Quiete beata
Profondo vuoto
scarnifica la parola,
gela il cuore,
inchioda la mente
il mistero al dolore
che intreccia di spine la Croce.
Chi siamo noi
per comprendere la volontà del Padre
nel suo silenzio d’abbandono,
chi siamo per accettarla
senza comprendere il fine,
noi, esseri fragili e peccatori?
Smarriti ci muoviamo
lungo i nostri calvari,
spinti da una forza invisibile,
eppure tenace.
Dalla paura che ci sospende nel baratro
serpeggia il male
che oscura la luce.
Spenti dentro non vediamo
quel che accade
allo scocco dell’ora,
sentiamo attraverso la punta della lama
il sangue scorrere a fiotto.
Poi la quiete, la quiete beata.
Adriana de Gaudio
17-4-2011
giovedì 21 aprile 2011
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