venerdì 25 giugno 2010
Trebisacce-25/06/2010:La dichiarazione di Cannavaro
La dichiarazione di Cannavaro
Dire, come fa il capitano azzurro, che “ il calcio italiano è in
crisi”, dopo la pessima figura ai Mondiale, non è riflettere o
ammettere i propri errori, sia tattici,tecnici e di impegno: ma è
salvarsi, in calcio d’angolo, con una constatazione presunta. E’ in
crisi il nostro calcio, ergo non potevamo fare di più.
Penso che le cose stiano diversamente.
Certo, un minimo di verità e di fondamento la dichiarazione di
Cannavaro l’ha; basta pensare che l’unica squadra italiana ad arrivare
quest’anno ai vertici europei è stata l’Inter la cui formazione è quasi
totalmente fatta da giocatori stranieri.
Ma,dietro all’Inter ( che pure ha un certo Ballotelli), ci sono state
squadre che hanno entusiasmato, che hanno mostrati giocatori
fantasiosi, col gusto del goal e con grinta e determinazione.
Affidarsi come ha fatto Lippi a giocatori che in campionato non hanno
brillato, con l’idea che erano il gruppo storico dei campioni del mondo,
non ha pagato: del resto, per quanto lodevole questo argomento, non
trova riscontro poi sia nell’impegno, nella preparazione atletica, sia
nella determinazione.
C’erano e ci sono giocatori ben più affamati di gloria e di mettersi
in evidenza.
Lippi,col suo carisma che gli derivava dall’aver vinto quattro anni
fa, ha bloccato un ricambio generazionale, ha spento, non convocandoli,
fantasia e grinta di alcuni giocatori invocati dal pubblico ( ma molto
meno dagli addetti ai lavori, per quell’atavico timore reverenziale
esistente in Italia per chi risulta al momento vincente,salvo poi a
fare critiche,feroci e ingenerose, quando i grandi cadono).
Lippi avrebbe dovuto guardare avanti ed essere il traghettatore verso
la nazionale del futuro,ponendo le base, a livello di esperienza
internazionale, di una squadra giovane, senza reverenza verso i
notabili, ma capace di esprimere un gioco brioso e anche sbarazzino.
Comunque sia, ora è il momento di riflettere e di far si che ognuno
faccia il proprio ruolo, a cominciare dal pubblico: bisogna essere
vicini,con fiducia, verso la rifondazione della squadra azzurra,
stigmatizzando con forza e chiarezza ogni insinuazione come quella di
Bossi.
E forse, a livello organizzativo, qualcosa si potrebbe anche
cambiare: penso per esempio a maggiori investimenti delle società per
il vivaio; o ad un coordinamento degli allenatori che periodicamente
possano dialogare col mister della Nazionale per dare indicazioni e
possibili suggerimenti.
Dal calcio, un rito che spesso ha esaltato il nostro patriottismo,
che ha avvicinato, in modo immediato, genti,posizioni sociali e
politiche diverse, può arrivare, se si vuole, un momento alto di
coesione, di moderazione, di pragmatismo e della ricerca di evitare la
confusione dei ruoli.
La politica non deve invadere come un bubbone ogni aspetto della
società: ha solo il compito di coordinare le forze sociali, di
stimolare risorse, energie, fantasia con l’unico obiettivo di far star
meglio la società.
Gianni mazzei
trebisacce
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