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giovedì 25 agosto 2011

Montegiordano-25/08/2011:Pubblica denuncia aTrenitalia nell’Alto Jonio. (di Elisabetta Farina)

Pubblica denuncia aTrenitalia nell’Alto Jonio.
Se foste “voi” a salire su un treno di linea dicendo: -Speriamo che questa volta vada tutto bene!- sapendo che immancabilmente si verificheranno dei problemi durante il viaggio, che cosa direste?
L’alto Jonio si raggiunge in treno da Roma con due Intercity, uno con partenza la mattina molto presto ed un altro nel primo pomeriggio. Nello specifico parliamo del treno Roma – Taranto che fermando a Metaponto, permette di raggiungere in auto i nostri paesi.
Ore 3.00 del 24 agosto, tra un po’ sarà l’alba, i passeggeri sono appena scesi a Metaponto, penultima fermata del treno Trenitalia Intercity Roma – Taranto, partito da Roma Termini il 23 agosto alle ore 16.00 circa, con già venti minuti di ritardo, a causa del condizionamento non funzionante in ben due carrozze.
I viaggi su questa tratta vengono effettuati con materiale rotabile di risulta, con carrozze diverse una dall’altra, sporche, con sedili sporchi, bagni sporchi (quando funzionano), porte non tutte funzionanti, senza carrozza ristorante, né alcun tipo di servizio bar, con donne - anche incinte -, bambini e anziani a bordo.
Durata ufficiale del viaggio: 6 ore circa. Durata del viaggio del 23 agosto: 12 ore circa. Il problema questa volta è stato l’avaria della locomotiva agganciata alla stazione di Napoli Centrale, dove, essendo una stazione di testa, il treno cambia il suo senso di marcia. Fermi a Picerno in un binario in linea abbiamo aspettato che arrivasse la nuova locomotiva da Napoli per 4 ore. L’acqua potabile e del cibo l’abbiamo ricevuto a Potenza, all’una di notte, dalle 20.30 che eravamo fermi. Quasi un sequestro di persona!
La ragione porterebbe a dire, sono cose che possono succedere quando si viaggia, ma quando la statistica si alza, non è più una questione di probabilità ma di evidente volontà.
Cosa direste “voi” se anche il viaggio precedente fu il viaggio di Pulcinella?
Circa dieci giorni prima, sempre col Treno Trenitalia Intercity Roma – Taranto, arriviamo a Metaponto con 2 ore di ritardo. A Roma Termini, il treno si presenta con un numero di carrozze pari a 6, mentre i posti prenotati venduti erano per un numero di carrozze pari a 8. Che fine hanno fatto le altre due carrozze? Inoltre, come sempre, vi erano le solite due carrozze con il condizionamento dell’aria rotto. Morale: i passeggeri che avevano acquistato il biglietto per 8 carrozze hanno viaggiato ammassati in 4 carrozze, poiché il treno è così che è partito da Roma.
Ma ancora, continuereste a tacere se anche il viaggio precedente fu un altra Caporetto?
Partiamo in orario da Metaponto, arrivati a Salerno restiamo fermi due ore e nessuno, dico nessuno, ha dato illustrazione del motivo. Ripartiti dopo due ore, arriviamo a Napoli Cle, dove apprendiamo che un treno vuoto, spostandosi sui binari della stazione ha deragliato, distruggendo un traliccio della corrente elettrica e provocando il black-out di uno dei nodi più importanti delle ferrovie del Meridione. Siamo riamasti altre due ore in fila per entrare nella metropolitana sotto Piazza Garibaldi e procedere lungo i binari urbani alla volta di Roma. Ritardo: 4 ore. Certo questa volta fu un evento imprevedibile, ma il soccorso e l’informazione decretano comunque l’assenza del rispetto per noi viaggiatori.
Cosa provereste “voi” se, scendendo dal taxi alle 6.00 del mattino, trovereste il vostro treno cancellato? Il motivo è tutt’ora ignoto, ma a parte ciò, la risposta di Trenitalia è stata di viaggiare fino a Salerno in treno e poi con un pullman di Trenitalia fino a Taranto: senza bagno all’interno né alcuna fermata di sosta prevista. Permanenza a bordo del treno: 5 ore…e quel giorno vi erano molti anziani. Durata del viaggio: 9 ore Ed il treno, non partì neanche una seconda mattina, ma sulla scorta dell’esperienza precedente, mi rifiutai di prendere il pullman, perdendo i soldi del biglietto (di solito viaggio in prima classe) e mi faccio accompagnare a Bari (150Km di distanza) a prendere un Freccia argento per Roma, riversando altro denaro nelle tasche di Trenitalia.
Dunque, cosa direste voi, se tutto ciò accadesse con regolarità nell’arco strettissimo di qualche mese? Sarebbe ancora una fortuita coincidenza? O forse, inizierete a pensare che c’è una volontà politiche nel trascurare il sistema ferroviario diretto verso l’Alto Jonio?
Certo, ci sarebbero le autolinee su cui per decenza, risparmio i commenti limitandomi a dare la mia giustificazione personale: soffro i viaggi in pullman, pertanto non posso utilizzarli.
Gentile Ministro dei Trasporti e gentile Presidente di Trenitalia vi invito a viaggiare, pagando, in queste condizioni indecenti come abbiamo fatto io ed altri viaggiatori, e spezzati dal viaggio ad andare a lavoro ed occuparvi della vostra famiglia, vi invito a svegliarvi e ad accendere l’attenzione su uno dei mezzi di trasporto più sicuri ed efficienti, e nel ricordarvi che il primo treno d’Italia fu nel Meridione, la Napoli-Portici, vi invito a riflettere su come ci avete ridotti oggi.
Vi dico cosa penserete: sareste terrorizzati come lo sono io e gli altri passeggeri che hanno famiglia a lungo la tratta nei pressi di Taranto, Metaponto, Ferrandina, Grassano e lavorano a Roma. Sareste terrorizzati, perché questo modo di comportarvi è al limite del periodo del terrore della rivoluzione francese.
Chiudo dicendo che sto tornando da un viaggio in Turchia, dove treni poco costosi, puliti, puntuali ed efficienti attraversano le campagne più sperdute per collegarle alle città.
Da Montegiordano Marina
arch. Elisabetta Farina

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