lunedì 20 luglio 2009
Trebisacce-20/07/2009: Per la difesa del nostro Ospedale.
Per la difesa del nostro Ospedale
Sabato 18 luglio '09, con inizio alle ore 18.00 presso la piazzetta dell'Ospedale Chidichimo di Trebisacce, si è tenuto un consiglio comunale straordinario per discutere sui problemi riguardanti l ' Ospedale. Problemi che riguardano tutti noi, in quanto questo Ospedale è importante non solo per i Trebisaccesi ma per i cittadini provenienti da Amendolara, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico, Montegiordano, Canna, Nocara, Castroregio, Francavilla Marittima,Oriolo, Plataci, San Lorenzo Bellizzi,Villapiana, Albidona, Alessandria del Carretto, Cerchiara di Calabria. Erano presenti quasi tutti ed è stato fatto un ringraziamento a tutti i sindaci per la loro sentita partecipazione. Il consiglio si è aperto con le lettere scritte, una dal Dottore Giuseppe Corigliano, l'altra di Francesca Aloise, la prima inizia con "una cosa del genere era stata annunciata nel febbraio 2009" citando l'articolo "l'Ospedale Chidichimo è in chiusura?" nel quale, continuando a leggere, si chiede "quando si chiuderà veramente la cosa accadrà senza rumori, grida e strepiti?", "come il malato che non avrà più voglia di lottare, si lascerà andare e se ne starà con gli occhi chiusi per giorni e giorni aspettando che sia tutto finito, ma per l'Ospedale di Trebisacce non è giunta ancora la sua ora, non è malato e mai lo è stato, ma in piena salute, vivo e attivo, sempre in prima linea per la vita, quella del prossimo. Sono stati contati circa 250 utenti che ogni giorno bussano alla sua porta, sicuri di essere aperti, accettati e amorevolmente curati, provenienti da ogni parte del comprensorio, soprattutto dalle campagne del nostro entroterra montano, sempre più spogliato di giovani, che non possono più aspettare e di quelli che testimonianiano una piccola credenza nello Stato divorato poco a poco dalla solitudine esistenziale e di quelli che rimangono caparbiamente incollati divorato sempre più dalla sua stessa natura aspra e difficile e soprattutto dalla tragica latitanza politica. Sono questi i malati che rendono esaltante l'opera dell'ospedale che così affronta problematiche inerenti al nostro parallelo geografico e umano ed è chiamato a mettere in campo non solo ordinarie o specifiche competenze professionali ma anche risorse straordinarie di umanità, cioè quelle che impreziosiscono gli unguenti miracolosi della medicina di ieri e di oggi". "Sono questi socialmente emarginati i malati terminali che all'ospedale deve poter recuperare attraverso terapie mirate, farmaci ma anche carezze, sorrisi, sguardi amici, una stretta di mano che rinnova ogni giorno un patto solidale ed una alleanza. Se proprio dovesse svolgere solo questo compito che troppo spesso sfugge ai politici sarebbe già una torre granitica a guardia di un territorio ormai provato dal male di vivere". Si parla di chiusura di ospedale, ultimo presidio dell'ultima speranza della nostra gente puntualmente dopo ogni elezioni. si parla sempre di politici che giurano e spergiurano di "immolarsi per la causa", "l'Ospedale non chiuderà" e che tra amministrative, politiche, regionali, europee, le campagne elettorali si susseguono ogni stagione e si assiste a una lettura per capitoli di un romanzo senza fine che semina inquietudini, che colpisce medici, infermieri, ausiliari, collabolatori, soprattutto i malati, i quali lasciano i loro paesi appollaiati sulle montagne all'alba per essere puntuali all'ospedale, che chiedono al medico terrorizzati "Se chiudono l'ospedale dove andiamo?". A tale esclamazione ci fu un caloroso e sentito applauso. La seconda inizia con la domanda "lavoro o lavoravo?" e citando la circolare del direttore Generale dell' Azienda Provinciale Sanitaria "Pietramala", la quale vietava di parlare davanti i giornalisti, ribadisce che il diritto alla parola non si può cancellare con divieti in quanto conquista di libertà. Chi parla è a favore, non contro l'ospedale, e lotta per esso, utile per evitare i "viaggi della speranza" peraltro sofferenti, che a salvato molte vite umane e che compete sicuramente con altri ospedali provinciali. Questo ospedale viene definito con varie espressioni a seconda della politica del momento e che la la relazione dei Nas non è che un alibi e questo lo abbiamo capito tutti, tanto è vero che due anni fa ci fu un'altra loro visita e quindi ci chiediamo "perchè non stati messi in atto i suggerimenti dati? chi doveva vigilare perchè non ha vigilato? gli stessi dirigenti di oggi sono gli stessi di allora e che abbiamo ragione di dire che tutto questo è un alibi usato per chiudere l'ospedale dichiarando "morte cerebrale" di quest'ultimo e aspettano di poter staccare la spina. E' un problema politico inteso da tutti, si sente dire che l' Alto Jonio ha peso politico, operatori e consiglieri regionali che ci difendono. Risponde a questo una magnifica unione dei sindaci, affermazione applaudita calorosamente dai presenti. Così si conclude la lettera di F.sca Aloise.
Mariano Bianchi, sindaco di Trebisacce, afferma che i NAS si stanno muovendo, nel territori calabro, per ordine del min. Sacconi. I sindaci si sono mossi e si sono presentati al direttore generale ottenendo l'esito delle visite effettive, tre delle quattro sono ufficiali, hanno riscontrato delle pecche su sala operatoria, servizi igienici, spogliatoi, camera mortuaria. Si farà di tutto per respingere questo decreto e si cercherà di eseguire dei lavori. E' nata una commissione che sarà presente per accertare dei lavori e stabilire la somma che ci vuole e che lo stesso Sindaco Mariano Bianchi promette di mettere un triangolo per lavori in corso. Promette una lotta con gli altri sindaci e che venerdì 24 si recheranno a Catanzaro per incontrare Governatore A. Loiero e chiunque fosse interessato può unirsi al gruppo, in tal caso ci sarà un pullman, qualora il gruppo fosse più consistente. Mariano Bianchi chiede ai suoi colleghi un impegno finanziario e politico e chiederà durante l'incontro se l'ospedale di Trebisacce sarà Ospedale o sarà cancellato dalla geografia regionale e questo pretenderà e vorrà sapere insieme ai suoi colleghi sindaci e insieme vigilare e controllare anche quello che dicono. L'Ospedale non deve dire basta, non c'è la faccio più, per colpa di qualcuno. Parla di pagliacciate che sempre qualcuno fa perchè taluno/i non fanno il proprio dovere. Dopo di lui hanno parlato il dott. Tonino Santagada Sindaco di Castroregio nonchè Medico del locale Pronto Soccorso, i sindaci Melfi di Amendolara e il Dr Gaudio di Alessandria del Carretto, l'assessore Tarsitano, S. La Regina consigliere comunale e tecnico di Radilogia, il dr. D.co Tancredi, primario del pronto soccorso.
Era presente altresì a manifestare il Presidente dell'Ordine dei Medici dott. Corcione, l'on. Antonio Mundo, ex sindaco di Trebisacce. Tra i vari problemi si è mensionato la carenza di personale, molti vanno via e tutti sono di comune accordo che vada potenziato.
La d.ssa Trinchi ha dichiarato che se in futuro prossimo si presenterà una donna con distacco di placenta lei avviserà i carabinieri e aprirà la sala operatoria e interverrà sfidando tutte le conseguenze. Inoltre la d.ssa Trinchi si chiede dove sono finiti i 400.000 Euro stanziati l'anno scorso o due anni fa per ripristinare il nostro ospedale? Mentre ci chiudevano i nostri reparti , sui quotidiano locali pubblicizzavano l ' inaugurazione della nuova ginecologia all' Ospedale di Rossano con tanto di televisori e prese internet per ogni stanza, sono forse stati utilizzati per questo? La Sig.ra Rosa Eleonora, ha raccontato di aver soccorso un bambino con convulsioni febbrili trasportandolo con la propria auto ad alta velocità dalla vicina Villapiana a Trebisacce, se avesse preso la via di altri ospedali più lontani probabilmente non c'è l'avrebbe fatta, ed ha proposto inoltre le maniere forti( blocchi delle maggiori arterie di comunicazioni) .
Trebisacce lì 19/7/2009
Cristiana Putignano
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