trovò all'interno del tronco di un abete bianco l'immagine di Sant'Alessandro Papa Martire, morto decapitato. Da quel giorno, ogni anno, l'ultima domenica di aprile e il tre maggio, ad Alessandria del Carretto si svolge un secolare momento comunitario scandito da lavori preparatori, riti collettivi, cerimonie religiose e momenti spettacolari. La partecipazione della comunità è totale e diverse generazioni di alessandrini dedicano al loro Santo patrono un abete bianco: esso viene ritualmente scisso in due parti, il suo tronco e la sua cima sono trasportati, a forza di braccia, fin dentro al centro abitato, dove verranno ricomposti e innalzati, scalati e riabbattuti. Intorno all'albero si ristabilisce l'identità culturale di una comunità e il suo senso di appartenenza al territorio. Tutto ciò che viene fatto per la festa, tutto ciò che viene suonato, detto e mangiato sono diretta espressione della cultura agro-pastorale alessandrina che, seppure a rischio di estinzione, riesce a riemergere, mostrandosi orgogliosa ai partecipanti. La Festa dell’Abete è un evento festivo che dura per circa un mese e prevede eventi rituali ripetuti annualmente per celebrare i simboli della comunità. La trasmissione dei saperi tradizionali legati alla Festa fra gli alessandrini di generazioni diverse avviene in dialetto. Il paesaggio sonoro è caratterizzato dalla musica e dalla danza tradizionale: la postura del ballo e del gesto, gli strumenti musicali, le melodie e il ritmo, la lingua e il timbro delle voci risuonano secolari. Numerosi suonatori e danzatori del circondario offrono il loro spettacolo alla Festa dell’Abete, tappa di un pellegrinaggio più lungo che li ha portati e li porterà altrove.
In maniera molto sintetica, la Festa dell'Abete può essere suddivisa in quattro fasi:
1. istituzionali (a. la segnalazione dell’albero scelto alle autorità del Parco Nazionale del Pollino, a quelle della Comunità Montana della Val Sarmento e a quelle del Comune di Terranova del Pollino, queste ultime situate in Lucania, nonché al Corpo Forestale dello Stato; b. l’approvazione del taglio dell’albero; c. la marchiatura dell’albero in presenza del Sindaco di Alessandria, del Presidente della Comunità Montana della Val Sarmento, del Corpo Forestale e di un rappresentante del Parco Nazionale del Pollino);
2. preliminari (a. la scelta dell’albero; b. l’abbattimento dell’albero; c. il reperimento della cima; d. la pulizia e la messa a misura del tronco);
3. rituali (a. il trasporto dell’albero dal bosco fino in paese; b. il ricongiungimento della cima al tronco; c. l’innalzamento e il riabbattimento della “pitǝ” collegate dalla celebrazione della messa e della processione dedicate a Sant’Alessandro patrono di Alessandria del Carretto; c. l’“incanto”, cioè l’asta pubblica di prodotti alimentari locali e anche della “pite”);
4. spettacolari (a. la scalata della “pite”, a mo’ di albero della cuccagna, intentata da una lunga serie di persone).
Non essendo la festa sottoposta a regole scritte, ma basandosi su principi culturali e operativi che si adattano nel tempo perché trasmessi oralmente e tramite partecipazione, la memoria collettiva è necessaria al suo corretto ed efficace svolgimento, perché attraverso di essa ci si riappropria della mitologia fondatrice del paese, della festa e delle sue basilari motivazioni devozionali e esistenziali, del ricordo dei personaggi decisivi del passato, del loro ruolo all'interno della comunità, delle genealogie e dei legami di parentela e amicizia, delle tecniche di lavorazione dei materiali adoperati, delle melodie, dei canti, dei balli necessari a creare la giusta atmosfera e partecipazione. D'altro canto, gli alessandrini custodiscono gelosamente la memoria di quegli anziani che hanno vissuto attivamente il periodo storico in cui la comunità di Alessandria del Carretto era autosufficiente e non aveva bisogno di emigrare per soddisfare i bisogni legati al lavoro, all'istruzione, alla sanità e alla socialità. Il loro sapere è necessario per riconnettersi alla memoria della comunità e per poter riformulare correttamente i simboli e gli apparati rituali che li combinano e che hanno sempre permesso il riconoscersi come alessandrini. Riappropriarsi per un periodo limitato di tempo di quel sapere e fruirlo mediante il fare e la manualità specifica di alcune tecniche di lavoro, restituisce agli alessandrini di oggi il senso e il valore di straordinarietà del momento festivo. Questa circostanza è confermata dalla molta attenzione che i vari gruppi di lavoro prestano
alle fasi preliminari (dalla prima settimana di aprile in poi: scelta e taglio dell'Abete, reperimento e costruzione di tutta l'attrezzatura necessaria al trasporto del tronco e della cima, del loro ricongiungimento, innalzamento e riabbattimento come “pite”) e dal fatto che proprio queste fasi più intime costituiscono per molti l‘“essenza” della festa, i momenti prediletti per effettuare la “vera riconciliazione” con la propria storia personale e con quella della comunità d’origine. Il carattere di straordinarietà della festa, ciò che infine costituisce il senso e il motivo della sua ripetizione efficace, proviene dalla scelta di voler riutilizzare i soliti simboli per continuare a reinventarsi, in maniera “leale”, come individui storici e sociali.
La festa dell'abete, tuttavia, veicola, oltre ai valori dettati dalla tradizione culturale locale, anche quelli contemporanei della tolleranza culturale ed è divenuto un momento di riflessione per la comunità che, ridotta e geograficamente frammentata, include l'alterità e la fuoriuscita ragionevole dalle regole tradizionali a salvaguardia della propria possibilità d'esistenza. Infatti, se prima le donne apparivano nella festa soltanto all’arrivo della “pite” alla Difisella, durante i momenti festivi di carattere religioso e quando la festa era finalmente in paese, oggi la presenza femminile è accertata sin dalle prime fasi preliminari e, in maniera attiva, durante la fase del trasporto dell’albero e durante quella della scalata della Cuccagna. Se, inoltre, precedentemente la presenza dei “forestieri” era quasi osteggiata nelle fasi rituali della festa mentre veniva tollerata e favorita soltanto durante i momenti religiosi e ludici come quello della scalata della “pite”, oggi i “forestieri” sono addirittura invitati ad assistere alla festa e a partecipare anche attivamente a quasi tutte le varie fasi festive (ad eccezione della fase di innalzamento della “pite”). Il fatto che oggi Alessandria del Carretto abbia un ridotto numero di abitanti e quello della possibilità di legare una festa del genere ad un certo tipo di urgenza turistica e permettere la “sopravvivenza culturale” della comunità sono completamente riflessi in queste aperture inedite.

Le referenze della Festa dell’Abete, che è la festa patronale di Alessandria del Carretto - la più importante -, sono esattamente quelle previste dai punti salienti della Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale, conclusa a Parigi il 17 ottobre 2003, che è entrata in vigore il 20 Aprile 2006 e che evidenziano:
- l’importanza culturale immateriale in quanto fattore principale della diversità culturale e garanzia di uno sviluppo duraturo, come sottolineato dalla Raccomandazione Unesco sulla salvaguardia della cultura tradizionale e del folklore del 1989;
- il bisogno di creare sempre maggiore consapevolezza sull’argomento soprattutto tra i giovani, educandoli alla tutela e alla salvaguardia del loro passato; la considerazione dei programmi Unesco relativi alla proclamazione del patrimonio orale e immateriale dell’umanità;
- il rilevante ruolo del patrimonio culturale immateriale in quanto fattore per riavvicinare gli esseri umani e assicurare gli scambi e l’intesa fra loro.
Ma cos'è il Patrimonio culturale immateriale?
Il “patrimonio culturale immateriale”, come definito nel paragrafo 1 della Convenzione, si manifesta tra l’altro nei seguenti settori:
a) tradizioni ed espressioni orali, ivi compreso il linguaggio, in quanto veicolo
del patrimonio culturale immateriale;
b) le arti dello spettacolo;
c) le consuetudini sociali, gli eventi rituali e festivi;
d) le cognizioni e le prassi relative alla natura e all’universo;
e) l’artigianato tradizionale.
L'Italia con modesta tempestività, diciamolo pure, ha concluso il 27settembre 2007 l’iter parlamentare della Legge di ratifica n. 167 (n. 4 art. mezza pagina) della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, l'atto di ratifica è stato depositato all'UNESCO il 30 Ottobre 2007. Grazie a questa ratifica anch’essa potrà partecipare all’Assemblea Generale degli Stati Membri ed alle elezioni del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.
Per ciascuno dei vari ambiti delle tradizioni immateriali, l’Unesco propone programmi specifici di salvaguardia, incoraggia i Paesi Membri ad adottare appropriate misure legali, tecniche, amministrative e finanziarie affinché si istituiscano dei dipartimenti per la documentazione del loro patrimonio culturale immateriale e affinché quest’ultimo venga reso più accessibile.
L’UNESCO incoraggia a rivitalizzare il patrimonio immateriale, incoraggiando altresì gli enti pubblici, le associazioni non governative e le comunità locali a identificare, a salvaguardare e a promuovere tale patrimonio (Mod. ICH – 03); tale procedura per la salvaguardia verrà congiuntamente attivata anche per la Festa dell’Abete di Alessandria del Carretto.
Determinante in tali programmi è quindi il coinvolgimento costante delle persone e degli studiosi che conoscono le tradizioni meritevoli di salvaguardia, le quali vanno aiutate, anche finanziariamente, attraverso budget straordinari messi a disposizione dai paesi membri dell’UNESCO, volti a tramandarle alle future generazioni.
Una degna nota di approvazione, per l’iniziativa intrapresa per la candidatura della Festa dell’Abete, l’ha fatta pervenire all’Associazione culturale APS Capofila, prot. n. 720/SP del 10.06.2010, l’On. Caligiuri Mario, Assessore alla Cultura della Regione Calabria.
Sostegno e partecipazione, per gli sviluppi del progetto, anche dal Club UNESCO di Cosenza che ha manifestato un forte interessamento alla candidatura “a feste da pite” di Alessandria del Carretto.
Il 25 giugno 2010, presso la Biblioteca “Urbano” dell’Istituto Comprensivo Statale “C. Alvaro” di Trebisacce è stata costituita l’Associazione Temporanea di Scopo “pite”, con domicilio legale ad Alessandria del Carretto ed è stato affidato mandato collettivo speciale gratuito e irrevocabile con rappresentanza al capofila Associazione culturale APS, nella persona del presidente pro-tempore Prof. Arvia Vincenzo.
Membri componenti dell’ATS “pite” sono:
Comune di Alessandria del Carretto
Istituto Comprensivo Statale “C. Alvaro “ - Trebisacce
Comunità Montana Alto Jonio – Trebisacce
Comitato Feste Comune di Alessandria del Carretto
Associazione culturale Rizoma SCA – Trebisacce
Consulta Ambiente - Comune di Alessandria del Carretto
Associazione culturale APS - Vacanzieri insieme attraverso l’Ialia e…
L’Associazione ATS “pite” è stata registra presso l’Ufficio delle Entrate di Amendolara il 29.06.2010.
La stessa ha provveduto alla registrazione del nome del dominio “www.festadellabete.it” e le estensioni eu e org al Registro del ccTLD “it” – Ist. di Informatica e Telematica del CNR, nonché l’indirizzo e.mail “info@festadellabete.it”; dal 26 luglio il website è diventato visitabile, anche se in fase di aggiornamento, grazie alla collaborazione tecnica del webmaster Dott. Mannato Giuseppe.
Il 30 luglio l’Associazione ATS “pite” ha adottato il logo ufficiale disegnato dall’Arch. Rizzo Angelo di Trebisacce.
L’equipe che sta lavorando alla preparazione degli atti procedurali per la schedatura BDI è costituita dalle Dott.sse Apolito Fabia e Ciofi Serena, antropologhe accreditate presso il Mibac, ciò comporta un lavoro di inventariazione dell’elemento sulle 16 schede da loro organizzate secondo gli standard della Struttura della scheda BDI (Beni Demoetnoantropologici Immateriali) Ridotta e relativa alla normativa per la catalogazione inventariale degli Elementi da proporre per la Candidatura nella Lista Rappresentativa del Patrimonio immateriale dell'Umanità dell'UNESCO.
Per la informatizzazione dei dati di catalogo tramite il SIGEC (Sistema Informativo Generale del Catalogo) occorre l'inserimento del Numero di Catalogo Generale che viene rilasciato dalla Soprintendenza di Cosenza territoriale competente.
La Dott.ssa Simeoni Paola Elisabetta, Direttrice Coordinatrice demoetnoantropologa Responsabile Servizio Etnoantropologico e Archivio Laboratorio DemoEtnoAntropologico (ALDEA), ha assunto l’impegno di assolvere alla funzione di Responsabile Scientifico di Riferimento del Mibac delle Nazioni Unite.
La compilazione del Dossier di candidatura della Festa dell’Abete, secondo il modulo ICH-02, è curata dal Dott. Delia Francesco Giuseppe che fornirà anche il materiale filmografico e audio.
Il primo passo, per tali iniziative, secondo i principi della Convenzione Unesco, è nelle mani delle amministrazioni locali, delle associazioni, delle comunità e dei singoli individui che possono proporre al Ministero un elemento culturale immateriale presente nel proprio territorio.
In tale ottica e alla luce di quanto descritto in premessa questa l’Associazione ATS “pite” chiede di incoraggiare e rivitalizzare il dibattito sul patrimonio immateriale presente sul nostro arco jonico, sollecitando gli enti pubblici, le associazioni non governative e le comunità locali a identificare, a salvaguardare e a promuovere tali elementi proponendo l’inserimento nell’elenco del Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.
L’appuntamento per la presentazione di tutta la documentazione da allegare al Dossier della candidatura della Festa dell’Abete per l’iscrizione nelle Liste della Convenzione UNESCO è stato rinviato al 28 febbraio 2011.
Ai nastri di partenza vi saranno ben 11 candidature: il Palio di Siena, il Carnevale di Viareggio, i Liutai di Cremona, il Minimuseo di San Marco in Lamis, Cantù, Assisi, Arezzo, Viterbo con la Macchina di Santa Rosa e l’adesione di Gubbio con i Ceri, Palmi con la Varia, Nola con i Gigli e Sassari con i Candelieri - la rete italiana delle grandi macchine a spalla, le cinque città partecipano congiuntamente alla candidatura per il riconoscimento - , l’Università della Basilicata, Progetto Tarantelle Garganiche, più qualche altra proposta incognita; noi siamo, modestamente, proprio marginali e “piccolissimi”, ma non disperiamo, anzi!!!.

Associazione ATS “pite”

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