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sabato 7 gennaio 2012

Trebisacce-06/01/2012:Le Arti Marziali sono fondamentalmente la pratica di auto-educazione.(di Raffaele Burgo)


E’ da tempo che avremmo voluto scrivere questo umile articolo per sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni scolastiche, le famiglie, la politica e le varie Associazioni sulla necessità dello sviluppo delle Arti Marziali Tradizionali e sulla loro valenza educativa.
Oltre a Calcio, Volley, Basket, Atletica Leggera (discipline nobili e meritevoli del massimo rispetto), esistono anche le Arti Marziali che, tra l’altro, in giro per il mondo hanno portato alto il nome di Trebisacce, grazie al nostro umile e modesto contributo e grazie alle gesta di praticanti impegnati in un durissimo lavoro di promozione internazionale.
Ma, lasciando da parte i successi delle nostre discipline in tutto il mondo, con conseguente prestigio per la nostra cittadina, vorremmo soffermarci sulla valenza educativa e pedagogica di queste discipline e, pensiamo, che in questa epoca priva di valori etici, la pratica di discipline atte al rispetto reciproco, sia opportuna.
Le Arti Marziali sono fondamentalmente la pratica di auto-educazione. Non è un’altra persona che ci educa, ma noi stessi.
Riflettendo su quello che accade dentro noi stessi durante la pratica, noi possiamo confrontarci con l’energia che passa nel nostro corpo. Noi capiremo poco a poco e concretamente che la pratica tecnica è inseparabile dal nostro stato mentale e che per eccellere in tecnica occorre rinforzare lo spirito. Lavorando con il nostro corpo e lo spirito troveremo una forma di principio della vita.
Per quanto ci riguarda, vogliamo diventare ogni giorno migliori.
Migliorare non in rapporto agli altri, ma nei confronti di noi stessi e di ciò che siamo oggi.
Domani vogliamo essere migliori di oggi intellettualmente, moralmente, energeticamente e tecnicamente.
Per noi questa è la via del Budo.
Non è senza motivo che il massimo sviluppo delle arti marziali sia avvenuto in tempo di pace e in ambito monastico.Le arti marziali sono opera di pensatori, ancora prima che di guerrieri e l’aspetto dell’autodifesa è marginale e strumentale a qualcosa di più importante e ampio. Questa considerazione aiuta a ricollocare semanticamente le arti marziali, portandole fuori dell’angustia della traduzione letterale e della semplificazione di tanta parte dell’immaginario collettivo.
Tutte le arti marziali tradizionali poggiano saldamente su elaborazioni filosofiche, etiche e culturali e solo come mezzo si compongono in principi e gesti tecnici.
L’arte marziale se vissuta e praticata in questo sistema ampio e profondo, aiuta a conoscere e a sfruttare meglio le proprie potenzialità fisiche e mentali. Se ne desume, quindi, che non è una serie di precetti inamovibili, statici, ma un metodo di ricerca: dalle più elementari soluzioni bio-meccaniche, fino al significato ultimo dell’esistenza.
E’ significativo come tutto il pensiero orientale avanzato, compreso quello indiano, sia accomunato dal bisogno di raggiungere una meta ideale, grazie ad un sincero e costante impegno di ricerca. attraverso un tenace lavoro di introspezione ci si pone il problema del rapporto con se stessi, con gli altri e l’ambiente circostante, in una continua ricerca di metodi utili ad attivare energie endogene naturali, per essere più sani, più completi e per dare un significato alla propria esistenza. In quest’interpretazione escatologica, ognuno può trovare il suo equilibrio, il suo ritmo di vita; vincere il male dell’ansia e dell’angoscia.
Il Maestro deve continuare a sentirsi sempre anche allievo e non solo insegnante. Non deve delegare a nessuno il proprio ruolo; non deve ridurlo o banalizzarlo e nemmeno incoraggiare narcisistiche immagini di sé o avventurarsi incautamente in transfert non controllabili. Non deve mediare le proprie convinzioni, a vantaggio di qualche interesse personale. Non deve insegnare solo un pezzo dell’arte marziale, ma svilupparla nella sua interezza ed essenza. Deve possedere un’altruistica vocazione all’insegnamento e una sincera autovalutazione delle proprie conoscenze e capacità educative.
La pratica marziale favorisce lo sviluppo dei bambini in età evolutiva attraverso la pratica intesa come gioco e con l’ausilio di percorsi didattici particolari, in abbinamento a quelle che sono le direttive educative della scuola.
Non disgiunto da questo discorso, non dimentichiamo l’importanza, soprattutto in un’epoca altamente violenta, di una adeguata capacità di sapersi difendere efficacemente da aggressioni esterne, per cui la possibilità di apprendere tecniche di difesa personale immediati ed efficaci pensiamo sia qualcosa di estremamente positivo.
In Italia moltissimi Comuni, anche molto grandi, hanno da tempo deciso di istituire corsi di difesa personale femminile, corsi di arti marziali tradizionali per bambini, corsi di rilassamento per insegnanti e adulti, per cui auspichiamo che anche nella nostra zona ci sia questa sensibilizzazione che, oltre a far crescere da un punto di vista tecnico, permette anche di valorizzare le nostre potenzialità interiori.
C’è bisogno di un appoggio logistico e della buona volontà di tutti ( scuola, istituzioni, associazioni) a dimostrazione che anche la nostra zona riesce a competere con zone altamente evolute, che hanno compreso da anni la validità di un certo tipo di discorso a tutti i livelli.
RAFFAELE BURGO

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