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martedì 27 dicembre 2011

Trebisacce-27/12/2011: DEMOCRAZIA: NESSUNA TEORIA VALIDA DEL “GOVERNO DEL POPOLO”


Giulio Burgo

DEMOCRAZIA: NESSUNA TEORIA VALIDA DEL “GOVERNO DEL POPOLO”


di GIULIO BURGO


In una precedente nota, pubblicata sul mensile “La Palestra” del novembre 2011, abbiamo riportato quanto ha scritto Karl R.Popper sulla responsabilità degli intellettuali.
Uno scritto tratto dal libro dello stesso Popper “Tutta la vita è risolvere problemi”.
Oggi ci piace far conoscere quanto lo stesso autore ha scritto sulla “teoria della Democrazia”.
Leggiamo:
“Come ognuno sa “democrazia” sta a significare “governo del popolo” e “sovranità del popolo”.
Il significato della parola, però, non ci è di molto aiuto.
E ciò perché da nessuna parte il popolo governa; a governare, ovunque, sono i governi ( e, purtroppo, anche la burocrazia, cioè gli impiegati statali che possono essere solo difficilmente o per niente affatto richiamati alla loro responsabilità).
Tutte le nostre democrazie non sono governi del popolo bensì governi di partiti. Cioè governi di leaders di partito.
Considero come una sfortuna partiti troppo numerosi e perciò anche il sistema elettorale proporzionale.
E ciò per la ragione che un numero elevato di partiti porta a governi di coalizione in cui nessuno è responsabile davanti al popolo.
Difatti, più grande è un partito, meno è unito, e meno è democratico, tanto meno influenza hanno quanti votano per esso, sulla direzione del partito e sul programma di partito.
La convinzione che un Parlamento eletto secondo il sistema proporzionale sia uno specchio migliore del popolo e dei suoi desideri è una falsa convinzione.
Un Parlamento del genere non rappresenta il popolo e le sue opinioni, bensì unicamente l’influenza dei partiti (e della propaganda) sulla popolazione nel giorno delle elezioni.
E rende più difficile che il governo delle elezioni divenga quello che potrebbe e dovrebbe essere: il giorno del giudizio del popolo sull’attività di governo.
Se ci sono pochi partiti allora i governi saranno piuttosto governi di maggioranza e la loro responsabilità sarà chiara e precisa.
Non esiste, dunque, nessuna teoria valida del governo del popolo; nessuna teoria valida che esiga il sistema proporzionale.
Più partiti ci sono, più difficile è la formazione del governo.
Il sistema proporzionale rende possibile, anche a piccoli partiti, di avere un grande influsso, spesso decisivo, sulla formazione del governo e con ciò anche sulle decisioni politiche del governo.
Questo tutti lo ammettono e tutti sanno che il sistema proporzionale aumenta il numero dei partiti.
Un piccolo partito può rovesciare un governo anche senza una nuova votazione, senza un nuovo mandato del corpo elettorale e può formare un nuovo governo anche insieme ai partiti di opposizione, in grottesco contrasto con l’idea che si trova alla base del sistema proporzionale: l’idea che il peso di un partito debba corrispondere al numero dei suoi votanti.
Queste cose capitano spesso. E lì dove esiste un grande numero di partiti e dove perciò le coalizioni sono la regola, sono diventate cose quasi scontate.
Il sistema proporzionale crea il pericolo che la decisione elettorale della maggioranza sia minimizzata e con ciò anche l’influsso di una sconfitta elettorale sui partiti, un benefico influsso, che la democrazia può utilizzare”.
Non vi sembra che quelle di Popper possano essere considerazioni da ritenere attuali?
E’ certo che non manca la polemica politica.
GIULIO BURGO

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