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mercoledì 26 maggio 2010

Trebisacce-26/05/2010: IL CULTO DI SANT’ANTONIO DA PADOVA IN CALABRIA (di Adele Valentini)


Adele Valentini

IL CULTO DI SANT’ANTONIO DA PADOVA IN CALABRIA

Da sempre la religione è considerata sapienza di vita così come la devozione ai santi è sempre viva nel cuore della gente. I Santi rappresentano gli esempi cui ispirarsi, cui chiedere conforto e sostegno durante il difficile percorso di vita. S. Antonio da Padova fu, come lo definì papa Leone XIII ,“Santo di tutto il mondo”. S. Antonio nacque a Lisbona, in Portogallo, nel 1195 da una nobile famiglia. Al secolo fu battezzato col nome di Fernando. Dopo aver lasciato il lussuoso palazzo di famiglia, fu avviato agli studi sin da giovanissimo presso la cattedrale di Lisbona e lì divenne frate agostiniano a soli quindici anni. In pieno accordo con i suoi superiori, abbandonò Lisbona e si recò a Coimbra, dove esisteva un’abbazia agostiniana. Lì studiò intensamente tanto che a venticinque anni fu ordinato sacerdote. A quel tempo i missionari che si recavano per predicare il Vangelo ,in altre parti del mondo. venivano maltrattati e uccisi e così avvenne in quel periodo in Marocco dove furono uccisi cinque missionari francescani. Proprio a causa di questo evento, Fernando, preso dall’ardore della fede chiese di passare nell’ordine dei francescani presso un vicino eremo e così fu. Dopo aver indossato il saio francescano, cambiò vita, si chiamò Antonio( dal gr. ‘anthos= fiore) e si imbarcò per l’Africa. La missione in Marocco però non fu felice perché fu costretto a ritirarsi per una grave malattia. La nave dove egli era imbarcato per il ritorno, fu trascinata però da venti contrari presso Messina e si trovò quindi in Italia. Al suo arrivo in Italia volle incontrare San Francesco ad Assisi, di cui tanto si parlava e ci riuscì nel 1221. Antonio fu preso tanto a cuore da frate Francesco che lo mandò persino in Francia come missionario, precisamente ad Arles, nel 1224. Alla morte di San Francesco nel 1226, S. Antonio fu richiamato in Italia. A Bologna curò in particolare la fondazione della scuola teologica dell’ordine francescano. Taumaturgo e grande evangelizzatore del suo tempo il santo ottenne di recarsi a Padova negli ultimi periodi della sua esistenza e lì compilò molte opere da meritare il titolo di Dottore della Chiesa. Dopo un vita spesa nella preghiera, nella solidarietà verso i poveri e i sofferenti, S.Antonio morì a Padova il 13 giugno del 1231.
La vita del santo è stata una continua missione in molte zone del mondo. Anche la Calabria, soprattutto il versante tirrenico vanta una sosta di S’Antonio, quando nel 1221, egli proveniente dalla Sicilia,per Assisi, fece sosta a Pizzo Calabro, in provincia di Reggio Calabria. E’ difficile trovare in Calabria una chiesa che non sia dedicata a S. Antonio, non c’è casa senza una sua effige; in ogni famiglia vi è qualcuno che porta il nome Antonio. Culto e devozione si incrociano quindi nei festeggiamenti in onore del santo in occasione del 13 giugno, giorno della sua morte. A Reggio Calabria, Palmi, Catanzaro, Squillace, Lamezia, San Marco Argentano, San Giovanni in Fiore, Castrovillari, Trebisacce, Cerchiara ricorrono i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio. A Cerchiara esiste una chiesa intitolata a S’Antonio di Padova, il 13 giugno di ogni anno si celebra la festa in suo onore. I preparativi liturgici avvengono nel corso dei tredici giorni che precedono la festa; questo lasso di tempo viene detta: “Tredicina di Sant’Antonio”. Caratteristici sono i fuochi d’ artificio, il concerto musicale bandistico e la fiera del 12 giugno, un tempo molto importante. La statua di Sant’Antonio, collocata nell’omonima chiesa è spettacolare, poiché unica nel suo genere. E’ una statua lignea, risalente al 1600 e rappresenta il santo in estasi genuflesso, lo sguardo rivolto verso il cielo e le braccia protese, con saio damascato di colore marrone scuro. S. Antonio fu un grande Santo, evangelizzatore sia del suo tempo, il Medioevo, ma anche del tempo attuale, dove i valori cristiani vengono lentamente meno e si ha sempre più bisogno essere guidati dalla fede.

Adele Valentini

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