on. Franco Laratta (Pd): Scopelliti sia chiaro: perchè vuole cacciare KPGM?
COSA SI NASCONDE DIETRO?
Per quale motivo Scopelliti dice apertamente di voler cambiare advisor per
la sanità calabrese? E’ a tutti noto come KPMG , una delle aziende più note
al mondo, sia stata scelta per affiancare la Calabria dal governo
Berlusconi, che l’ha formalmente indicata alla Regione.
E’noto che KPMG abbia certificato che l’80 % del debito sanitario calabrese
è stato prodotto nel periodo governato da Chiaravalloti. E’ altrettanto noto
che la certificazione definitiva del debito, in virtù del percorso scelto
dal commissario governativo, può avvenire dopo che la massa dei presunti
debiti viene verificata dalla cosidetta procedura di riconciliazione, il che
comporterà una riduzione della previsione iniziale.
Quello che non è chiaro è che cosa voglia fare Scopelliti.
Vuole forse fare fuori l’advisor per averne uno meno titolato e più
accondiscendente e fargli dire che il debito prodotto nel 2000-2005 è
evaporato? Vuole fargli dire che il disavanzo annuale è minore perché oggi
il tavolo Massicci presso il ministero della salute sembra più
accondiscendente ?
Ci dica Scopelliti cosa vuole fare realmente perché i conti della sanità
sono una cosa seria, non si vive di buoni proclami e pratiche vecchie,
specie se come lui si è recidivi (governo Chiaravalloti)!
IN OGNI CASO: SCOPELLITI SIA CHIARO. FACCIA CAPIRE AI CALABRESI QUALI SONO
LE SUE REALI INTENZIONI
mercoledì 30 giugno 2010
Roma-Plataci-30/06/2010: Raduno giovani registi
Il più grande raduno di giovani registi del mondo vi aspetta a Roma
Conferenza Stampa VIII edizione CinemadaMare
Giovedì 1 Luglio 2010 h. 19.00 (Isola del Cinema - Isola Tiberina)
con Margarethe Von Trotta
modera Franco Rina, direttore di CinemadaMare
alla presenza di:
Cristina Priarone - Direttore della Roma Lazio Film Commission
Umberto Croppi - l’Assessore alla Cultura del Comune di Roma
Cecilia D'Elia - Assessore alla Cultura della Provincia di Roma
Fabiana Santini – Assessore all’Arte, Sport e Politiche Giovanili della Regione Lazio
Giorgio Ginori – Direttore de L’Isola del Cinema
Monica Picca - Presidente della commissione cultura municipio di Ostia
Paola Bisegna - dirigente scolastica del Liceo Scientifico Statale Democrito di Roma
e
di 100 giovani filmmaker provenienti da 47 Paesi di tutti i continenti
Venerdì 2 luglio 2010 ore 17,00 (Isola Tiberina – Roma)
CinemadaMare, nella Città Eterna
ospita
il primo Workshop professionale
per scoprire i segreti del Cinema in 3 Dimensioni
a cura del team di Sacred Code
Conferenza Stampa VIII edizione CinemadaMare
Giovedì 1 Luglio 2010 h. 19.00 (Isola del Cinema - Isola Tiberina)
con Margarethe Von Trotta
modera Franco Rina, direttore di CinemadaMare
alla presenza di:
Cristina Priarone - Direttore della Roma Lazio Film Commission
Umberto Croppi - l’Assessore alla Cultura del Comune di Roma
Cecilia D'Elia - Assessore alla Cultura della Provincia di Roma
Fabiana Santini – Assessore all’Arte, Sport e Politiche Giovanili della Regione Lazio
Giorgio Ginori – Direttore de L’Isola del Cinema
Monica Picca - Presidente della commissione cultura municipio di Ostia
Paola Bisegna - dirigente scolastica del Liceo Scientifico Statale Democrito di Roma
e
di 100 giovani filmmaker provenienti da 47 Paesi di tutti i continenti
Venerdì 2 luglio 2010 ore 17,00 (Isola Tiberina – Roma)
CinemadaMare, nella Città Eterna
ospita
il primo Workshop professionale
per scoprire i segreti del Cinema in 3 Dimensioni
a cura del team di Sacred Code
Roseto Capo Spulico-30/06/2010:Gemellaggio ben riuscito....
Roseto Capo Spulico:30/06/2010
Franco Abate
Si è concluso i! viaggio della delegazione rosetana recatasi nel Comune di Romentino in occasione della festa patronale in onore di San Giovanni Battista e della ricorrenza del 25ennale del gemellaggio della stessa cittadina con il Comune francese di Saint Marcel. Il Sindaco Ing. Paglino ed il Consigliere Paolo Nessa, con delega ai Gemellaggi del comune piemontese, nel quale risiede una numerosa comunità rosetana, nell'occasione hanno invitato i Comuni di Roseto e di Alberobello, con cui sono gemellati., come testimoni dell’importante evento. « Sono stati tre giorni densi di appuntamenti volti a consolidare i rapporti di amicizia tra le nostre comunità. Per noi è stata anche l'occasione per conoscere le delegazioni di Saint Marcel con il Sindaco Signor Despocq e quella di Alberobello con il Sindaco Prof. De Luca. Abbiamo approfittato dell'occasione per porre le basi di futuri rapporti di scambio oltre che culturali anche economici, dai quali le nostre comunità possano trarre reciproco giovamento. L'accoglienza riservataci dall'Amministrazione del Comune di Romentino è stata straordinaria, così come è stato l'incontro con i rosetani che hanno stabilito lì la loro residenza da ormai tanto tempo. Abbiamo incontrato anche i componenti dell'associazione " Calabria Fiore del Sud" che attraverso il suo Presidente Nicola Margiotta è attivamente impegnata a promuovere e conservare la cultura calabrese e rosetana a Romentino ed allo stesso tempo lavora alla sempre maggiore integrazione tra le due comunità»,sottolinea il Vicesindaco rosetano Rosanna Mazzia, che ha anche la delega allo sviluppo economico e che ha guidato la visita della Delegazione Calabrese, insieme a Rocco Fioravanti, Assessore al Commercio e Lucia Musumeci, con delega alle Politiche Sociali. Una bella esperienza, culminata nel rinnovo dei Patto di Gemellaggio, tenutosi durante il convegno arricchito dai tanti relatori e dallo scambio di doni tra le comunità. E’dell'artista rosetano Franco Abate il bellissimo quadro raffigurante il Castello Federiciano che l'Amministrazione comunale di Roseto ha regalato a quella dì Romentino.
Trebisacce-30/06/2010:"Memorie Cancellate" di Remo Spatola
Remo Spatola
LETTERA APERTA AGLI AMMINISTRATORI DI TREBISACCE
Memorie Cancellate
Può apparire retorico e nostalgico difendere antiche tradizioni che ai più convinti assertori della modernità sembrano una inutile perdita di tempo. Cancellare, demolire, sembra essere diventata la volontà dominante dei signori del tempo e della memoria. Si possono anche demolire fisicamente quei luoghi ma, nessuno può fermare il ricordo di chi ,quei luoghi, li porta dentro di sé.
Certo, senza nostalgia non si può amare le cose che inconsapevolmente abbiamo contribuito a far vivere. E la nostalgia dei luoghi appartiene a coloro che hanno vissuto quel tempo, e che ancora oggi urlano ai sordi la sua straordinaria attualità. Il ricordo del tempo è uno straordinario strumento per costruire il futuro. Fermatevi, non uccidete il ricordo dei nostri Padri. Non uccidete il passato ed inevitabilmente anche il futuro. Non cedete alla ottusità di uomini senza passato, le ragioni della vostra e della nostra storia. Un giorno i vostri figli vi chiederanno perché. Perché avete accettato che costoro, spargessero sale sulle ceneri delle loro rovinose decisioni. Siete ancora in tempo ad impedire che si consumi un orrendo crimine culturale, che si faccia scempio dei luoghi che testimoniano la nostra storia e le nostre tradizioni. Recuperate, voi che conoscete Trebisacce, la forza delle nostre ragioni ed evitate che si porti a compimento un disegno preordinato, e dettato solo, forse, da odiose vendette politiche. Ridurre in cenere tutta l’area delle pescherie, in nome supremo della legittimità e discrezionalità amministrativa, significa cancellare per sempre i luoghi della memoria che hanno dato, negli anni, l’opportunità a quei pescatori, con il loro duro lavoro, di dare sostegno economico e dignità alle loro famiglie ed alla nostra comunità. State uccidendo anche la dignità cosi faticosamente conquistata, state riportando indietro le lancette del tempo. L’aver rinunciato, colpevolmente, a realizzare il Progetto di riordino e riqualificazione delle Pescherie, che avrebbe dato un nuovo decoro all’intera area, fa chiaramente emergere il senso dispregiativo delle vostre decisioni. Il fine ultimo da voi perseguito è l’annientamento e la rinuncia faziosa verso quanto di buono aveva fatto la precedente Amministrazione. Non si amministra con la faziosità ma con il discernimento e il senso di responsabilità. Potevate, cosi come si sta facendo nelle altre realtà a noi vicine, tentare la via della conciliazione nel rispetto della legalità e degli interessi oggettivi di tutti. Avete il dovere di dire la verità sul perché avete perduto il finanziamento che avrebbe consentito di realizzare un’opera importante, capace di coniugare rispetto dell’ambiente, legalità e diritto al lavoro. Avete preferito percorrere la via della demolizione con pervicacia inaudita, senza valutare che le vostre scelte avrebbero cancellato per sempre speranze, aspettative e lunghi anni di duro lavoro di tutti gli operatori che lì avevano costruito il loro futuro. Nelle più belle marine d’Italia le attività ittiche si svolgono a ridosso del mare in perfetta simbiosi culturale.
State cancellando e mortificando sessanta anni di storia e di lavoro, con il pretesto che le attività ittiche devono essere spostate altrove, non si sa bene dove, purchè tutto si compia. Purchè si compia la vostra volontà. Recuperate, in nome della nostra Trebisacce, le ragioni della nostra storia e delle nostre tradizioni che hanno dato lustro e notorietà alla nostra Comunità. Diffidate di chi vuole gettarle nell’oblio per impedirci di ricordare e di sentirci orgogliosamente trebisaccesi. Ricordare vuol dire amare le proprie origini e difenderne le ragioni. Abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli ed alle future generazioni la memoria cara dei luoghi che furono, per tutti noi, la rappresentazione spaziale del futuro e della speranza per una Trebisacce migliore. Ciascuno di noi ha lasciato in quei luoghi un pezzo del proprio tempo che non dobbiamo mai più smarrire. Aiutateci a ricordare, dando prova tangibile del vostro ravvedimento.
Trebisacce lì 29/06/2010
Dottor. Arch. Remo Spatola
martedì 29 giugno 2010
Trebisacce-29/06/2010::”Gridare amore dal centro del mondo”
Ho letto recentemente un libro stupendo che narra una commovente storia d’amore,quella tra Aki e Sakutaro.
Il titolo è:”Gridare amore dal centro del mondo” e l’autore è Kyoichi Katayama. La storia è ambientata nel Giappone negli anni ’80 e i protagonisti si incontrano alle scuole medie e da qui inizia la loro amicizia. Ognuno inizia a far parte della vita quotidiana dell’altro fino a quando alle superiori i due non si guardano con occhi diversi e si innamorano. Però prima che Aki compisse 17 anni,si ammala di anemia aplastica,almeno questo è quello che inizialmente dicono i medici fino a capire che la struggente malattia è la leucemia. La ragazza perde tutti i suoi lunghi capelli e diventa sempre più debole giorno dopo giorno. All’inizio si dedica alla terapia con inaspettato ottimismo ma dopo tanto tempo pensa che sia arrivato il momento della sua morte e non vuole più soffrire ma vivere i suoi ultimi giorni visitando l’Australia,cosa da lei tanto desiderata. Dopo aver incitato Sakutaro partono il giorno del suo compleanno. Mentre quest’ultimo acquista i biglietti,lei sviene,viene ricoverata e poi muore. Assieme ai genitori di Aki sarà Sakutaro a spargere le ceneri della fidanzata,lo fa in modo molto meticoloso ed ormai è spiritato per la scomparsa della sua amata. Questa storia secondo alcune riviste è la storia più venduta al mondo. Non c’è molto da chiarire per capire come mai questa storia abbia riscosso questo clamoroso ma meritato successo!
Lofrano Raffaella
Classe 2D scuola media”Corrado Alvaro” Trebisacce(Cs)
lunedì 28 giugno 2010
Trebisacce-28/06/2010:“Mille splendidi soli”
La lettura serve soprattutto per apprendere il giusto modo in cui bisogna scrivere ma non solo,serve anche a conoscere culture diverse. Come ho già detto le scorse volte,io preferisco i fantasiosi libri di Moony Witcher (Roberta Rizzo) ma questa volta ho optato per un differente genere. L’autore è Khaled Hosseini (scrittore e medico), ed il libro è “Mille splendidi soli”,il quale parla della condizione della donna in Afghanistan. Il romanzo è molto eufemico, l’autore infatti talvolta si esprime con scene o termini crudi ma espressivi. È un libro molto toccante,triste e al sol pensiero che è la realtà di tutte le donne afgane,mi ha stupita. Lì i mariti sono molto veementi e le donne sono costrette alla sopportazione e non hanno né il permesso,né tanto meno il coraggio di difendersi per cui hanno sempre la peggio. Con questo libro si ripercorre anche l’ultima fase della storia afgana,fino al 2000 circa,compreso ovviamente il colpo di stato,la caduta delle torri gemelle,la venuta dei talebani ecc.. Si nota oltretutto la differenza della mentalità degli uomini e di conseguenza la differenza tra i ceti e la vita delle donne. C’erano quelle moderne,che ricoprivano cariche importanti nella società,che potevano truccarsi,uscire,vestirsi anche in modo appariscente e non indossare il burqa e quelle come le protagoniste:Mariam e Laila. La prima è una harami,una ragazza nata dalla relazione tra un ricco e influente signore di Herat e la sua serva ;la seconda è una ragazza cresciuta in una famiglia con una mentalità moderna dove la donna si metteva sullo stesso piano dell’uomo. La guerra però unirà e tesserà insieme le due storie. Infatti diventano entrambe mogli dello stesso uomo e prima l’una e poi l’altra vengono maltrattate,picchiate e recluse. Alla fine della storia Mariam viene uccisa in quanto ha assassinato il marito per salvare Laila la quale riesce a risposarsi e a vivere felice ma per sempre devota alla sua amica. Insomma è un libro un po’ complesso per l’importanza e la delicatezza del tema affrontato,ma importante da leggere. Io ve lo consiglio anche per guardarsi in giro ed apprezzare maggiormente la libertà di noi italiani.
Lofrano Raffaella.
Scuola media “Corrado Alvaro”Trebisacce.(CS)
Trebisacce-27/06/2010: Un pomeriggio da codice rosso al pronto soccorso
Trebisacce:27/06/2010
Un pomeriggio da codice rosso pieno quello vissuto domenica scorsa al pronto soccorso dell’ospedale “G. Chidichimo”. Un uomo di circa 70 anni si reca al pronto soccorso intorno alle ore 18,00 e immediatamente l’equipe interviene e l’anestesista Paladino di turno provvede a intubarlo e subito dopo a trasferirlo e ad accompagnarlo tramite ambulanza presso il presidio ospedaliero di Castrovillari. Fin qui è ordinaria routine. Intorno alle ore 19,00 una donna nel reparto di Chirurgia o Cardiologia necessita di soccorso immediato e l’anestesista Paladino è già a Castrovillari,ma l’urgenza incalza. Viene contattata l’anestesista Rita Trinchi,seppure in ferie,che immediatamente si reca nel reparto e intuba la paziente,di anni 60-65,che viene trasferita presso la rianimazione di Lamezia Terme,accompagnata dall’anestesista Paladino,che intanto era rientrato da Castrovillari. Tutto è bene quel che finisce bene,trovando il posto in altro ospedale. Esempio quindi di buona sanità. Accade, però, che non sempre si trova un posto libero negli ospedali. La popolazione è in aumento in questo periodo grazie alla presenza di turisti locali e non,ma i posti letto disponibili sono invece diminuiti con la riduzione toccata al presidio trebisaccese. Da qui la difficoltà nei trasferimenti di pazienti acuti. Il blocco operatorio del reparto di Chirurgia ,come si sa,non è operativo e il paziente acuto viene prima accolto, visitato e analizzato al pronto soccorso e poi successivamente trasferito in altro ospedale e qui si registra una inevitabile perdita di tempo tra la diagnosi e la cura (o intervento). Il “G. Chidichimo” è come una candela accesa che si consuma lentamente,la sua utilità non viene contestata,ma ,di fatto,non arrivano le risorse necessarie per il ripristino del blocco operatorio. Intanto si intasano gli altri presidi anche quelli fuori regione. E’ ancora vale ricordare e considerare la mancanza di sicurezza che vive il personale sanitario per la mancanza della guardia giurata di giorno nella consapevolezza che quanto è accaduto di recente a Rossano con l’accoltellamento possa ipotizzarsi anche a Trebisacce.
Franco Lofrano
Un pomeriggio da codice rosso pieno quello vissuto domenica scorsa al pronto soccorso dell’ospedale “G. Chidichimo”. Un uomo di circa 70 anni si reca al pronto soccorso intorno alle ore 18,00 e immediatamente l’equipe interviene e l’anestesista Paladino di turno provvede a intubarlo e subito dopo a trasferirlo e ad accompagnarlo tramite ambulanza presso il presidio ospedaliero di Castrovillari. Fin qui è ordinaria routine. Intorno alle ore 19,00 una donna nel reparto di Chirurgia o Cardiologia necessita di soccorso immediato e l’anestesista Paladino è già a Castrovillari,ma l’urgenza incalza. Viene contattata l’anestesista Rita Trinchi,seppure in ferie,che immediatamente si reca nel reparto e intuba la paziente,di anni 60-65,che viene trasferita presso la rianimazione di Lamezia Terme,accompagnata dall’anestesista Paladino,che intanto era rientrato da Castrovillari. Tutto è bene quel che finisce bene,trovando il posto in altro ospedale. Esempio quindi di buona sanità. Accade, però, che non sempre si trova un posto libero negli ospedali. La popolazione è in aumento in questo periodo grazie alla presenza di turisti locali e non,ma i posti letto disponibili sono invece diminuiti con la riduzione toccata al presidio trebisaccese. Da qui la difficoltà nei trasferimenti di pazienti acuti. Il blocco operatorio del reparto di Chirurgia ,come si sa,non è operativo e il paziente acuto viene prima accolto, visitato e analizzato al pronto soccorso e poi successivamente trasferito in altro ospedale e qui si registra una inevitabile perdita di tempo tra la diagnosi e la cura (o intervento). Il “G. Chidichimo” è come una candela accesa che si consuma lentamente,la sua utilità non viene contestata,ma ,di fatto,non arrivano le risorse necessarie per il ripristino del blocco operatorio. Intanto si intasano gli altri presidi anche quelli fuori regione. E’ ancora vale ricordare e considerare la mancanza di sicurezza che vive il personale sanitario per la mancanza della guardia giurata di giorno nella consapevolezza che quanto è accaduto di recente a Rossano con l’accoltellamento possa ipotizzarsi anche a Trebisacce.
Franco Lofrano
Rocca Imperiale-04/07/2010:II Edizione P-assaggi sonori (l’arte di guardarsi intorno)
COMUNICATO STAMPA
II Edizione P-assaggi sonori (l’arte di guardarsi intorno)
Domenica 04 luglio 2010, ore 21.30 Castello Svevo Rocca Imperiale
BEIRA-MAR “ BAHIA-canti, danze e ritmi afro-brasiliani”
Domenica 4 luglio 2010, seconda serata della rassegna dedicata al limone di Rocca Imperiale (Cs), intitolata P-assaggi sonori (l’arte di guardarsi intorno ) giunta alla sua II edizione, sotto la direzione artistico-musicale di Clara Tufarelli. La manifestazione stà ripercorrendo, attraverso sonorità e sapori tradizionali, il lungo percorso territoriale compiuto dal limone di Rocca Imperiale , dai suoi primi ritrovamenti fino al suo
approdo nell’Italia meridionale e precisamente in Calabria.
Il viaggio del limone rocchese è cominciato il 2 giugno ,dal chiostro del monastero, con una serata dedicata alla tradizione musicale ebraico – sefardita e procede facendo tappa in Sud America e precisamente in Brasile con lo spettacolo dei BEIRA – MAR dal titolo “Bahia-canti , danze e ritmi afro – brasiliani ” che avrà il suo svolgimento, con inizio alle ore 21.30, presso il castello svevo di Rocca Imperiale ( Cs).
BEIRA – MAR nasce dall’idea di far conoscere, attraverso il ritmo, il canto e la danza , l’evoluzione culturale delle popolazioni di origini africane portate come schiavi in Brasile nel periodo coloniale.
I componenti del gruppo hanno maturato individualmente, lunghe esperienze musicali e di danze in Africa , Brasile , Cuba e attraverso stage in Italia con importanti musicisti e ballerini originari di questi paesi.
La danza afro – brasiliana racchiude diverse espressioni socio – culturali della vita degli schiavi africani portati in Brasile nel periodo coloniale , alcune delle quali, riconosciute Patrimonio dell’ Umanità dall’UNESCO , come “ LA CAPOEIRA” , lotta brasiliana di origine africana caratterizzata da elementi espressivi come la musica e l’armonia dei movimenti e per questo scambiata per una danza, ed il “SAMBA DE RODA” , danza di origine africana nella quale si canta, si suona e si battono le mani all’interno di un cerchio ( roda) mentre ballerini da soli o a coppia si esibiscono, sostituendosi uno all’altro; faranno parte del repertorio proposto dai BEIRA – MAR . Lo spettacolo “ Bahia “ ( Bahia è lo stato brasiliano che possiede la più forte impronta africana in termini di cultura ed usanze ), grazie all’utilizzo delle percussioni afrobrasiliane , ai canti in lingua YORUBA’ ed alle coreografie che vanno dalla intensità contemporanea alla forza dei movimenti africani, condurrà lo spettatore in un ‘ atmosfera magica ed affascinante.
BEIRA-MAR è composto da:
BERIMBAU SANTOS danza
GREHTEL MONDELLO danza
ERIVAN SANTOS danza
CESARE PASTANELLA percussioni e voce
PINO DIMICHELE percussioni e coro
ROBERTO CHIETERA percussioni e coro
ANA ESTRELA canto, danza e direzione
Corigliano Calabro-30/06/2010:IL LIBRO “POESIA IN CONSERVA” DI ANNA LAURIA
COMUNICATO STAMPA
MERCOLEDI’ 30 GIUGNO A CORIGLIANO SARA’ PRESENTATO
IL LIBRO “POESIA IN CONSERVA” DI ANNA LAURIA
“Poesia in conserva”. Questo il titolo dell’ultimo libro di poesie di Anna Lauria, pubblicato da Ferrari Editore, che sarà presentato mercoledì 30 giugno prossimo alle ore 19,00 al “Lettere e Caffè Dulcamara” di Corigliano Centro. Organizzato dall’associazione artistico-culturale “Koinè”,
l’evento sarà introdotto e coordinato dall’editore Settimio Ferrari. L’attore Placido Bonifacio e l’artista Epeo reciteranno alcune poesie con l’accompagnamento delle musiche del maestro chitarrista Saverio Schettini.
Nel corso della serata, inoltre, è in programma il vernissage della mostra di poesia visiva “Grafemi DiVersi”, nata in collaborazione fra Anna Lauria e l’associazione “Corigliano per la fotografia”con il patrocinio dell’Amministrazione comunale diCorigliano e della Regione Calabria, che farà da cornice alla manifestazione.
«Fluttuazioni e migrazioni di segni ed elementi visivi – così si esprime la poetessa Anna Lauria nell’introdurre la mostra che farà da corollario alla presentazione del suo libro – dislocazione di alfabeti negli oggetti quotidiani, nella poesia dorsale e nella fotografia, visual poetry. “Grafemi DiVersi” è un percorso legato all’appercezione».
L’editore Settimio Ferrari ha utilizzato le parole del poeta Corrado Calabrò, che ha curato la prefazione all’opera, per presentare l’evento: «Anna Lauria sa che “Non basta spezzare il pane in due // perché il gesto ci elevi. // Occorre aver fame // e negarsi il boccone”. È solo se e perché aspettavamo inconsciamente quel messaggio recatoci dalla poesia, che entriamo in sintonia con essa. Senza sintonia, senza empatia, non c’è possibilità d’intendere, di condividere, di fare nostro quello che il poeta (magari, anche lui, a sua volta inconsciamente) ci dice; o meglio quel “non detto”, che viene evocato da quello specifico “detto”. Il poeta deve accettare la solitudine come l’accettò Hölderlin, che pure giustamente dice che il poeta “è un dialogo”. È un dialogo perché se non si rapporta con gli altri, se non entra in comunicazione con loro, se si richiude nel solipsismo, nell’autoreferenzialità, la poesia resta allo stato di incubazione o peggio, di elucubrazione. Certo il modo di comunicare della poesia è del tutto particolare. La poesia – ha concluso Settimio Ferrari mutuando le parole di Calabrò – non parla in modo diretto; si esprime per analogia, per evocazione, per assonanza. È questo il modo di essere della poesia ed è attraverso questo modo di essere dei suoi versi che il poeta “c’è”».
Luca Latella
Ufficio Stampa
Ferrari Editore
MERCOLEDI’ 30 GIUGNO A CORIGLIANO SARA’ PRESENTATO
IL LIBRO “POESIA IN CONSERVA” DI ANNA LAURIA
“Poesia in conserva”. Questo il titolo dell’ultimo libro di poesie di Anna Lauria, pubblicato da Ferrari Editore, che sarà presentato mercoledì 30 giugno prossimo alle ore 19,00 al “Lettere e Caffè Dulcamara” di Corigliano Centro. Organizzato dall’associazione artistico-culturale “Koinè”,
l’evento sarà introdotto e coordinato dall’editore Settimio Ferrari. L’attore Placido Bonifacio e l’artista Epeo reciteranno alcune poesie con l’accompagnamento delle musiche del maestro chitarrista Saverio Schettini.
Nel corso della serata, inoltre, è in programma il vernissage della mostra di poesia visiva “Grafemi DiVersi”, nata in collaborazione fra Anna Lauria e l’associazione “Corigliano per la fotografia”con il patrocinio dell’Amministrazione comunale diCorigliano e della Regione Calabria, che farà da cornice alla manifestazione.
«Fluttuazioni e migrazioni di segni ed elementi visivi – così si esprime la poetessa Anna Lauria nell’introdurre la mostra che farà da corollario alla presentazione del suo libro – dislocazione di alfabeti negli oggetti quotidiani, nella poesia dorsale e nella fotografia, visual poetry. “Grafemi DiVersi” è un percorso legato all’appercezione».
L’editore Settimio Ferrari ha utilizzato le parole del poeta Corrado Calabrò, che ha curato la prefazione all’opera, per presentare l’evento: «Anna Lauria sa che “Non basta spezzare il pane in due // perché il gesto ci elevi. // Occorre aver fame // e negarsi il boccone”. È solo se e perché aspettavamo inconsciamente quel messaggio recatoci dalla poesia, che entriamo in sintonia con essa. Senza sintonia, senza empatia, non c’è possibilità d’intendere, di condividere, di fare nostro quello che il poeta (magari, anche lui, a sua volta inconsciamente) ci dice; o meglio quel “non detto”, che viene evocato da quello specifico “detto”. Il poeta deve accettare la solitudine come l’accettò Hölderlin, che pure giustamente dice che il poeta “è un dialogo”. È un dialogo perché se non si rapporta con gli altri, se non entra in comunicazione con loro, se si richiude nel solipsismo, nell’autoreferenzialità, la poesia resta allo stato di incubazione o peggio, di elucubrazione. Certo il modo di comunicare della poesia è del tutto particolare. La poesia – ha concluso Settimio Ferrari mutuando le parole di Calabrò – non parla in modo diretto; si esprime per analogia, per evocazione, per assonanza. È questo il modo di essere della poesia ed è attraverso questo modo di essere dei suoi versi che il poeta “c’è”».
Luca Latella
Ufficio Stampa
Ferrari Editore
domenica 27 giugno 2010
Trebisacce-27/06/2010:L’ethos e il pathos (di Pino Cozzo)
L’ethos e il pathos
di Pino Cozzo
La relazione tra dirigente e docente è intrisa, a differenza del rapporto docente – docente o docente – alunno, di elementi formali e normativi introdotti per il governo e per il buon funzionamento della scuola. Il rapporto tra il dirigente scolastico e i docenti è determinato da ruoli diversi assegnati in modo istituzionale. La funzione di coordinamento che il dirigente svolge s’inserisce nell’intreccio della relazione-comunicazione e nella costruzione delle dinamiche intersoggettive, a proposito delle quali non può e non deve essere ignorato che il dirigente dirige e ha la responsabilità del funzionamento del sistema scuola, al di là, spesso, di interessi particolari e individuali. L’insegnante, per conto suo, ha la responsabilità del sistema classe o del gruppo di apprendimento e deve lavorare in sintonia con gli obiettivi e le determinazioni finalistiche della scuola.
Un settore in cui maggiormente può esprimersi il contrasto-conflitto tra dirigente e docente, è quello dell’organizzazione: si tratta di stabilire e distribuire compiti, orari, tempi, responsabilità. Con questi problemi, l’interesse personale è estremamente sollecitato. Diventa allora necessario esercitare una funzione di raccordo, assumendo una visione d’insieme, ricercando criteri di gestione condivisi, esercitando efficaci azioni di mediazione evitando il pericolo di situazioni conflittuali. Il punto d’incontro e di composizione di eventuali scontri deve essere assicurato da una visione strategica dei fini, degli strumenti e delle interazioni. Le soluzioni devono essere cercate e riferite a ciò che è più utile, più qualificante, più coerente per l’azione e l’offerta formativa. Il Dirigente Scolastico, Franco Bloise, che dal 1° settembre di quest’anno verrà collocato in quiescenza, ha svolto un ruolo fondamentale anche e soprattutto nei rapporti che la scuola deve avere con i genitori. In questo senso, egli, piuttosto che muoversi come un semplice amministratore ed esecutore di leggi e norme, ha pensato i genitori e le famiglie come i destinatari di flussi comunicativi e informativi ben strutturati, chiari, adatti a spiegare la scuola, le sue innovazioni, i suoi cambiamenti, le nuove necessità, le nuove potenzialità. Il Preside Bloise ha promosso situazioni e occasioni di confronto, per ragionare sulle forme di governo della scuola autonoma, sui piani formativi da offrire a destinatari, alunni e famiglie, che rappresentano l’utenza, rispetto ad una componente, quella scolastica, che ha tutta la responsabilità della costruzione di percorsi formativi adatti alle necessità individuali di successo formativo. Ha saputo fermamente chiedere il trasferimento dell’Istituto Filangieri dalla vecchia ed insufficiente sede a quella nuova, più idonea, moderna, sicura, attrezzata, spaziosa. Attento alle necessità del territorio, ha chiesto ed ottenuto l’istituzione del corso serale per studenti lavoratori, del corso turistico e quello per programmatori, e, nella convinzione che seguire i corsi sia già un modo per apprendere qualcosa, ha istituito il “premio di frequenza” per quegli alunni che avessero fatto registrare un ridotto numero di assenze nel corso dell’anno scolastico, e la valutazione differenziata per gli alunni delle prime classi, che si affacciano nel mondo delle scuole superiori per la prima volta. Ha dato tanto a tutti. Adesso la vita gli offre la possibilità di dedicarsi maggiormente all’amata moglie, ai figli, all’adorata nipotina, Alice, ai suoi hobby del fai da te.
Trebisacce-27/06/2010:Mattinata al pronto soccorso.
Mattinata al pronto soccorso.
Ieri,tutta la giornata, la gemella Lucrezia ha avuto coliche: di
freddo, di altro non si sa.
Parliamo con la pediatra e dai sintomi raccontatile sostiene che è un
virus: deve avere la pazienza di sopportare il dolore, alleviato da
qualche pillola e qualche camomilla.
Alle 23, non riuscendo più a sopportare le fitte, decide di andare al
pronto soccorso: due flebo e all´una di notte, si ritorna a casa.
Scherzo un po´ con lei, le propongo la visione di un film western per
distarsi: va a dormire, ma alle 3 di mattina si riparte per l´
ospedale.
Vorrei fare la proposta che a sottoporsi alle flebo e prelievo del
sangue sia l´altra gemella; dicono di essere talmente simili da
spartirsi il sonno e....anche il dolore.
Ma, taccio.
Nel frattempo, presso un ospedale che la politica vorrebbe chiudere,
arrivano altre persone: chi accusa un dolore al petto e paventa un
infarto, chi un´indigestione, chi altra patologia.
Il tempo, nell´incertezza e nella precarietà della vita ( anche se
sono disturbi di poco conto) si dilata e non passa mai:vedi solo occhi
incerti,l´efficienza del personale, i modi affabili dei medici nell´
intrattenersi con i pazienti.
Verso le nove arriva un caro amico, scrittore, insanguinato: è caduto
camminando per andare al mercato e è stato portato da un amico in
ospedale.
Se la cava con qualche cucitura alla fronte e la mia innata ironia,
per rendere lieve la cosa,:" vuol dire che il tuo prossimo libro sarà
su un mattino al pronto soccorso".
Alle undici dimettono la mia Lucrezia; spero che non segua i proverbi
e non voglia ritornare in ospedale visto che non c´è due senza tre.
Si ritorna con nella mente la preoccupazione di una madre che
stanotte ha portato il proprio bimbo in ospedale che era caduto dalle
scale col triciclo.
Il bimbo, visto e allegro, non destava preoccupazione, ma i medici,
giustamente, per precauzione, l´hanno fatto portare con l´autoambulanza
a Cosenza.
E negli occhi della madre, pur non essendo oggettivamente niente di
grave, leggevo un asciutto dolore.
Gianni Mazzei
sabato 26 giugno 2010
Trebisacce-25/06/2010:OSPEDALE DI TREBISACCE - INCONTRO ALLA CMAJ
OSPEDALE DI TREBISACCE - INCONTRO ALLA CMAJ
Continuano i rantoli agonici di un territorio ferito, provato da
agenti patogeni allogeni quanto da morbi autoimmuni.
In questo clima da "sopravvissuti", si è svolto l´incontro dei vertici
politici, sindacali,
sociali e civili del nord est calabro, organizzato a cura dell´on.
Franchino e del pres.CMAJ Groia sul tema Ospedale di Trebisacce.
La sala convegni della Comunità Montana, ospite dell´evento,
era discretamente piena. Grande assente, giustificato: l´entusiasmo.
L´ estate è iniziata, e finalmente si parla della necessità di dar
vita a proteste energiche: se serve, saremo pronti ad occupare anche
tutte le spiagge, anche le ultime? Imbracciamo gli ombrelloni e
partiamo!
Alle 18:05, con soli 35 minuti di ritardo, il via ai lavori; non fa
neanche tanto caldo.
Introduce il prof. De Vita (Albero della Memoria), dal mondo
dell´associazionismo, uno degli attivisti in prima linea nella
battaglia pro-ospedale. Richiama tutti all´unità, Cita il rinvio a
giudizio di Petramala, Scalzo e Carino, la diffida prodotta da alcune
associazioni, la costituzione parte civile, e la decisione di
devolvere al blocco operatorio eventuali risarcimenti a venire, poi
spiega che siamo riuniti per fare il punto della situazione e
partorire strategie per proseguire la lotta. Una telefonata costringe
Franco Mundo (provincia) a lasciare la sala. Prende la parola il
presidente Groia, che saluta e ringrazia i presenti. Il primo
cittadino di Trebisacce, Bianchi, esprime l´incertezza nella quale ci
si trova; al governatore Scopelliti ha richiesto due incontri, di cui
uno privato, ma non c´è stata ancora alcuna risposta. Prende la parola
la signora Silvestri, dalla chirurgia del Chidichimo, che ricorda una
visita a ottobre di alcuni dipendenti dell´ospedale in municipio, onde
evitare l´avvio dei grandi lavori per il blocco operatorio, dato che
per sistemare le sale secondo le prescrizioni dei NAS, sarebbero
bastati 60mila euro, cifra che poteva anticipare il comune.
Leonetti, per la UIL, lamenta difetti negli inviti verso i sindacati;
fa notare che la situazione è peggiorata rispetto a luglio 2009, e che
con le parole non si è concluso nulla: propone di passare ad azioni
forti e decise. Munno (Francavilla), considera la visita dei NAS
"pretestuosa". Dice che bisogna giocare sul piano politico e quello
tecnico, costituendo un gruppo di studio sul tema. Santagada
(Castroregio) fa chiarezza territoriale: l´Alto Jonio non fa parte
dell´area di Rossano e Corigliano. L´eventuale ospedale unico non ci
apparterrebbe. Sarebbe paradossalmente più comodo recarsi a Taranto.
Reclama un livello di trattamento, per il nostro territorio, simile a
quello del resto della nazione.
E´ la volta dell´On. Franchino: Rogliano, protestando, ha ottenuto.
"Questa è la strada, occorre rimettere in moto i meccanismi classici
della politica, dal confronto alla protesta, ed anche allo scontro, se
serve" . Poi:"La class action non si può fare, perché mancano gli
strumenti attuativi". Cerca di rivolgersi al Sindaco di Trebisacce,
che però, nel frattempo, ha dovuto assentarsi. Quindi dichiara che la
Conferenza dei Sindaci dell´Alto Jonio non esiste, e giuridicamente
non ha alcun valore. L´unica Conferenza riconosciuta è quella dei
sindaci di tutta la provincia di CS, presieduta da Salvatore Perugini,
che però non si è Mai riunita, al quale bisognerebbe chiedere se è
stato programmato qualcosa, per la sanità.
Poi Franchino si chiede perché non riprendano i lavori per il blocco
operatorio, dato che se è partito un appalto i soldi devono esserci,
almeno per la prima sala, e per la seconda, trattandosi di soli
140mila euro, a suo dire, si può chiedere un sacrificio ai Comuni,
alla CMAJ, all´Unione dei Comuni nonché un contributo straordinario
alla Provincia di CS. Come ultima possibilità, propone di occupare
l´ospedale. Interviene l´On. Gallo, che rimarca positivamente la
posizione movimentista di Rogliano, facendo capire, pragmaticamente,
che la situazione è tale che chi più urlerà, più otterrà, e che il
tutto potrebbe risolversi, nel bene o nel male, da qui ad agosto.
Quindi invita tutti ad adottare strategie di lotta, confermando che
lui stesso sarà disponibile anche a contrapporsi alla sua stessa
maggioranza, se sarà necessario, in quanto sì uomo d´appartenenza
politica, ma uomo libero. Anche a Gallo, a fronte del verbale dei NAS,
il progetto di rifacimento dell´intero blocco operatorio appare
assurdo. Invita, infine, a dare segnali forti. Gaudio (Alessandria)
si chiede come mai ci sono 4 dipartimenti se c´è una sola ASL? Poi fa
notare che il nostro territorio, con 2 consiglieri regionali e 3
provinciali, si è politicamente rafforzato. Ranù (provincia) si dice
preoccupato per la comunanza di linea strategica fra Franchino e
Gallo: se anche un consigliere di maggioranza invita alla lotta, la
situazione è grave. Melfi (Amendolara-provincia) si dice costernato
dall´intervento di Gallo. Dichiara che l´Alto Jonio non ha protestato
perché non ce ne era motivo,
dato che il Chidichimo non era fra gli ospedali da chiudere. Lamenta
che l´ordine del giorno sul nostro ospedale, richiesto da Mundo, Ranù
e Melfi, giace inevaso presso il pres. Oliverio da ben 5 mesi. Si
dichiara favorevole alla raccolta fondi per la seconda sala, e propone
di andare a Cosenza dall´On. Oliverio. Allora l´on. Franchino fissa al
telefono un appuntamento fra i sindaci ed il pres. On. Oliverio, per
martedì 29 giugno, ss. Pietro e Paolo. Antonio Mundo (Montegiordano)
propone di bloccare strade e ferrovie. Mandaglio (Trebisacce)
rimprovera Franchino e Gallo per non essere riusciti a fissare un
incontro con Scopelliti, e fa notare che non ci sono neanche i 400mila
euro per la prima sala. Colotta (Oriolo),
sposta l´attenzione sul progetto di passare in Basilicata, eventualità
possibile ai sensi dell´art. 132 della Costituzione. Il consigliere
provinciale Melfi ribatte affermando che secondo lui in Basilicata è
peggio che in Calabria.
La serata si chiude con i saluti di De Vita, che ringrazia Astorino (Assopec) e
D´Alba (Trapezakion) per la collaborazione organizzativa.
Oltre a tutti i sopra citati, notiamo fra i presenti: Rizzuto
(Villapiana), Tursi (Plataci), i puntualissimi Aurelio e Urbano
(Albidona), Soldato e La Regina (Trebisacce), Ciacco (ospedale), Naglieri
(protezione civile), De Gaudio (Fidapa), Malatacca (Italia Nostra) e
Saracino (Amici del Cuore).
Se sono rose, pungeranno.
Walter Astorino
Trebisacce-26/06/2010:La notorietà letteraria
La notorietà letteraria
La notorietà letteraria( che non significa necessariamente validità e
originalità) tiene conto di diverse variabili, all’interno del proprio
settore, del proprio tempo (aboliamo ora lo spazio , vista la
globalizzazione) e di aspetti fortuiti e di “moda” o del ruolo o delle
amicizie dell’autore interessato.
Tale notorietà, però, una volta acquisita, non significa che sei
consegnato ai posteri: anche qui intervengono un’infinità di componenti
che possono farti travalicare il tempo in cui vivi o invece ti rendono
uno sconosciuto dopo un momento di fama.
Chissà quanti scrittori, alla pari di Dante ,di Omero( e il discorso
vale per ogni forma artistica), restano sconosciuti perché il tempo o
eventi di altro tipo ( i loro capolavori bruciati o dispersi) ne hanno
disperso la memoria.
Per cui il vero artista, quello genuino, pur essendo per natura
ambizioso e pur volendo trafiggere il tempo e assidersi nell’eternità
umana, non pensa minimamente ai vari marchingegni per diventare famoso
e magari fare soldi: sa di scrivere perché l’urgenza del dire lo macera
dentro e lo consuma.
E perciò, indipendentemente dai risultati, scrive perché solo così
ama la vita e si sente se stesso.
Anche quando vede altri, meno genuini di lui, meno profondi e meno
validi, andare avanti, per diversi motivi, non si scompone alla fine:
dopo una fugace tristezza per tale squallido mercato, ritorna in se
stesso e sa che scrive innanzitutto per il senso di mistero e di
insoddisfazione del finito che si porta dentro, come privilegio e come
dannazione.
Trebisacce-25/06/2010: Chiara Curia vince il decennale del premio letterario "Tersicore"
Chiara Curia
Trebisacce:25/06/2010
Chiara Curia,studentessa del terzo anno di Liceo Classico “San Nilo” di Rossano,vince la X edizione del Premio Letterario “Tersicore”. Secondo posto, in parità, a Federica Diodato (IVC Liceo Scientifico-Trebisacce) e a Rosita Zaccaro (III A Liceo Scientifico-Trebisacce). Terzo posto a Maria Pia Celano (IVB Ginnasio di Trebisacce). Tre segnalazioni destinate in ordine alla studentessa del Liceo Linguistico, Assunta Madera, ad Alessandro Selvaggi della VC Liceo Scientifico e la terza a Marika Domenica Belfiore, della IIIA Liceo Scientifico “Galilei” di Trebisacce. Con il concorso riservato agli alunni delle Scuole Superiori sul tema: “La poesia della memoria personale e la grande lezione del passato nella comunità efficiente”,si è conclusa la manifestazione all’insegna del successo del decennale del premio,organizzato dalla locale sezione Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari),di cui è presidente Candida Cisterna,Venerdì scorso,nella sala del Miramare Palace Hotel. Premio conosciuto, ambito e che con il decennale viene riconosciuta la sua prestigiosa affermazione ,ha sottolineato,tra l’altro, Franco Maurella,giornalista, nel suo ruolo di coordinatore-moderatore. Candida Cisterna,nel ringraziare tutti gli intervenuti,ha riconosciuto il merito dell’ideatrice del premio alla dottoressa Marchesano,così come ha riconosciuto il puntuale impegno e contributo attivo a Totonno Miniaci,divenuto ormai punto di riferimento e pilastro della commissione del premio,e ancora nel sentirsi gratificata per la numerosa presenza di pubblico, ha ringraziato e riconosciuto l’impegno profuso dalle past president e dalle fidapine.”Il premio rappresenta un’occasione d’incontro con gli alunni delle scuole superiori per riflettere sulle problematiche sociali e del territorio”,ha sottolineato ancora la presidente della Fidapa. Una sezione straordinaria quest’anno è stata dedicata agli studenti della scuola primaria che hanno prodotto ed esposto disegni sul tema:”Colora i tuoi ricordi”. Il coordinatore,Franco Maurella, ha invitato al tavolo della presidenza,Raffaella Lofrano,studentessa della scuola Media “C. Alvaro”,accompagnata dall’insegnante di Lingua Inglese, Luciana Buo, in rappresentanza di tutti i partecipanti e delle scuole. Pina Basile,docente di Filologia Dantesca,presso l’Università di Salerno,reduce da un grosso successo milanese ottenuto durante la presentazione del suo libro su San Francesco di Paola,ha affermato che:” Francesco di Paola,Santo protettore della Calabria,non è il ‘poverello’,ma è il diplomatico che ha conosciuto i reali del suo periodo e che vi è ancora molto da scrivere sulla sua esistenza”. Giuseppe Trebisacce,docente di storia della pedagogia presso l’università della Calabria, si è inizialmente soffermato sulla considerazione che il premio quest’anno ha contato ben 70 partecipanti e che,perciò,è in crescita. Successivamente ha disquisito sul tema proposto che mette in rapporto il passato e il presente e vi rileva una continuità seppure non uniforme. “C’è la necessità di recuperare la lezione dal passato,i ‘simboli’ per poter andare avanti e costruire una società efficiente”,ha precisato,il presidente di commissione Antonio Miniaci. Il passato non è solo memoria,ha aggiunto Miniaci,ma si ha spesso la necessità di farvi ricorso e su questo concetto che i nostri partecipanti si sono confrontati. Il premio,quindi,rappresenta prima un incontro morale e poi culturale per approfondire il senso educativo. Pietro Adduci,dirigente della scuola primaria “San Giovanni Bosco”,nell’affermare che la poesia ingentilisce l’animo, ma che ci distacca dalla realtà-lancia, poi, una proposta,da subito condivisa da tutti gli organizzatori:”Perché non premiare anche una tesi di laurea che tratta e indica prospettive di sviluppo per la Calabria?”. Elisabetta Cataldi ,dirigente della Scuola Media “Giovanni Pascoli” di Villapiana,ritira per la sua scuola gli attestati e nel ringraziare, gli organizzatori del premio, lancia il messaggio che coinvolgere la scuola primaria è un bell’esempio di messaggio educativo e di continuazione del percorso culturale intrapreso dal premio. Soddisfattissimo Tullio Masneri,dirigente dei Licei di Trebisacce, nel constatare che diversi studenti della sua scuola si sono distinti e,afferma, “grazie all’impegno di docenti sensibili che riescono a coinvolgere gli studenti”.
Franco Lofrano
venerdì 25 giugno 2010
Trebisacce-25/06/2010:La dichiarazione di Cannavaro
La dichiarazione di Cannavaro
Dire, come fa il capitano azzurro, che “ il calcio italiano è in
crisi”, dopo la pessima figura ai Mondiale, non è riflettere o
ammettere i propri errori, sia tattici,tecnici e di impegno: ma è
salvarsi, in calcio d’angolo, con una constatazione presunta. E’ in
crisi il nostro calcio, ergo non potevamo fare di più.
Penso che le cose stiano diversamente.
Certo, un minimo di verità e di fondamento la dichiarazione di
Cannavaro l’ha; basta pensare che l’unica squadra italiana ad arrivare
quest’anno ai vertici europei è stata l’Inter la cui formazione è quasi
totalmente fatta da giocatori stranieri.
Ma,dietro all’Inter ( che pure ha un certo Ballotelli), ci sono state
squadre che hanno entusiasmato, che hanno mostrati giocatori
fantasiosi, col gusto del goal e con grinta e determinazione.
Affidarsi come ha fatto Lippi a giocatori che in campionato non hanno
brillato, con l’idea che erano il gruppo storico dei campioni del mondo,
non ha pagato: del resto, per quanto lodevole questo argomento, non
trova riscontro poi sia nell’impegno, nella preparazione atletica, sia
nella determinazione.
C’erano e ci sono giocatori ben più affamati di gloria e di mettersi
in evidenza.
Lippi,col suo carisma che gli derivava dall’aver vinto quattro anni
fa, ha bloccato un ricambio generazionale, ha spento, non convocandoli,
fantasia e grinta di alcuni giocatori invocati dal pubblico ( ma molto
meno dagli addetti ai lavori, per quell’atavico timore reverenziale
esistente in Italia per chi risulta al momento vincente,salvo poi a
fare critiche,feroci e ingenerose, quando i grandi cadono).
Lippi avrebbe dovuto guardare avanti ed essere il traghettatore verso
la nazionale del futuro,ponendo le base, a livello di esperienza
internazionale, di una squadra giovane, senza reverenza verso i
notabili, ma capace di esprimere un gioco brioso e anche sbarazzino.
Comunque sia, ora è il momento di riflettere e di far si che ognuno
faccia il proprio ruolo, a cominciare dal pubblico: bisogna essere
vicini,con fiducia, verso la rifondazione della squadra azzurra,
stigmatizzando con forza e chiarezza ogni insinuazione come quella di
Bossi.
E forse, a livello organizzativo, qualcosa si potrebbe anche
cambiare: penso per esempio a maggiori investimenti delle società per
il vivaio; o ad un coordinamento degli allenatori che periodicamente
possano dialogare col mister della Nazionale per dare indicazioni e
possibili suggerimenti.
Dal calcio, un rito che spesso ha esaltato il nostro patriottismo,
che ha avvicinato, in modo immediato, genti,posizioni sociali e
politiche diverse, può arrivare, se si vuole, un momento alto di
coesione, di moderazione, di pragmatismo e della ricerca di evitare la
confusione dei ruoli.
La politica non deve invadere come un bubbone ogni aspetto della
società: ha solo il compito di coordinare le forze sociali, di
stimolare risorse, energie, fantasia con l’unico obiettivo di far star
meglio la società.
Gianni mazzei
trebisacce
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