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lunedì 12 dicembre 2011

Trebisacce-12/12/2012: Al Liceo l'incontro con il Poeta Dante Maffia






















Trebisacce: 12/12/2011
Una serata culturale interessante e di alto spessore quella organizzata dal docente Gianni Mazzei, lo scorso lunedì 12 dicembre, nell’auditorium del liceo scientifico, sul tema:”Dante Maffia: artefice di sogni e utopie”. “E’ una serata speciale e nonostante l’abitudine più che trentennale mi sono emozionato”,ha esordito il poeta rosetano Dante Maffia di fama ormai internazionale. Non si contano più i libri che ha scritto e che scriverà perché il suo rapporto con la carta e con il suo profumo è sempre vivo. Ha annunciato che sta lavorando su di un romanzo e tutto su Trebisacce. I relatori sono stati molto bravi a mettere a nudo me stesso e a comprendere pienamente lo spirito e a interpretare il mio lavoro come poeta,scrittore e saggista. “Sì,è vero: il cinismo è in me, e hanno fatto bene a sottolinearlo”. Ha poi raccontato di alcune esperienze vissute in giro per il mondo con amici e in Patagonia ha conosciuto due tedeschi che gestivano un ristorante “Roseto” con una bellissima immagine dello storico Castello Federiciano e ciò,ha poi scoperto, perché la coppia si era scambiata il primo bacio proprio sotto il Castrum Petrae Roseti. “Sono Campanelliano e gioco costantemente con l’utopia” e ha concluso:”Il poeta è come il porco e si misura dopo morto”. A porgere i saluti ai presenti e ai relatori il dirigente scolastico Tullio Masneri. Moderatore il giornalista Franco Maurella. Clara Latronico, dirigente scolastico del “Filangieri”, ha dichiarato che: ”Cominciai ad apprezzare Dante Maffia leggendo il suo libro su Tommaso Campanella ed eravamo ambedue molto giovani e allora io viaggiavo in treno e lui in pullman per motivi di lavoro. Oggi dico che le scuole dovrebbero essere orgogliose di avere un poeta così famoso e figlio di questa terra e l’augurio che mi sento di fare è di un premio Nobel alla cultura al nostro poeta. Per Franco Durso,sindaco di Roseto,il poeta è rimasto sempre una persona umile e il sacrificio e il lavoro sono sempre state una costante nella sua vita e ancora oggi lavora sodo. Non ha mai cercato scorciatoie ed è per la meritocrazia. E noi abbiamo bisogno di queste persone e di valori forti per poter pensare ad un futuro migliore per la nostra terra. Una pausa musicale è d’obbligo per distendere la platea. Orlando Pellicori,studente del liceo,con la sua chitarra classica, intona:”Capricho arabe”.Per Alfredo Bruni il poeta Maffia trasforma in poesia tutto ciò che tocca. E’ il poeta che vive la poesia ancora prima di scriverla. E poi disquisisce sul concetto di normalità e non solo. Per Giorgio Delia,docente del liceo,è artista a tutto tondo. E’ poeta,saggista,scrittore,ma anche artigiano per le proprie cose di casa. Riesce con stile a mescolare l’alto con il sublime e l’astratto con il materico. Il suo libro:”I racconti del ciuto” è composito e variegato per la lingua,per i temi,per i tempi della scrittura,per lo stile. Ha scelto di dire molto in poco testo. C’è divismo, c’è favola. Ben 4 studenti di Plataci e altri di Trebisacce leggono delle poesie del Maffia e poi Delia continua a dire che nel microcosmo il poeta si è portato Roseto C.S. con i suoi odori,i sapori e momenti toccanti di storia reale come quella della mamma mentre preparava la pasta di casa. Ci sono sentimenti,rituali,il dolore,le speranze, gli amici,le delusioni. E conclude:”E in tutto c’è la Calabria”.Per Leonardo La Polla, già dirigente scolastico, è sempre stato, il poeta, uno scapestrato alla ricerca di avventure,irrequieto fino all’inverosimile. Voleva possedere tutto. Voleva scrivere poesie che restassero eterne. E sono parole che si trovano sul suo libro “San Bettino Craxi”.C’è il richiamo alla storia,agli eventi,ma c’è inventiva e fantasia. C’è l’ironia che troviamo nelle poesie torinesi. E il relatore mentre spiega- a memoria- recita interi brani e poesie del Maffia. Parla ancora delle manie,delle fobie degli anziani,dell’imbroglione,dei tradimenti e ripensamenti e dei voltafaccia e delle tante sfaccettature del vivere quotidiano. Ma ciò che ha colpito il La Polla maggiormente è l’intervista a Gesù che ritiene memorabile. Leonida l’intervistatore e Gesù l’intervistato. “Noi siamo se siamo riconosciuti”,e qui forse Dante Maffia cerca di dare un senso o un non senso alla propria vita. La verità è multiforme. Per Gennaro Mercogliano la poesia è il contenuto che si fa forma. E la forma nella poesia non appaga mai perché inadatta. Per Eugenio Nastasi è il poeta più carnale e reattivo che c’è. Fa opinione Dante ed è l’uomo libero che ha il diritto di opinione. “Tutti i fiumi portano l’acqua al mare e il mare però non si riempie mai. E così Dante continua determinato a respirare l’aria della carta e ad assicurare ad essa i propri pensieri. Ancora una pausa musicale con il violino di Alexandre Manolio, studente del liceo, che intona il coro finale della cantata 147 di J.S. Bach. Tra filosofia,poesia e musica si è vissuto un momento culturale di grande valenza e per la soddisfazione di tutti e soprattutto per l’ospite poeta Dante Maffia che a sentire i relatori tutti si sfata il detto:”Nemo profeta in Patria”.
Franco Lofrano

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